Persona 5 Royal – Recensione Nintendo Switch

Recensito su Nintendo Switch

“Il mondo non è come dovrebbe essere”: è pieno di maschere delle quali spogliarsi per rivelare la propria Persona, sia essa su PlayStation, Xbox, PC o Nintendo Switch. Richiesto a gran voce da tanti aspiranti Trickster, Persona 5 Royal arriva sulla Console ibrida a circa due anni di distacco rispetto alle altre piattaforme. A onor del vero, la voce narrante quanto suadente ha rapito tanti appassionati di JRPG nell’ultimo capitolo numerato della serie ben cinque anni fa, prima che ATLUS operasse un lavoro di aggiunte e modifiche completo in tutti i suoi aspetti, in una parola, regale.

Sulla scia di quanto compiuto per il precedente e per il terzo episodio, il quinto ha visto un suo ampliamento in termini di tracce musicali fino persino di personaggi e porzioni di trama. Convinta che questo ultimo gruppo avesse ancora molto da dire, l’azienda nipponica ha rilasciato nel tempo Persona 5: Dancing in the Starlight e Persona 5 Strikers, mentre i possessori dell’ammiraglia di casa Nintendo possono ora rifarsi con uno dei migliori esponenti del genere negli ultimi anni; un concentrato di irti piani filosofici, psicologici e ludici in primis che catturerà gli appassionati e convincerà i meno avvezzi, perché un essere umano senza Persona è cieco alla realtà delle cose, sosteneva Carl Gustav Jung.

Persona 5 Royal

Ladri fantasma portatili

Se è vero che la neo edizione per Nintendo Switch punta a incontrare utenti che non hanno mai varcato la soglia dell’accademia Shijin, è bene andare a ripetizioni della storia di Persona 5 Royal. Ren Amamiya – il nome ufficiale secondo l’anime e altri prodotti legati al brand, ma in principio è possibile chiamarlo a proprio piacimento – è uno studente di sedici anni dai solidi principi morali grazie ai quali riesce a sventare un’aggressione a sfondo sessuale. Incolpato ingiustamente per avere ferito il vero colpevole, il ragazzo si vede costretto a trasferirsi a Tokyo con una fedina penale ormai macchiata e a scontare un anno di libertà vigilata tra il ripostiglio di un bar e l’unica scuola disposta ad accettare un individuo con la sua brutta reputazione.

La prima notte di questa lunga pena si rivela molto agitata, poiché il protagonista si ridesta nella Velvet Room familiare ai fan di Persona, ovvero una misteriosa stanza sospesa “tra il sogno e la realtà, tra il pensiero e la materia”, dove lo attendono Igor e le sue giovanissime assistenti, Justine e Caroline. È proprio in questo luogo che Ren apprende di dovere fronteggiare la dilagante corruzione del mondo e di dovere trovare la forza per ribellarsi al fato avverso. Salvo che, aperti gli occhi, da un’apparentemente banale app scovata per caso sul suo smartphone s’innesca una serie di strani eventi a catena: proprio tale software gli consente infatti di traslarsi ai Palazzi, manifestazioni dei desideri distorti d’individui malvagi e corrotti.

Persona 5 Royal esami

Dal momento che la distruzione di queste costruzioni in formato dungeon costringe i loro reggenti a confessare le proprie malefatte, Ren e un manipolo di compagni accomunati da una spiccata avversione per i raggiri e l’ipocrisia decide di usare questi incredibili poteri per rubarne i tesori grazie al risveglio dei loro Persona. Pur nei canoni di uno shōnen – una produzione d’intrattenimento diretta a ragazzi adolescenti o poco più grandi e che pertanto non possiede un lato esplicitamente crudo e brutale – la trama è fitta di temi drammatici con picchi di grande potenza cinica e schietta, passando da un sempreverde sotto testo patriarcale alla solitudine e alle molestie, intrisa di connotati psicologici (con dei forti richiami a Jung) e filosofici (la realizzazione di sé).

Se la scrittura di Persona 5 Royal eccelle è anche merito del suo cast di attori, un insieme di archetipi da anime giapponese (atleti, emarginati, hikikomori in potenza) che riesce però a slegarsi dalla semplice macchietta a favore di personaggi sfaccettati. Non solo la nuova edizione aggiusta qualche forzatura narrativa e aggiunge un intero semestre scolastico da vivere giorno per giorno, ma permette di conoscere tre Confidenti inediti, come Kasumi Yoshizawa. Studentessa quindicenne dell’Accademia Shujin, la fanciulla dai capelli rossi s’inserisce in modo impeccabile nel team già rodato dal 2017, accompagnata dal consulente Taruko Maruki e da Goro Akechi.

Persona 5 Royal

Scorcio di vita quotidiana

A distinguere il Gameplay di Persona 5 Royal dagli altri JRPG è la convivenza di parti da Dungeon Crawler e altre da slice of life. Basandosi sulla ripartizione dell’anno scolastico, il tempo di gioco è scandito da un calendario con più momenti di ogni giornata e risulta pertanto indispensabile programmare i propri compiti quotidiani. Ren può per esempio trascurare momentaneamente i suoi eroici doveri e trascorrere dei pomeriggi interi per rafforzare il rapporto con i suoi Confidenti, o lavorare part-time in piccoli negozi per accumulare denaro da spendere in sale giochi, cinema e ristoranti. La sensazione di stanchezza sulla media e lunga distanza di questa porzione importante del titolo, a causa di alcuni inneschi relativamente forzati, viene quasi del tutto scongiurata dalla versione più recente.

Nulla che possa nel complesso interferire con l’incedere delle varie attività per migliorare le cinque statistiche sociali: conoscenza, coraggio, perizia, gentilezza e fascino. Potenziare ognuna di esse permette di accedere a ulteriori svaghi e persino a nuove interazioni con gli NPC e scelte di dialogo. Instaurare solidi legami con i Confidenti, sarà possibile acquisire delle abilità speciali, utili sia in battaglia che durante le lunghe fasi esplorative.

Persona 5 Royal

Fortezze da smascherare

Le giornate scandiscono anche il tempo richiesto per completare i dungeon di Persona 5 Royal. Lo scopo è di scovare e sgraffignare il tesoro nascosto del corrotto padrone di turno entro un momento limite, facendo a volte ritorno a Tokyo per riorganizzare il piano di attacco: ogni fortezza si dimostra un ottimo dedalo di strade, anfratti nascosti così intricato da convincere ATLUS stessa ad aggiungere un comodo rampino per giostrarsi meglio tra le stanze. La via per il bersaglio è però costellata di tanti nemici da sconfiggere attraverso un sistema di combattimento a turni: come da tradizione del genere, ogni protagonista ha dalla sua un attacco semplice, una gamma di Personae (una scelta di localizzazione davvero indovinata) da evocare, potenziare e a cui ordinare di attaccare, e la gradita novità delle armi da fuoco, una ripresa dal passato della serie che, a differenza dell’originale Persona 5, permette di ricaricarle al termine di ogni scontro.

Ancora, a patto che tutti i nemici siano stati storditi a terra con un colpo di pistola, il gruppo può scegliere se ricorrere a un Assalto, che infligge danni ingenti a tutti gli avversari, o se invece provare a negoziare con le Ombre. Originale trovata rispetto ai classici JRPG, questa seconda opzione può risolversi in tre diversi modi: l’avversario potrà lasciare cadere la propria maschera e unirsi ai Persona di Joker (l’unico personaggio in grado di cambiare partner), o semplicemente darsi alla fuga dopo aver ceduto un oggetto raro o una cospicua somma di denaro.

Persona 5 Royal

Stile da vendere tra le mani

Anche su Nintendo Switch, Persona 5 Royal riesce a mascherare degnamente i suoi limiti tecnici dati dai suoi circa cinque anni sulle spalle: certo, le texture si rivelano sotto tono rispetto agli standard odierni, ma i modelli poligonali si difendono in maniera egregia. A giudicare dalle seppur relative differenze tra la modalità portatile e quella collegata alla TV, pare che gli sviluppatori abbiano concentrato i propri sforzi sulla prima, che rimane la scelta più consigliata per chi sarà tentato di giocarlo su Switch.

Il maestro Shoji Meguro ha regalato una serie di tracce musicali orecchiabili e indimenticabili, come “Rivers In the Desert” e “Last Surprise” cantate da Lyn Inaizumi che con la versione Royal si arricchiscono di altre 30, affrontando più generi e variando in questo modo l’accompagnamento ritmico al giocatore. Menzione d’onore per la localizzazione nostrana, con vari accorgimenti – come la permanenza dei suffissi giapponesi o il già citato termine Personae – che denotano una cura certosina che spero possa ripresentarsi nel futuro della serie.


Lo stile esuberante e già iconico di Persona 5 Royal non avrebbe potuto mancare l’appuntamento con Nintendo Switch e infatti, dopo due anni di attesa, anche i possessori della console ibrida possono lasciarsi rapire dall’ultimo capitolo numerato della serie firmata ATLUS. Se la direzione artistica irresistibile a braccetto con una colonna sonora d’eccezione riesce a ipnotizzare i giocatori, a tenerli incollati al piccolo schermo è la trama capace di toccare picchi profondamente drammatici che risuonano d’immagini psicologiche e filosofiche, innalzandosi sulla vetta di una scrittura fuori scala, oltre a un sistema di gameplay che mescola parti di dungeon crawler e altre di slice of life. Aggiungendo le novità introdotte dalla versione Royal, si tratta di uno dei migliori JRPG che i fan del genere possano sperare di trovare sulla piattaforma di Nintendo, nella consapevolezza d’iscriversi a un anno scolastico che gli insegnerà a gettare le loro maschere e a rivelare la loro vera Persona.

9.8

Pro

  • Uno dei migliori JRPG ora anche per Nintendo Switch
  • Scrittura e trama profonde nel loro orgoglioso essere shonen
  • Stile artistico irresistibile
  • Ottima localizzazione dei testi in italiano

Contro

  • Le parti di slice of life risentono di qualche spigolosità nel medio e lungo termine
Vai alla scheda di Persona 5 Royal
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