Minecraft – Recensione Minecraft

Dopo l’enorme successo riscontrato dalla versione PC, finalmente arriva sulla console di casa Redmond il famoso sandbox della giovanissima e indipendente Mojang AB. La conversione è stata affidata ad un team di sviluppo inglese, già autore di ottime conversioni sulla piattaforma XBLA.
Minecraft nasce nel 2009 in versione beta, e conquista in pochi anni 10 milioni di utenti, non solo per merito del suo particolare concept, ma anche grazie ad un costante supporto degli sviluppatori che hanno saputo apportare col tempo importanti migliorie. Sulla scia emozionale del successo, il gioco in breve tempo arriva anche su dispostivi mobile, prima su Xperia Play, poi su Android Market e Apple Store, ed infine anche su Xbox 360.

Realtà Virtuale

Dal punto di vista tecnico, Minecraft mantiene lo stesso identico appeal della controparte PC, diventando il simbolo del gioco stesso; dimentichiamoci quindi l’immagine foto-realistica dei giochi del ventunesimo secolo ed abbracciamo l’essenzialità di un mondo cubocentrico colorato da texture vintage dal nostalgico sapore di videogame anni ‘90. Anche la scelta della colonna sonora si dimostra vincente, affidata ad un giovane Daniel Rosenfeld, compositore tedesco indipendente che riesce a creare il giusto sottofondo per un titolo che, giocato intensamente, è in grado di regalare ore di puro intrattenimento.

 

Questione di gusti

Minecraft è un gioco che non ammette mezze misure, un titolo sul quale si potrebbe tranquillamente affermare “Lo ami, o lo odi”. All’inizio della partita, il mondo viene generato casualmente ed il paesaggio che ne nasce è decisamente vario, composto da montagne, laghi, fiumi, grotte, isole e specie autoctone in grado di fornirci tutto quanto è necessario per vivere nel nostro mondo virtuale. All’interno di questo imponente e variegato ecosistema viene inserito il nostro personaggio, obbligato a sopravvivere in un territorio che di giorno offre tutto quanto gli è necessario, ma che la notte si popola di esseri ostili, verso molti dei quali svilupperemo un vero e proprio sentimento di odio e sconforto. La libertà assoluta di cui gode il giocatore, privo di un vero e proprio obbiettivo da raggiungere, può essere interpretato come il miglior pregio o il peggior difetto; non ci sono onori da riscattare, principesse da salvare o mondi da conquistare, ma solo un tripudio di cubi da scavare, materiali da raccogliere ed oggetti da forgiare, senza una sceneggiatura da seguire, possiamo solo fare affidamento sulla nostra fantasia.

Datemi un pad e vi costruirò un mondo 

Al fine di coinvolgere l’utenza “pigra” delle console è stato inserito un comodo tutorial che introduce il gioco sotto ogni suo aspetto. Impareremo subito a conoscere i vari materiali di cui è composto l’ambiente, come forgiare strumenti utili alla raccolta delle risorse, armi ed armature per difenderci ed elementi base per la creazione dei nostri rifugi. Nonostante una prima introduzione alle meccaniche gioco, non mancheranno comodi tooltip che saranno d’aiuto per apprendere trucchi e metodi di crafting avanzato; completa il quadro una wiki specifica, consultabile online, il che sottolinea una maggiore complessità e profondità di quanto l’aspetto lasci intendere. Nell’attesa del già annunciato supporto al Kinect, Il joypad resta il solo mezzo di controllo a nostra disposizione, e sorprendentemente si rivela essere un ottimo surrogato di mouse e tastiera.
La visuale in prima persona permette la naturale implementazione delle levette analogiche per muoversi ed esplorare l’ambiente circostante, i due grilletti vengono usati per scavare e posizionare gli oggetti, mentre i due tasti dorsali sono utili per muoversi velocemente all’interno dell’inventario. Il sistema di crafting, parte fondamentale del gioco, è stato semplificato da comode griglie che illustrano tipo e quantità di materiali richiesti per la creazione dell’oggetto voluto; viene quindi meno la richiesta di selezionare manualmente i materiali. Il risultato finale è ottimo, le procedure di creazione e forgiatura vengono snellite e velocizzate, il tutto a beneficio della giocabilità e del ritmo, che si fa frenetico al tramonto, specialmente nelle primissime ore di gioco.

Concludendo 

Allo stato attuale, Minecraft per Xbox360 è orfana di alcune caratteristiche: manca la modalità “creative", mancano i villaggi e i personaggi non giocanti, non c’è il sistema di exp e nemmeno la necessità di mangiare e la possibilità di correre; in più, il mondo virtualmente infinito della versione originale, lascia il posto ad un’area “limitata” di 1024 x 1024 blocchi.
Nonostante questo, l’unica modalità di gioco è disponibile in quattro livelli di difficoltà, il primo dei quali, relax, ci permette di dar fondo a tutta la nostra creatività, senza provare l’ansia da Creepers. Prevista anche la modalità online, limitata ad otto giocatori per “mondo”, ed allo split-screen (disponibile solo su televisori HD) per il multyplayer locale.
Nonostante tutto, il gioco dimostra di essere un’ottima conversione su molti fronti ed hanno un ruolo importante le dichiarazioni della software house svedese che si è impegnata a garantire supporto e aggiornamenti nel tempo. Minecraft a conti fatti è un gioco difficile, non tanto per le dinamiche di gioco, ma per l’assoluta libertà che concede a chi lo gioca, ed indubbiamente per apprezzarlo a fondo sono necessari tempo, pazienza, ma soprattutto creatività. 

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