Persona 3 Reload Recensione Nintendo Switch 2
Persona 3 Reload è finalmente pronto per approdare su Nintendo Switch 2. Dopo l’uscita a gennaio 2024 su praticamente ogni console e store PC esistente, l’arrivo del titolo sulla console giapponese era atteso con impazienza. Atlus ci ha tenuto in attesa per oltre un anno, ma il momento tanto agognato è finalmente arrivato.
Superata l’era della prima Switch, Nintendo ci sta abituando a porting più solidi. Nintendo Switch 2 è in grado di dare un’esperienza paragonabile a quella già offerta su console e PC? Per rispondere a questa domanda non resta che proseguire con…
La recensione di Persona 3 Reload Nintendo Switch 2
La forza di Persona 3 Reload risiede nella maturità dei temi trattati e nella profondità dei personaggi che li incarnano. Non si tratta di un gioco semplice da digerire, ma la sua profondità è il nodo cruciale della sua forza narrativa. Temi quali la depressione e il suicidio non sono mai semplici da affrontare né da rappresentare.
Persona 3 Reload affronta questi temi con grande efficacia fin dalla sua apertura, in cui uno dei protagonisti si punta una pistola alla tempia, per poi approfondire la complessità dei suoi personaggi, questi dovranno confrontarsi con i propri traumi e conflitti interiori per combattere la “sindrome apatica”, una misteriosa malattia in rapida diffusione.

Gli individui affetti da questa sindrome manifestano letargia e apatia, dissociandosi quasi completamente dalla realtà. La si potrebbe paragonare a una forma acuta di depressione. Ogni elemento di P3 è intenzionale, inclusa la scelta del colore blu come tema principale, simbolo di malinconia e stanchezza. Un approfondimento dell’uso dei colori in Persona 3 Reload è disponibile nel nostro editoriale dedicato.
La May Blues attraverso gli occhi di uno studente
Il gioco ha inizio nel mese di maggio, periodo associato alla nascita della sindrome apatica, nota come “May Blues”. Il protagonista, Makoto Yuki, è un ragazzo appena trasferitosi alla Gekkoukan High School, che si unirà in breve tempo al gruppo SEES, per via della sua peculiare abilità nel controllo delle Personae.
Il gruppo SEES è composto da dei giovani studenti che vivono all’interno dello stesso dormitorio, che si dedicano alla lotta contro la sindrome apatica durante l’ora buia. La Dark Hour è un intervallo di tempo nascosto tra la mezzanotte e l’una, in cui emergono delle creature chiamate ombre.
Non tutti sono in grado di percepire quest’ora nascosta, e coloro che riescono sono spesso idonei a combattere le ombre che la abitano. Chi non riesce a combattere, invece, cade vittima delle ombre e sprofonda in uno stato letargico e apatico, appunto la May Blues.

Per combattere le ombre, i protagonisti utilizzano le Personae, creature mitiche che incarnano la psiche dei loro possessori. La particolarità del protagonista risiede nella sua capacità di evocare diverse Personae, conferendogli una grande versatilità in battaglia.
A questo punto, il gioco si divide in due scenari molto diversi tra loro, che comportano anche due gameplay differenti, ma interconnessi. Durante il giorno, dovrai immergerti nella vita quotidiana di un liceale, affrontando lezioni e coltivando relazioni sociali all’interno e all’esterno della scuola.
Instaurare amicizie è fondamentale per conoscere gli abitanti della città e creare dei legami significativi con essi. Approfondire queste amicizie non solo arricchisce la trama, ma si traduce in una meccanica di gioco, denominata Social Link. Più profondi saranno i legami, più forti saranno le Personae in tuo possesso.
Alla fine della giornata, ti troverai di fronte a una scelta: dedicarti alle attività che migliorano le caratteristiche sociali di Makoto, coraggio, fascino e sapere, oppure visitare il Tartaro, un luogo che appare esclusivamente durante l’ora buia da cui sembrano provenire le ombre.
Il Tartaro nel 2025
Se fin qui ti ho parlato dei punti di forza di Persona 3 Reload, è giusto vederne anche il difetto principale. Il secondo scenario che affronterai è quello del JRPG, caratterizzato da esplorazione, combattimenti e tutto il resto del pacchetto, a condizione che i Pokémon consentano ancora l’evocazione dei Personae.
Il Tartaro è fondamentalmente un enorme dungeon che si sviluppa verticalmente, assumendo la forma di una torre da esplorare a partire dal primo piano, un hub centrale per l’organizzazione del gruppo, fino a oltre 150 piani dove affrontare le ombre al fine di scoprire la causa del May Blues.

Pur offrendo un impatto iniziale notevole, e promettendo una grande sfida, l’idea di un’unica ambientazione per l’intera componente RPG del gioco, denota una certa obsolescenza, nonostante i tentativi da parte di Atlus di rielaborare e arricchire il Tartaro per aumentarne la caratterizzazione dei diversi piani.
Un gioco a turni ancora solido e prestante
A compensare la limitata profondità della componente esplorativa, Persona 3 Reload si distingue per la sua eccellente qualità del gameplay, già solido alla base, ma ulteriormente migliorato in questa nuova edizione. I combattimenti a turni sono particolarmente dinamici, grazie alla possibilità di sfruttare le debolezze avversarie che consentono di incrementare il numero di turni di attacco a disposizione. Basta colpire un punto debole per stordire il nemico e ottenere un attacco aggiuntivo. Tale meccanica mira a stordire l’intera squadra nemica, aprendo la strada a un attacco di gruppo potenzialmente letale.
Nei giochi di ruolo, è frequente che magie e attacchi di diverso tipo perdano efficacia nel corso del gioco. In Persona 3 Reload, tuttavia, l’utilizzo della abilità delle Personae mantiene un impatto strategico significativo, seppur il gioco non sia particolarmente complesso anche alle difficoltà più elevate.

Quindi, anche se l’esplorazione del Tartaro dovesse iniziare a risultare monotona, esperienza limitata a specifiche fasi del gioco, l’importanza attribuita allo sviluppo della componente sociale garantisce un’esperienza di gioco complessiva appagante. Anche i combattimenti sono diventano meno tediosi, grazie all’inserimento di quality of life nella versione Reload, che accelerano i combattimenti meno impegnativi, e all’introduzione di nuovi tipi di attacchi, come il Teurgia, che arricchiscono un comparto già di per sé piacevole.
L’esperienza di Persona 3 Reload su Nintendo Switch 2
Nella nostra recensione di Persona 3 Reload uscita per le versioni per PC e console, abbiamo già parlato delle tante novità di Persona 3 Reload. Dalle cutscene animate in 3D e 2D, ispirate ai film di A-1 Pictures, all’uso di unreal engine che ha dato nuova linfa agli scenari, passando per il restyling dei personaggi e dei ritratti: tutto è stato rivisitato per essere al passo con i tempi e conquistare anche i giocatori del 2025.
L’OST si ripresenta al 100% del suo potere, nonostante alcune novità che potrebbero far storcere il naso ai vecchi fan. Tutte le canzoni sono riproposte in una nuova versione rimasterizzata e l’OST viene rinforzata dalla presenza di alcuni nuovi pezzi perfettamente integrati al contesto.
Ma la vera domanda è: l’esperienza di gioco su Nintendo Switch 2 di Persona 3 Reload è soddisfacente? La risposta è assolutamente SI! Ho passato ore a giocare sulla mia NS2, sia in modalità docked che portatile, comodamente disteso sul divano, e non ho mai avuto problemi di frame rate, difetti di qualche tipo o altro.
Mi sono goduto Persona 3 Reload al massimo, senza particolari compromessi. Quindi, se non ci hai ancora giocato, questa versione è un’ottima occasione per immergerti in uno dei giochi più importanti della saga di Persona di Atlus. Ti ricordo che Persona 3 Reload uscirà il 23 ottobre per Nintendo Switch 2. Non ci sono ancora novità su DLC Aegis.
P3 Reload per Nintendo Switch 2 è una validissima opzione per godersi a pieno il quarto capitolo di Atlus
Pro
- Trama profonda
- Personaggi ben caratterizzati
- Grande personalità dell'interfaccia
- Combattimento a turni dinamico
Contro
- Esplorazione del tartaro ripetitiva