Rappelz – Recensione Rappelz

Facente parte della scuderia gpotato, Rappelz, è un classico mmorpg f2p in stile orientale ad ambientazione fantasy;  pur offrendo uno stile di gioco fin troppo abusato si differenzia per alcune interessanti caratteristiche rispetto alla massa degli altri titoli.

L’isola che non c’è

Rappelz propone il solito avanzamento per classi e livelli, possiamo scegliere il nostro avatar tra tre razze: ogni razza avrà a disposizione classi diverse in cui specializzarsi. Le classi ricoprono tutti i ruoli ormai comuni in molti mmorpg. Si va dal difensore corazzato in grado di fare da muro contro qualsiasi avversario, al mago fragile come una foglia ma in grado di scatenare l’inferno. Ovviamente avremo a disposizione anche guaritori e classi ibride, nonché classi specializzate nell’addestramento dei pet . Inizieremo come un giovane ed inesperto avventuriero, subito dopo aver scelto la razza e l’aspetto; la classe verrà scelta in un secondo momento dopo i primi livelli. L’isola che ospita le nostre prime scorribande nel mondo di rappelz rappresenta un tutorial, con quest semplici e avversari deboli. Quest’isola non è raggiungibile dai giocatori di livello elevato creando un luogo sicuro dal pk, permettendo ai nuovi arrivati di ambientarsi senza difficoltà.


Tortus scelgo te!

Interessante caratteristica di Rappelz, sono i pet. Ogni giocatore può portare con se delle speciali carte per evocare queste creature capaci di combattere i nostri nemici, usando anche loro skill ed equipaggiamenti. Ogni pet sale di livello in modo autonomo e non è legato alla forza del padrone. Alcune classi sono specializzate proprio nel combattere tramite i pet rendendoli delle vere macchine da guerra. Vi sono summon più o meno rare e sono oggetto di compravendita. Purtroppo il mercato è rovinato dalla presenza dell’item shop che, come al solito, sbilancia il tutto.
Come tutti i giochi f2p rappelz non richiede il pagamento di un canone mensile ma, come contrappeso è presente un item shop. In questo negozio, spendendo soldi reali si possono acquistare svariate tipologie di oggetti: cavalcature, pozioni speciali, ornamenti… Tutti questi oggetti spesso finiscono col sommergere il mercato. Si verifica spesso che vengano acquistati oggetti con il solo scopo di essere rivenduti per ottenere più moneta.

Non c’e di un altro colore? ovvero come risparmiare sullo sviluppo di un videogioco

La grafica risulta piacevole nonostante il motore grafico non sia recentissimo. Il mondo è vasto e vario e dispone di molte ambientazioni diverse: dalle spiagge alle montagne. Il problema principale è una esasperante carenza di modelli nei nemici. Sostanzialmente ci troveremo ad uccidere sempre gli stessi 10-20 modelli di mostri, che ci verranno riproposti in infinite varianti di colore e dimensione. Anche la varietà nei modelli delle armature e degli oggetti a disposizione è terribilmente scarsa. Servono decine di livelli per passare al grado successivo di equipaggiamento e in sostanza quasi tutti i personaggi tendono ad essere vestiti nella stessa maniera. Gli equipaggiamenti non sono da meno ma perlomeno possono essere potenziati sfruttando l’abilità dei fabbri o utilizzando gemme di vario tipo.


Cosa c’e dentro quella grotta?

Il gameplay si divide principalmente in due parti: il gioco nel mondo esterno e i dungeon. Il primo consiste in unun estenuante farming con quest ripetitive basate sullo sterminio di mostri deboli e affrontabili da un singolo giocatore. Il secondo invece consiste di enormi ambienti chiusi in cui i nemici sono molto potenti e difficili da affrontare per un solo avventuriero, rendendo necessaria la collaborazione tra i vari membri del party: tank curatore e damage dealers. In questi frangenti il gioco dà il meglio di se nonostatne sia pur sempre necessario eliminare tonnellate di nemici ma si creano situazioni in cui biosgna prestare attenzione a molti fattori e l’uso delle tattiche rende il tutto decisamente meno ripetitivo. I dungeon sono al centro anche degli scontri tra gilde. A differenza di altri giochi in cui ci si sfida per il possesso di una città, in Rappelz  si combatte per il dominio dei sotterranei. Chi controlla il dungeon potrà imporre la tassazione agli avventurieri e raccogliere così molte ricchezze. Il pvp ha regole diverse a seconda del server(pvp o pve). Se si escludono alcune arene dove non ci sono penalità, nei server pve la carriera del pk è molto rischiosa. Una volta marchiati come pk, si rischia di lasciare a terra oltre il proprio cadavere, anche dei costosi oggetti.

Tecnica :

Pochi modelli e molto ripetitivi, poca personalizzazione dei personaggi, motore grafico non all’avanguardia.

Crescita: 

Molte classi anche se poco innovative, molte quest ma ripetitive, richiede molto grinding.

Interazione:

Pvp limitato e pesantemente penalizzato nei server pve,ottima la cooperazione nei dungeon party.

Lore:

Classico mondo fantasy, le quest spesso sono legate all’ambientazione e alla trama.

Mondo:

Territorio vasto e con molte ambientazioni, numerosi luoghi da esplorare, mondo poco coinvolgente che serve solo da pretesto per il farming.

Conclusioni

Venendo alle conclusioni Rappelz, pur offrendo alcuni spunti interessanti, non si discosta dai canoni dei mmorpg grind based ma anzi si pone come un vero e proprio classico (non in senso buono) del farming, dove morire a livelli elevati e perdere esperienza si traduce in ore di gioco gettate al vento. L’item shop che permette al gioco di essere gratuito si dimostra per l’ennesima volta un arma a doppio taglio, ripercuotendosi pesantemente nell’economia, e dando pesanti svantaggi(anche se sarebbe più coretto dire che non da bonus) ai giocatori che non pagano con soldi reali.

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