The Last Of Us – The Last of Us

Nella giornata del 22 Maggio 2013 ci siamo recati a Milano a vedere e provare The Last of Us, la nuova esclusiva PS3 sviluppata dai celebri Naughty Dogs, creatori della famosissima serie Uncharted. A presentare l’ultima loro fatica c’erano Ricky Cambier, game designer, e Arne Meyer, community strategist, che ci hanno introdotto il mondo di The Last of Us spiegandoci che tipo di esperienza dovremmo affrontare il 14 Giugno 2013, data di uscita del gioco.
The Last of Us gira sul Naughty Dog engine e rappresenta il frutto di un lavoro durato 3 anni e mezzo derivata dall’esperienza maturata con la serie Uncharted.
La storia è ambientata in un futuro post apocalittico causato da un’infezione di una letale spora che infettato la stragrande maggioranza dell’umanità trasformandola in una sorta di mostri zombie dalla forza incredibile e dai sensi sviluppatissimi.
Quello che è rimasto della popolazione ora vive barricata in zone di quarantena o fuori da quest’ultime, intenta a ricostruire la società. L’obiettivo di Naughty Dog, con The Last of Us, è stato quello di ricreare uno scenario apocalittico il più credibile e drammatico possibile, soprattutto nel comportamento umano dove la sopravvivenza è tutto, a qualsiasi costo, facendo emergere così i lati peggiori del nostro essere. Questo perchè non saranno solo gli infetti il nostro nemico principale nel corso dell’avventura, ma anche gli altri esseri umani, che non si faranno scrupoli ad uccidere e rubare con il solo scopo di pensare a se stessi.



Protagonista di questa storia è Joel, un uomo che è sopravvissuto all’infezione di 20 anni fa e che gli ha causato la perdita di tutto ciò che aveva di più caro: casa, amici e famigliari. Quell’evento lo ha portato ad essere la persona che è oggi, un contrabbandiare solitario incapace di fidarsi del prossimo e disposto a portare a termine qualsiasi tipo di lavoro solo al fine di sopravvivere. Uno di questi lavori sarà infatti il motore scatenante dell’avventura di The Last of Us, ovvero quello di scortare Ellie, una ragazzina di 14 anni, fuori dalla zona di quarantena e consegnarla ad un gruppo di rivoltosi chiamati Fireflies. Ellie non ha mai conosciuto il mondo prima dell’infezione e per tanto è molto curiosa sul passato e sul mondo al di fuori della zona di quarantena, motivo per cui decide di seguire Joel nonostante tutto.
Naughty Dog si è focalizzata tantissimo sulla caratterizzazione dei personaggi, affinchè risultassero reali e i loro comportamenti credibili, aspetto talmente importante per loro tale da metterlo sullo stesso piano del gameplay.
Inizialmente i due protagonisti non andranno d’accordo: per Joel, Ellie rappresenta solo un lavoro come un altro, mentre Ellie non si fida minimamente dell’individuo che la sta scortando. Durante il corso dell’avventura, però, i due apprenderanno presto che la necessità di cooperare sarà essenziale e questo porterà ad una evoluzione del loro rapporto di tipo padre/figlia. Questa evoluzione la si evincerà non solo a livello di trama, ma anche a livello di gameplay visto che man mano che i due andranno d’accordo ci saranno molte più interazioni tra di loro ed Ellie sarà interverrà molto più spesso in aiuto di Joel.



Il gioco viene definito come un survival action e alternerà elementi stealth a fasi d’azione, in cui anche il minimo errore porta inevitabilmente alla morte. In The Last of Us le scelte di gioco in termini di approccio e di utilizzo di oggetti avranno conseguenze enormi, visto che munizioni e medikit sono veramente ridotti all’osso e lo spreco di anche solo uno di questi potrebbe compromettere la riuscita di alcune sequenze successive. A volte preferire darsi alla fuga sarà una soluzione saggia a quella aggressiva atta a eliminare tutto ciò che ci si parerà davanti.
Ad avvalorare il concetto di sopravvivenza ci sarà l’elemento esplorazione, estremamente necessario per ottenere risorse e utensili da craftare per ottenere nuovi oggetti offesivi e difensivi. Anche qui, sarà il giocatore a stabilire cosa creare a seconda delle sue necessita, purchè si tenga conto che alcune risorse in genere vengono condivise per creare diversi oggetti, quindi a volte ci si può trovare nella situazione di creare una molotov piuttosto che un medikit. Inoltre il crafting e qualsiasi altro intervento che chiede l’attivazione di un menu avverrà con un interfaccia assolutamente minimale (ma di facile gestione) ed in tempo reale, affinchè non si cerchi mai di staccare troppo il giocatore da quello che gli sta succedendo intorno, tenendolo sempre in tensione e spronandolo a pensare poco ed agire subito, perchè i nemici non saranno lì ad attendere i vostri comodi.
L’esplorazione giocherà un ruolo chiave anche a livello di approfondimento visto che sarà possibile scoprire collezionabili provenienti dagli anni precedenti all’infezione (tipo giornali e fumetti da leggere) oltre che dare accesso a dialoghi unici tra Ellie e Joel che permetteranno al giocatore di scoprire ulteriori dettagli sul loro passato e sulla loro personalità.



Il gioco sarà pieno di momenti in cui si dovrà scegliere cosa usare e quando usarlo, in quanto è stato un forte desiderio di Naughty Dog di mettere il giocatore in continua tensione, facendolo sentire in colpa alla perdita anche di un solo proiettile o trovandosi disarmati davanti a nemici ostili solo perchè si è preferito creare un oggetto piuttosto che un altro.
Parlando di nemici ostili, nel gioco ve ne troverete ad affrontare essenzialmente di due tipi: gli umani e gli infetti. Grazie all’incredibile lavoro svolto dai Naughty Dog sull’intelligenza artificiale, i nemici, soprattutto quelli umani, saranno particolarmente ostici da battere in quanto saranno totalmente imprevedibili al giocatore. I nemici umani, se affrontati in gruppo, ad esempio, comunicheranno tra di loro, vi aggireranno, avvertiranno quando sarete senza munizioni e si aiuteranno a vicenda per evitare di essere sopraffatti. I nemici infetti sono invece leggermente meno intelligenti, ma più letali, visto che un solo loro attacco porta inevitabilmente alla morte. Ci saranno diversi tipi di infetti e tra questi, anche se non ne abbiamo avuto conferma, probabilmente vi saranno anche animali. Tra quelli da noi affrontati nelle due demo messe a disposizione durante l’evento, c’erano i Clicker, ovvero infetti privi di vista, ma dal forte udito sviluppato. Affrontarli è molto pericoloso in quanto richiedono almeno 3-4 proiettili per essere fatti fuori e, per tanto, è preferibile la fuga cercando di fare il meno rumore possibile o, in alternativa, distrarli in qualche modo lanciando oggetti e facendo rumore rispetto alla direzione opposta in cui dovete dirigervi.



Le demo da noi provate, Pittsburgh e Lincoln, servivano proprio a provare sulla pelle la differenza netta nell’approcciare due tipi di nemici così differenti dove gli umani ovviamente spiccano tra tutti dimostrando fino a dove possono arrivare pur di sopravvivere. Lo stesso ovviamente sarà per il nostro Joel (l’unico personaggio che controlleremo) che non mostrerà alcuna pietà contro i suoi nemici con una violenza davvero disarmante. Dimenticatevi le scazzotate di Drake in Uncharted, qui si fa sul serio.
E’ prevista anche una modalità multiplayer per The Last of Us di cui però Naughty Dog non ha ancora voluto rivelare nulla, nonostante manchi meno di un mese all’uscita del gioco. Le uniche cose che sono emerse dalla presentazione è che sarà parecchio divertente e perfettamente coerente con l’universo che hanno creato. Il single player sarà inoltre una buona fase preparatoria a quello che ci attenderà nella modalità online, in cui verranno mantenuti tutti i punti saldi del gioco, sopravvivenza in primis.
Per i giocatori che invece non sono interessati o non possono godere della modalità multiplayer, ad aspettarli ci sarà la terribile Survival Mode, la modalità di gioco più difficile che metterà davvero alla prova le capacità dei giocatori dove un singolo oggetto o una singola azione potrà fare la differenza.
Se c’è qualcuno che pensa che questa generazione non abbia più nulla da dire, allora dovrà ricredersi perchè The Last of Us rappresenta, o per lo meno ne ha il potenziale, uno dei giochi più maturi e complessi di questa generazione. Una grande storia, personaggi memorabili, una colonna sonora d’eccezione (composta per l’occasione dal celebre Gustavo Santaolalla), comparto tecnico di primo livello, atmosfera incredibile e tanto altro ancora. Ci sentiamo giusto di fare un piccolo appunto sul doppiaggio italiano che, per quanto sia recitato piuttosto bene, fallisce nella scelte delle voci dei singoli personaggi.
Attendiamo quindi ansiosi l’uscita del gioco per vedere se le nostre più che positive impressioni diverranno realtà quando pubblicheremo la nostra recensione.
 

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