Ghostbusters: The Video Game Remastered – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Siamo gente semplice: ci basta andare in un luogo affollato e urlare a squarciagola “E chi chiamerai?” per sentirci rispondere in coro da tutti i figli degli anni ’80 che, come noi, sono cresciuti chiedendosi se fosse mai possibile costruire uno zaino protonico funzionante: “Gli Acchiappafantasmi!“. A mettercene uno sulle spalle non ce l’abbiamo ancora fatta ma, con l’invidia di chi videogiocatore non è, noi gamer abbiamo la fortuna di poter vivere mille vite, tra cui anche quella di Ghostbusters: The Video Game Remastered.

C’è un nuovo Acchiappafantasmi in città

Ray, Egon, Peter e Winston non bastano più: in Ghostbusters: the Video Game Remastered – che come suggerisce il nome altro non è che la versione rimasterizzata del gioco uscito nel 2009 per PlayStation 3 e Xbox 360 – il giocatore si cala nei panni del quinto Acchiappafantasmi, giovane recluta che si aggiunge ai personaggi storici dei primi due film. La scelta, interessante sotto il profilo narrativo perchè lascia spazio allo smisurato carisma dei Ghostbusters e alle battute taglienti degli attori che li impersonano, perde un po’ di mordente a causa proprio del protagonista senza nome, con una personalità che a confronto anche gli eroi di Dragon Quest sono più estroversi.

Per quanto capiamo che si tratti di una scelta voluta per mettere il giocatore al centro dell’azione come se stesse assistendo a un film dall’interno, certo sarebbe stato più coinvolgente avere il controllo di un personaggio almeno in grado di esclamare esaltato (come avremmo fatto tutti noi) “Ehi, sono nei Ghostbusters!” invece che restarsene muto per tutto il tempo. Resta il fatto che la storia, direttamente partorita dalle menti di Dan Aykroyd e Harold Ramis, è un concentrato di eventi bizzarri, ectoplasmi e battute ed è ancora oggi, dieci anni dopo l’uscita del gioco originale, è quanto di più vicino possibile a quel Ghostbusters 3 che a suo tempo tutti avremmo desiderato vedere al cinema.

Ghostbusters: The Video Game Remastered

Non stiamo parlando di una trama propriamente da oscar (c’è tanto fanservice), ma comunque di una storia pensata per soddisfare ogni fan degli Acchiappafantasmi. Si inizia con il botto, con la prima ora di gioco ricca di avvenimenti catastrofici e con le citazioni dei primi due film della serie che si susseguono senza sosta, sia per quanto riguarda le ambientazioni che per i personaggi e i fantasmi che si pareranno sul cammino dei Ghostbusters. Successivamente le cose si fanno un po’ più tranquille e il ritmo generale dell’avventura si fa più lento, regalando comunque una sceneggiatura di buon livello.

Manca forse un vero colpo di scena che faccia esclamare “wow”, ma considerando lo scempio a cui ci hanno abituato certi giochi su licenza potete stare tranquilli: qui lo standard offerto è davvero ottimo.

Ghostbusters: The Video Game Remastered

Mai incrociare i flussi

Le meccaniche di base di Ghostbusters: the Video Game Remastered sono stanzialmente quelle di un Third Person Shooter action: zaino protonico in spalla, per la maggior parte del gioco vi ritroverete a sparare raggi verso i più disparati ectoplasmi per indebolirli, imbrigliargli e inscatolarli all’interno delle iconiche trappole. Nell’avventura c’è anche spazio per l’esplorazione con il rilevatore di presenze ectoplasmiche e la risoluzione di semplici enigmi ambientali, per lo più legati allo scovare fantasmi o all’utilizzare le funzioni secondarie dello zaino – come il lacciogomma derivato della melma di Ghostbusters 2 – per aprirsi il passaggio verso luoghi apparentemente inaccessibili.

Per la maggior parte dell’esperienza, comunque, il ritmo sarà abbastanza sostenuto e sparare raggi protonici e intrappolare entità saranno le vostre attività principali.

Ghostbusters: The Video Game Remastered

Non manca tutto ciò che ha reso tali gli Acchiappafantasmi: il rilevatore di presenze, la Ecto-01, la centrale dei pompieri, Slimer e Janine. Si potrà interagire con questi elementi e personaggi svariate volte durante il gioco, per raccogliere informazioni e completare missioni al fine di proseguire con l’avventura. L’esplorazione della centrale operativa e dei vari livelli di gioco, inoltre, è operazione fondamentale per i completisti: recuperare oggetti ed eseguire determinate azioni (chi nella centrale non si farà almeno un giro sulla pertica non merita questo gioco! N.d.R.) porterà a soddisfare velocemente gli obiettivi richiesti per sbloccare tutti i collezionabili offerti dal gioco. Nella nostra prova su PlayStation 4 abbiamo conquistato una decina di trofei solo nella prima ora di gioco (l’intera avventura dura all’incirca 6-8 ore).

Grande mancanza per quanto riguarda il gameplay, anche se gli sviluppatori hanno spergiurato che l’opzione sarà presto resa disponibile gratuitamente per tutti gli acquirenti di Ghostbusters: the Video Game Remastered, è il comparto multiplayer: distruggere gli ambienti e catturare fantasmi in compagnia di amici reali era un’esperienza unica offerta dal gioco originale, e siamo certi che la presenza del gioco di squadra in questa Remastered è una conditio sine qua non per consigliarne l’acquisto.

Ghostbusters: The Video Game Remastered

Esperienza (quasi) cinematografica

L’analisi del comparto tecnico mostra il fianco ai primi “ma” di questo titolo. Pulizia grafica e alta risoluzione a parte, il gioco resta in tutto e per tutto quello del 2009: stesse texture, stessi modelli poligonali, stesso frame rate. Il motore grafico di Saber Interactive si difende fortunatamente bene ancora oggi, regalando momenti di puro godimento quando il flusso protonico inizia a disintegrare la mobilia lasciando scie di bruciato sui muri. È però ovvio che in dieci anni di passi avanti ne sono stati fatti, e che Ghostbusters: The Video Game Remastered si presenta visivamente come il gioco di un tempo, oggi purtroppo (e, permetteteci, ovviamente) senza più stupire come allora.

Anche l’audio ci porta a discutere di una scelta alquanto discutibile: se da una parte abbiamo una soundtrack e degli effetti sonori stupendi e perfetti per immergersi nell’esperienza, dall’altra dobbiamo obbligatoriamente segnalare un doppiaggio che, seppur recitato dalle voci originali, non si dimostra all’altezza delle moderne produzioni videoludiche, Ma il problema peggiore è un altro: nel gioco del 2009 era presente anche la localizzazione italiana, con tanto di doppiatori originali del film. In questa remastered, invece, abbiamo a disposizione solamente i sottotitoli, e dal momento che molti dialoghi si svolgono durante l’azione in game, i giocatori meno esperti di inglese saranno costretti a leggere i sottotitoli o a ignorarli, perdendosi buona parte dell’esperienza.

Ghostbusters: The Video Game Remastered


Dare un giudizio a Ghostbusters: The Video Game Remastered non è affatto facile. Certamente ci troviamo di fronte, ancora oggi, ad uno dei migliori giochi su licenza di sempre: la storia, i personaggi e le situazioni sono quanto di più vicino a quel Ghostbusters 3 che avrebbe dovuto uscire negli anni d’oro degli Acchiappafantasmi. Se siete fan dei Ghostbusters chiuderete certamente un occhio sui difetti dell’esperienza e, a voi, chiediamo di considerare il voto di questa recensione come se avesse un paio di punti in più. Gli altri sono avvisati: se non conoscete gli Acchiappafantasmi non coglierete la maggior parte dei riferimenti e vi ritroverete di fronte alla versione remastered di un buon titolo che però presenta alcune forti lacune rispetto ai TPS più moderni.

7

Pro

  • La trama del "vero" Ghostbusters 3
  • Indossare lo zaino protonico è un'esperienza unica
  • Il carisma dei Ghostbusters originali è imbattibile

Contro

  • Manca (per ora) il multiplayer
  • È lo stesso gioco di 10 anni fa
  • Graficamente apportato solo un minimo upgrade
  • Niente localizzazione italiana (nel gioco originale era presente)
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