Resident Evil: Revelations – Recensione Resident Evil: Revelations

Era il lontano 1996, quando Capcom diede vita ad una delle sue serie più famose: Resident Evil. Questo gioco ha  contribuito a rendere popolare il genere Survival Horror. Fino ai giorni nostri la serie si è arricchita di altri titoli e spin-off su piattaforme e generazioni differenti, abbandonando anche quelle meccaniche che lo avevano portato al successo, per questa ragione sono pochi i videogiocatori che non conoscono questo brand e grande è l’eco che risuona ad ogni nuovo capitolo. Da queste premesse, ecco Resident Evil Relevations, nuovissimo capitolo uscito pochi giorni fa esclusivamente per Nintendo 3DS.


“Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’eterno dolore …”

 

Nella timeline della saga, Resident Evil: Revelations si frappone tra il quarto ed il quinto capitolo; ambientato in Europa nel 2005, Jill Valentine, agente della B.S.A.A. ha l’incarico di trovare e soccorrere il suo ex partner Chris Redfield, presumibilmente scomparso durante una missione a bordo di una nave da crociera, la Queen Zenobia. Entrerà così in scena un nuovo gruppo di bio-terroristi chiamati Veltro, gruppo che ispirandosi all’Inferno di Dante Alighieri vuole “purificare” la terra dai peccatori attraverso la diffusione del pericoloso virus mutante T-Abyss. La storia ci porterà in tempi e luoghi differenti, utili a comprendere cosa sia Veltro e cosa si nasconda dietro le loro inquietanti maschere antigas.


3D or not 3D

 

Nonostante si parli di console portatile, a muovere i fili di Resident Evil Revelation c’è l’MT Framework Mobile, lo stesso motore grafico usato per Super Street Fighter IV 3D Edition, Monster Hunter Tri G e Resident Evil: the mercenaries 3D. Il risultato finale è quanto di meglio si possa vedere oggi su Nintendo 3DS; i modelli poligonali dei protagonisti sono ottimamente definiti e precisi ed il risultato finale è sicuramente lodevole. Alcune location ricordano moltissimo gli ambienti dei primi R.E., tetri, spogli e ricchi di sinistri particolari che sono in netto contrasto con altri più ampi, luminosi e sfarzosi, quindi si nota molto il passaggio da una zona all’altra, e questa peculiarità è utile per la meccanica di gioco che prevede spesso la rivisitazione di aree già esplorate.

Ciò che nella demo non ci aveva pienamente convinto, ossia il comparto luci, nella versione definitiva è stato migliorato ed ha acquistato il giusto valore tanto che nelle zone più buie l’incerta ma essenziale illuminazione della torcia e la luce traballante dei neon aumentano il clima di tensione, che si dissolve davanti ad ambienti ampi e luminosi.

L’effetto 3D contribuisce a farci apprezzare maggiormente le ambientazioni; la scelta degli sviluppatori di poter aumentare via software l’effetto 3D è un segno evidente di quanto la Capcom abbia puntato sull’effetto profondità; ad ogni modo, anche senza questa feature il gioco esprime ugualmente tutte le sue potenzialità.

Come da copione, l’interazione del personaggio con l’ambiente circostante è limitata alle classiche leve, casse da rompere e armadietti da aprire. Da sottolineare la cura di alcuni particolari, specialmente nella prima sessione di gioco, quando è ben visibile il rollio della nave; da citare anche le ottime scene animate, che opportunamente rimontante, vengono usate come riassunto tra un episodio e l’altro.

Ovviamente non è un titolo esente da difetti, che comunque non pregiudicano assolutamente l’ottimo risultato finale.


Il suono della paura

 

Come era lecito aspettarsi, la colonna sonora gioca un ruolo importante; l’alternarsi di musiche cadenzate e di claustrofobici silenzi, trasmettono con successo l’atmosfera in cui il nostro personaggio si muove. Fondamentali e degni di nota gli effetti speciali, come rantoli e respiri, che anticipano la presenza degli infetti ancor prima che questi possano essere visti, o come i suoni ovattati che si percepiscono nei passaggi sott’acqua. Chiaramente il tutto acquista maggiore intensità filtrato attraverso delle “semplici” ma efficaci cuffie stereo. Resident Evil: Revelations passerà alla storia come il primo gioco della serie ad essere stato doppiato in italiano, e nonostante qualche vistoso problema di sync, bisogna ammettere che il risultato finale è sorprendentemente bello e professionale.


Ritorno alle origini?

 

Una delle critiche più accese mossa nei confronti del quarto e del quinto capitolo è sicuramente la vocazione ad un genere troppo action e lo smarrimento delle meccaniche tipiche dei survival horror. Resident Evil: Revelations cerca in qualche modo di riportare a sé l’utenza delusa senza però dimenticarsi quanto di buono è stato fatto nei recenti 4 e 5. L’impostazione di gioco resta quindi la più recente e moderna con telecamera alle spalle del protagonista, ma spariscono quasi del tutto gli scontri con ondate numerose di avversari, il drop di munizioni ed erbe dai cadaveri, lo score dei nemici abbattuti, e sale la quantità di colpi necessari per abbattere un singolo nemico. Questo sistema ci costringe quindi ad un approccio differente, fatto di risparmio dei colpi ed esplorazione di tutte le aree possibili alla ricerca di munizioni, armi ed erbe necessarie alla sopravvivenza. In aggiunta a tutto questo, sarà finalmente possibile muoversi e sparare allo stesso tempo, opzione oggi considerata banale e istintiva, ma preclusa in ogni altro precedente R.E..

Per quasi tutta la durata del gioco il giocatore è affiancato da un partner, la cui presenza, quasi sempre superflua, non prevede una vera e propria interazione, non è possibile quindi condividere l’inventario e nemmeno soccorrerlo nei momenti di bisogno, ovviamente anche il suo supporto negli scontri sarà limitato a qualche colpo, ad onor del vero utile, ma mai essenziale.

In linea con i più recenti capitoli troviamo armi per ogni gusto ed  la possibilità di modificare le armi con particolari oggetti che incrementano valori come rapidità di fuoco e di ricarica, potenza e quantità di munizioni. Sarà a discrezione del giocatore applicare questi upgrade, e benchè sia preclusa la possibilità di utilizzare lo stesso tipo due volte sulla stessa arma, possiamo applicare la modifica da un arma all’altra a nostro piacimento.

Lo schermo inferiore del 3DS si rivela essere utile come sguardo sempre vigile all’inventario degli oggetti in nostro possesso. In particolari occasioni il touchscreen si trasforma in un pannello interattivo per eseguire semplici azioni come svitare un pannello elettrico o completare dei puzzle lungo il percorso.

Un’altra novità sostanziale di questo nuovo capitolo è l’introduzione dello scanner Genesis, accessorio in dotazione alle unità della B.S.A.A. in grado di rilevare ed analizzare le tracce di virus nell’ambiente; questo strumento, equipaggiato ed utilizzato come fosse una pistola, diventa un elemento fondamentale nel gameplay che oltre a rilevarci la posizione di oggetti altresì invisibili ad occhio nudo, scannerizza impronte  e nemici che sbloccano oggetti e obbiettivi secondari.

Infine uno sguardo ai controlli: grande attenzione è stata data a questo aspetto, e le soluzioni offerte sono adatte ad ogni tipo di esigenza. I comandi di gioco possono essere impostati dal classico spostamento laterale o rotazione in combinazione con un la pressione di tasto e stick analogico, all’utilizzo dei tasti A B X Y in “stile” d-pad. Il puntamento dell’arma che possiamo variare da prima a terza persona, può anche essere integrato con la funzionalità di puntamento assistita dal sensore di movimento della console. Per tutti coloro che trovano inadeguate queste opzioni, facciamo presente che il gioco accompagna l’uscita europea della periferica Circle Pad Pro, di cui abbiamo parlato in un articolo a lui dedicato e che trova in Resident Evil un ottimo trampolino di lancio.


Dieci ore, non male.

 

Il gioco è diviso in dodici capitoli, dalla durata totale di circa otto, dieci ore, molte delle quali saranno passate a risolvere sporadici enigmi, aprire stanze e cercare chiavi, costringendoci spesso a ritornare sui nostri passi in aree già esplorate in precedenza. I livelli di difficoltà, inizialmente due (facile e medio), sono ben calibrati per offrire ad ogni tipo di giocatore il giusto livello di sfida senza la frustrazione di passaggi troppo difficili da superare. Alla modalità storia, nel corso del gioco, si attiveranno i livelli della modalità “raid”, missioni in single e multiplayer che appagano anche i “palati” più esigenti. Tutto questo, unito all’atipica “rigiocabilità” del titolo, non possono che essere considerati un valore aggiunto ed aumentano considerevolmente la longevità del titolo.


Concludendo

 

Un ottimo gioco, sotto quasi tutti gli aspetti, e sicuramente uno dei migliori titoli disponibili oggi per Nintendo 3DS. Resident Evil: Revelations è il tentativo riuscito di rientrare nel genere survival horror, dal quale la saga si è allontanata negli ultimi anni. Dal punto di vista della narrazione ormai non è più in grado di stupire come una volta, ma resta tuttavia apprezzabile il comparto tecnico e le rinnovate (e ritrovate) meccaniche di gioco.

7.8
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