RAGE – Recensione Rage

Di grandi ritorni, in questa next gen, ne abbiamo visti parecchi. Grazie all’immenso successo commerciale del passatempo videoludico, grandi saghe, come Street Fighter, sono state letteralmente resuscitate (anche quelle delle quali non si sentiva la mancanza). Eppure, il sapore del passato può essere rivangato in molti modi: ad esempio, quando una delle software house più famose di sempre decide di rimettersi in gioco. Parliamo ovviamente di ID Software, ritornata sotto i riflettori grazie a Rage.

I creatori di Doom e Quake sembravano letteralmente scomparsi dalle scene dopo l’acclamato Doom III del 2004, se non per fare una fugace comparsata con Quake Live nel 2009. Il momento del "grande ritorno" è avvenuto con Rage, interessante FPS post apocalittico con importanti elementi free roaming, capace, e non solo per l’altisonante nomea dei programmatori, di attirare su di se l’attenzione dei videogiocatori e della critica specializzata. 


è sempre colpa dell’asteroide

Come nelle più ritrite trame catastrofiche, anche in Rage la fine del mondo avviene per colpa di un gigantesco asteroide, quell’Apophis che realmente rischia di colpire la Terra nel 2036. Nel mondo di Rage, Apophis impatta con il pianeta azzurro nel 2029, sortendo l’effetto di un inverno nucleare e riducendo l’umanità ad un insieme informe di sopravvissuti, riorganizzati in piccoli insediamenti nel bel mezzo del deserto (un po’ come Fallout, per intenderci).  Noi vestiremo i panni di un volontario Arca, ibernato prima dello stravolgimento apocalittico e risvegliatosi ben 106 anni dopo l’impatto asteroidale. Ci ritroveremo immersi in un mondo in lenta rinascita, fatto di sparute cittadine di confine, predoni e organizzazioni misteriose, che ci accompagneranno lungo tutto l’arco narrativo, rimanendo però in sottofondo.

Il plot di Rage non è che un pretesto, una semplice occasione per immergere il giocatore nel mondo di gioco. Tutto il resto è un susseguirsi frenetico di sparatorie, corse folli e brevi missioni secondarie. In effetti, da un prodotto ID Software non ci si poteva aspettare niente di diverso. I ragazzi della software house texana non hanno mai brillato per la bellezza delle strutture narrative, bensì per la profondità della pura offerta ludica. Rage non cambia di una virgola quest’abitudine. Non aspettative intrecci intricati o momenti di profondità intellettuale, perché Rage è un prodotto muscolare a cui interessa solo trasportare il giocatore verso la prossima sparatoria.


Free Roaming? Certo, ma solo un pochino

Quello che salta subito agli occhi, giocando a Rage, è l’immenso deserto devastato, apparentemente sterminato e vastissimo, e capace di riportare alla memoria quanto già visto in giochi come Fallout, o, ancora di più, Borderlands. In effetti, con il gioiellino Gearbox Rage ha da spartire parecchio, e non solo l’ambientazione pressoché identica. Entrambi i giochi si somigliano per via dell’impostazione delle battaglie e per l’utilizzo di veicoli armati, dalla linea molto simile. Infine, entrambi i titoli non sono poi così sandbox come può apparire ad una fugace occhiata. Si, perché Rage è solo all’apparenza un mondo aperto e liberamente esplorabile; a conti fatti, si va avanti seguendo un percorso ben prestabilito. Gli sviluppatori sono stati bravissimi nel dissimulare una serie di missioni bene o male pilotate, nascondendole dentro fondamenta free roaming. Il risultato intratterrà il giocatore lungo un’avventura lunga dalle 10 alle 15 ore, fatta di scontri a fuoco in puro stile ID e sfrenate corse in auto. Ma veniamo con ordine.

Come sparatutto, Rage funziona benissimo. Le varie missioni ci porteranno lungo aree di gioco lineari e zeppe di nemici, da abbattere utilizzando una buona varietà di bocche da fuoco e non solo (da segnalare il mortale boomerang rotante), caratterizzate dalla possibilità di utilizzare diversi tipi di munizioni. I nemici si muoveranno in maniera abbastanza credibile, pur senza mai brillare per intelligenza artificiale. Scapperanno se feriti, tenteranno di stanarci con granate o assalti frontali ma quasi mai ci inseguiranno se tenteremo la fuga. Discorso a parte va fatto per i boss, leggermente stonati in un contesto come quello di Rage e vagamente fuori forma, da abbattere con la classica strategia del "trova il punto debole". Quello che veramente manca a Rage è un momento davvero memorabile, capace di andare oltre la classica sparatoria all’ultimo sangue. Tutte le missioni non fanno altro che riproporre sequenze già viste, e per quanto il gameplay sia solido e divertente, a lungo andare potrebbe stancare il giocatore più navigato.


Poco più su, però, parlavamo anche di corse automobilistiche. Sin da subito ci troveremo a bordo di un mezzo a quattro ruote, e scopriremo che gran parte della cultura del mondo di gioco si basa sulle competizioni automobilistiche, tanto che sarà indispensabile vincere qualche gara clandestina per poter proseguire con le missioni principali. A conti fatti, la controparte corsistica di Rage può essere considerata un gioco nel gioco, ed il risultato funziona. Capiterà spesso di passare più tempo sui tracciati che non imbracciando un fucile, anche perché vincere le competizioni ci fornirà attestati da spendere per comprare potenziamenti per il nostro veicolo.

All’avventura in singolo si aggiunge un’interessante controparte online, divisa in due modalità ben distinte. La prima a saltare all’occhio è sicuramente la cooperativa, giocabile anche in locale, che ci vedrà impegnati in un’avventura alternativa legata a doppio filo alla trama principale. La trovata funziona talmente bene da far rimpiangere la mancanza della cooperativa anche per la missione in solitaria. La seconda modalità altro non è che la riproposizione in chiave multiplayer delle corse automobilistiche, divertente e sicuramente una chicca per quanti apprezzano i giochi di corsa, ma niente di più che un mero passatempo. In poche parole, si poteva fare di meglio.


Visione incantevole

Graficamente parlando, Rage fa miracoli. Il nuovo motore grafico ID Tech 5 è capace di ricreare ambienti naturali con una dovizia di particolari da far gridare al fotorealismo, ed il tutto con risultati praticamente simili sia su PC che su Console (specialmente se su quest’ultime si installa il gioco). Sin dalle prime battute di gioco ci ritroveremo con la mascella aperta, e non solo per via della visione incantevole. Tutto si muove con una fluidità sorprendente, senza rallentamenti e con pochi caricamenti, se non quelli tra una mappa e l’altra. A risaltare sono le texture degli esterni, più che degli ambienti indoor, specie nella realizzazione delle varie pareti rocciose, così realistiche da sembrare vere. Ottima anche la modellazione dei vari personaggi non giocanti, animati in maniera impeccabile durante tutti i dialoghi.


Nonostante la stupefacente resa visiva, anche l’ID Tech 5 mostra le sue pecche. Su Xbox 360, piattaforma sulla quale è stato provato il gioco, si notano continui problemi di caricamento delle texture. Basterà spostare lo sguardo in qualsiasi direzione per vedere le varie texture comparire qualche secondo dopo, e per quanto il problema sia di per se soprassedibile, rimane comunque una nota stonata.

Interessante il sottofondo musicale, caratterizzato da ottimi pezzi country-rock orecchiabili e ben inseriti nel contesto, tanto vicini a quelli inseriti in Borderlands da richiamare nuovamente il paragone. Godibile, almeno per una volta, il doppiaggio italiano. Noi abitanti dello stivale siamo spesso abituati a localizzazioni nostrane frettolose e poco accurate. Rage non ricade in quest’ultima categoria, e pur non presentando un doppiaggio memorabile, si fa ascoltare con piacere. L’unica pecca? Sono anni che sentiamo sempre le stesse voci.

Verdetto finale

Rage è un prodotto ID Software sino al midollo. La trama, ridotta all’osso, trasporta il giocatore in un mondo violentissimo, in cui aprirsi la strada a suon di sparatorie e corse sfrenate. Il mondo aperto non può che aiutare, e per quanto la fusione del free roaming con il genere FPS sia ormai una realtà consolidata da tempo, gli sviluppatori hanno saputo metterci del loro, relegando l’esplorazione a mero orpello e basando le missioni principali su un design lineare e guidato. Rage è un prodotto che può dire molto, e in questo panorama governato dagli sparatutto in prima persona, solitamente copie di altre copie, brilla facilmente di vita propria. Se solo la varietà fosse stata curata un tantino di più, la trama meglio approfondita e la controparte free roaming meglio sfruttata, ci troveremmo sicuramente in mano un prodotto memorabile. Così, invece, Rage si conferma un titolo di alta qualità ma nulla più. Capolavoro mancato? forse.

Rage è altamente consigliato a tutti gli amanti degli FPS e delle ambientazioni post-apocalittiche, che troveranno un prodotto frizzante e divertente. Se invece cercate un titolo capace di intrattenervi con la sua trama, o, addirittura, se non amate molto i gameplay energici e diretti, lasciatelo tranquillamente sullo scaffale. 

 

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