West of Dead – Recensione PS4

Recensito su PlayStation 4

I tentativi di rinvigorire e rilanciare il genere roguelike si susseguono ciclicamente e con alterne fortune. Raw Fury riprende in qualche modo la scia di un titolo del genere che ha riscosso grande successo, il Dead Cells peraltro aggiunto questo mese su PsNow, virando su un’ambientazione western-noir. Il titolo per PS4 è un porting della versione già pubblicata su PC qualche mese fa, e considerata l’impostazione twin-stick shooter del gioco, la conversione avrebbe dovuto portare solo vantaggi. Avrebbe.

Lo scenario

West of Dead è uno sparatutto isometrico che consente di maneggiare e fare fuoco con 2 armi per volta. Il giocatore impersona il ruolo di William Mason (la cui voce narrante è della star di Hollywood  Ron Perlman – ndr), un’anima dannata inviata in Purgatorio della quale sappiamo poco e tenteremo di scoprire qualcosa in più avanzando nella storia, sebbene non sia il caso di attendersi chissà quale narrazione. Il vostro lavoro, come avrete intuito, è uscire dal Purgatorio nel tentativo di scoprire chi vi ha mandato laggiù e perché. L’ambientazione di West of Dead si collega perfettamente con il game-design roguelike utilizzato, poiché ogni morte vi riporterà semplicemente in una sorta di saloon etereo dinanzi alla porta che si spalancherà sulle vostre sofferenze. Spesso guardando alla redenzione come a una chimera.

West of Dead recensione PS4

Il buio in questo titolo di Upstream Arcade è parte integrante dell’esperienza, sia a livello di sceneggiatura che di strategia, non a caso le lanterne sono parte fondamentale di tutto l’avanzamento. Ciò contribuisce a rendere meglio un diffuso senso di angoscia , ma soprattutto a esaltare il tipo di grafica cel-shading scelto dal team di sviluppo, che richiama parecchio le atmosfere à la Sin City. A conti fatti, con ogni probabilità è questo l’aspetto più azzeccato e riuscito del gioco.

Le luci del gameplay

I fondamenti delle meccaniche di shooting e copertura sono gestiti quasi completamente in automatico. Mason, con il suo teschio in fiamme, si “attaccherà” naturalmente a qualsiasi elemento di copertura a cui è (molto) vicino. Entrare in copertura, però, è solo l’inizio, anche perché nessuna di queste è permanente. Ciò significa che non potrete rimanere nello stesso punto indefinitamente e quindi dovrete pensare subito a come e quando uscirne, magari con una capriola o con tutto il volume di fuoco di cui siete capaci. Quando si tratta di sparare, West of Dead non offre meccanismi di ausilio alla mira, ma vi obbliga a contare solo sulla vostra esperienza e su alcuni indicatori di direzione in prossimità del vostro avatar. Premendo e tenendo premuto il grilletto L2 o R2, a seconda della pistola che si desidera utilizzare, si avrà modo di mirare e/o sparare direttamente, a singolo colpo o raffica. Dettaglio non trascurabile: non esistono contatori di proiettili, pertanto non dovrete preoccuparvi di cercare munizioni né peraltro di ricaricare le bocche di fuoco, in quanto l’operazione di ricarica è automatica e la velocità può essere incrementata attraverso miglioramenti dell’abilità. Ad ogni uccisione e progredendo nell’esplorazione della mappa si guadagnano ferro e punti ‘peccato’, spendibili per i necessari upgrade da mercanti che si incontrano sulla via, oppure dalla maga che si trova alla fine di ogni livello.

West of Dead recensione PS4

Ogni arma ha il proprio indice di danno, portata ottimale e tempi di ricarica, e ciò incide evidentemente sul tipo di approccio al combattimento da parte del giocatore. Inoltre, in perfetto stile rougelike, la mappa cambia sempre in modo random ad ogni run e lo stesso dicasi per il posizionamento di armi e gadget (non molti a dire il vero). Oltre all’uso delle armi da fuoco, i giocatori possono infatti sfruttare una serie di ulteriori arnesi da combattimento, non più di due contemporaneamente. Esplosivi, bombe fumogene, molotov e lanterne, nonché uno scudo di protezione. La luce è un elemento chiave nella lotta contro gli eterni abitanti del Purgatorio. Le esplosioni di luce attorno a un nemico, accendendo una lampada o lanciando una lanterna, faranno sì che rimanga stordito, permettendovi di infliggere danni extra.

West of Dead recensione PS4

 Le ombre del gameplay

Che abbiate a che fare con tiratori scelti, cacciatori di paludi giganti, gonfi appestati, cani mutanti, draghi umanoidi o orribili pipistrelli infernali, la selezione di villain con cui vi imbatterete in West of Dead sarà sempre decisamente stimolante e soprattutto ansiogena. Non solo per il senso ancestrale del buio. Come abbiamo già detto, l’impostazione rougelike del titolo prevede che non sia possibile avanzare per checkpoint né salvare la partita in un punto ove riprenderla (è consentito solo sospenderla). Ogni morte è definitiva e vi rispedisce al punto di partenza senza pietà per tutto ciò che di buono avevate combinato sino allora. Ciò, se da un lato obbliga a scelte consapevoli nell’incremento di alcune abilità (prima fra tutte la salute), dall’altro vi rende drammaticamente inermi quando, sopraffatti al primo tentativo di una bossfight mai sperimentata prima, sarete rispediti nella cripta (vari capitoli prima). È il rougelike bellezza. Alcuni miglioramenti delle abilità rimarranno comunque sbloccati (come ad esempio la pozione di recupero salute), ma ciò non servirà a mitigare la frustrazione per essere costretti a un nuovo walkthrough integrale.

West of Dead recensione PS4

Tuttavia le dolenti note non si limitano alla interpretazione, se vogliamo, eccessivamente purista del genere (che pure era possibile mitigare in tanti modi). Da quanto toccato con mano per la recensione della versione PS4 di West of Dead, il difetto a nostro avviso maggiore di questa produzione – interessante seppur scarna – sta nel modo in cui il videogiocatore è costretto a gestire il campo visivo. Scordatevi infatti la classica third person view che consente di comandare la camera a piacere per gestire il vostro approccio alla mappa e ai settori di tiro negli scontri. West of Dead impone al giocatore una visuale che può essere modificata di pochissimo e soprattutto che non è legata all’incedere del personaggio verso un punto specifico. Per intenderci, non è possibile praticamente quasi mai ingaggiare uno scontro a fuoco avendo la visuale da dietro le spalle del vostro personaggio. Data l’impostazione isometrica dei livelli, per approcciare determinati nemici avrete solo e soltanto una direzione possibile di movimento e/o di sparo. Cosa più frustrante (e in taluni casi dannosa), sovente ci si trova a far fuoco verso un punto solo pensando alla presenza probabile di un nemico, poiché pur agendo sulla leva dx che controlla la visuale una porzione di mappa rimane comunque invisibile. Alla lunga questi adattamenti alla cieca diventano stancanti.

West of Dead recensione PS4

Un porting che sa di beta

Detto dei difetti evidenti nella gestione della telecamera e dell’oltranzismo nei concetti rougelike applicati da Raw Fury, non si può non rilevare che il gioco abbia anche delle gravi lacune a livello di routine e di level design. I bug incontrati nella prova sono stati svariati e ci hanno costretto ad altrettanti riavvi (immaginate cosa voglia dire, per un gioco in cui si ricomincia sempre da capo, doverlo fare anche quando non ve lo siete meritato). Al di là del grazioso e ben riuscito design fumettistico non c’è nulla di più nella mappa, che è sì generata casualmente, ma risulta davvero troppo essenziale. Il dedalo di corridoi e stanze che si forma è ripetitivo e sconsolatamente vuoto, mentre gli effetti buio/luce alla lunga possono annoiare. Il porting su console, che pure avrebbe potuto rendere bene in un twin stick shooter, risulta minimo, se non per una funzionalità di mira legata al touchpad del controller che si rivela ben presto imprecisa ed inutilizzabile.

Una IA da purga…torio

L’IA nemica è macchinosa e a tratti imbarazzante: roba d’altri tempi si direbbe. Lo sbilanciamento oscilla dalla perfetta imbecillità di alcuni soldati semistatici alla furia di animali letali che possono inseguirvi a lungo. Per non parlare delle bossfight. Ad ognuna di queste è quasi sicuro ritrovarsi a ripartire da zero, non importa quanto eravate ben equipaggiati e preparati, a volte la morte sembra inevitabile. Se aggiungiamo che il tutorial è molto molto meno che essenziale, e la personalizzazione dei comandi inesistente, potremmo ben dire che il titolo è pronto… per una beta version!


In sostanza ciò che emerge in questa recensione di West of Dead versione PlayStation 4 è anche un rimpianto. A bocce ferme, viene da chiedersi perché aver fretta di consumare un’idea intrigante solo per pubblicare prima il titolo. Non conosciamo ovviamente le dinamiche commerciali che vi sono dietro, ma siamo sicuri che allo stato dei fatti West of Dead era un bel progetto embrionale che i ragazzi di Raw Fury hanno probabilmente bruciato, destinandolo inevitabilmente a rimanere…. in Purgatorio. Peccato perché l’atmosfera prometteva bene, e il porting su console avrebbe potuto concedere la giocabilità che invece rappresenta il vero minus di questa produzione.

5.3

Pro

  • Atmosfera intrigante
  • Cel shading originale

Contro

  • Dinamiche rougelike eccessivamente rigide
  • Camera-view difettosa e frustrante
  • Stato di sviluppo non maturo
Vai alla scheda di West of Dead
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