Borderlands 4 Provato – Gamescom 2025

Borderlands 4 provato del Re del caos: più armi, un nuovo mondo e la solita, folle promessa di bottino.

Borderlands 4

C’è un peso specifico, quasi gravitazionale, nel numero “4” quando si accosta a un nome sacro del videogioco. Non è il “2”, che ha il compito di confermare, espandere e correggere il tiro; e non è nemmeno il “3”, che spesso rappresenta la maturità, l’apice di una formula che ha trovato la sua quadratura. Il quarto capitolo è un animale diverso, più complesso.

È la puntata della consapevolezza, quella che arriva quando un’idea non solo ha già detto tutto, ma lo ha urlato con ogni grammo di fiato che aveva in corpo. E nessuno, nell’ultimo decennio e mezzo, ha urlato più forte di Borderlands.

La creatura di Gearbox Software si presenta a questa Gamescom 2025 con l’onere e l’onore di dimostrare di avere ancora una voce, una ragione d’esistere che vada oltre la semplice, quasi bulimica, accumulazione di sé stessa. Perché, siamo onesti, il rischio è tutto qui.

Borderlands è la saga che ha codificato il looter shooter moderno, trasformando la spirale di Diablo in un carnevale punk rock fatto di esplosioni, miliardi di armi e un umorismo talmente sopra le righe da fare il giro e diventare quasi una critica al cinismo che pervade il suo stesso universo.

Borderlands 4 - Villain

Ma oggi, in un panorama affollato da “games as a service” che hanno imparato la sua lezione, da Destiny a The Division, fino ai tentativi falliti come Anthem, cosa può ancora raccontarci Pandora, o meglio, il nuovo pianeta Kairos? La domanda che ci accompagna verso lo stand di 2K non è se Borderlands 4 (che è stato anticipato rispetto a quanto previsto) sarà “più grande”, perché su questo non nutriamo dubbi.

Lo sarà, è inevitabile. La vera questione è se sarà “diverso” nel profondo, se saprà evolvere quel nucleo di gameplay che conosciamo a menadito.

La promessa, stando alle dichiarazioni ufficiali, è quella di un’esperienza che onora il passato ma accelera verso il futuro. Il reveal alla Gamescom 2024 ha gettato le prime basi: quattro nuovi Cacciatori della Cripta (Vex la Sirena, Rafa l’eso-soldato, Harlowe il Gravitar e Amon il Forgeknight), un pianeta inedito, Kairos, soffocato dal pugno di un dittatore noto come Timekeeper, e una narrazione che vuole esplorare l’equilibrio tra ordine e libero arbitrio.

Concetti affascinanti, che suggeriscono un tono forse più oscuro, un tentativo di dare un peso narrativo diverso al caos. Abbiamo già visto video dedicati ai singoli personaggi, come Rafa e le sue personalizzazioni di stampo militare, o Amon e le sue abilità che evocano armi elementali, a testimonianza di una volontà di approfondire il background dei protagonisti.

Borerlands 4 provato gamescom

Ma il cuore pulsante di Borderlands è sempre stato il suo loop: spara, saccheggia, migliora, ripeti. E qui le novità sembrano toccare le fondamenta. Si parla di un nuovo tipo di bottino, i “Rep Kit” per cure istantanee e bonus, e degli slot “Ordnance” per granate e armi pesanti che non consumeranno munizioni ma funzioneranno a cariche o cooldown, liberando di fatto uno slot arma principale.

Sono questi i dettagli che cerchiamo, i piccoli scossoni a una formula che, per quanto gloriosa, rischia l’autocannibalismo. Vogliamo capire se il gunplay, al di là dell’infinita varietà di effetti e proiettili, avrà una nuova consistenza, se l’intelligenza artificiale nemica saprà offrire sfide più complesse della semplice superiorità numerica e se la struttura del mondo di gioco saprà essere più di un semplice, enorme poligono di tiro.

Borderlands 4 Provato – Gamescom 2025

Non c’è uno senza due, senza tre e – inevitabilmente – senza quattro. E sì, parliamo di Borderlands 4, provato qui alla Gamescom, a Colonia. Tornare in Germania per mettere le mani su questo quarto capitolo della saga di Gearbox significa anche fare i conti con un bagaglio di aspettative particolari.

Non basse, intendiamoci, ma di quelle sospese, un po’ incerte. Perché la vera domanda è sempre la stessa: cosa ha ancora da raccontare Borderlands? Qual è la spinta di novità che può offrire questo capitolo dopo tanti anni?

La serie, lo sappiamo, ha già quattro episodi principali alle spalle. Le evoluzioni ci sono state, certo, ma raramente radicali, mai davvero roboanti. Eppure, dopo una mezz’ora abbondante di gioco, mi sono ritrovato con un misto di conferme e sorprese. Se da una parte l’impianto resta fedele alle radici, dall’altra ci sono elementi che hanno reso questa prova più piacevole del previsto.

Partiamo dal comparto tecnico, non sempre la colonna portante della saga ma che qui merita subito attenzione: Borderlands 4 segna il passaggio all’Unreal Engine 5. E incredibilmente – vista la difficoltà di molti altri progetti – questo è uno di quei titoli che gira bene. La build era su PC (senza dettagli sulla configurazione), con possibilità di scegliere tra tastiera/mouse e pad: io ho optato per il controller e l’esperienza è stata scorrevole, dinamica, solida. Nessun problema di performance, colori vivi ma mai sparati, un colpo d’occhio che funziona.

Borderlands 4 provato

Lo shooting è forse l’aspetto che più mi ha sorpreso. Senza voler bestemmiare, mi ha ricordato in più momenti quello di Destiny: reattivo, appagante, con un feeling diverso rispetto al passato.

Borderlands è sempre stato il regno del “bullet sponge”, nemici spugna che richiedono tempo e pazienza per andare giù. Qui quella sensazione resiste, ma con un twist: complici la diversificazione delle armi, le nuove classi di Cacciatori della Cripta e un mix di piccole novità, il gameplay mi è sembrato più piacevole, più fluido, più divertente.

La demo proposta, però, non era legata alla campagna principale. Al contrario, ci hanno messo davanti a una sorta di sfida istanziata: un piccolo “volta” separato, con tre arene consecutive da ripulire in stile Doom, seguite da una boss fight.

E devo ammettere che lo scontro con il drago è stato interessante: più fasi, attacchi diversi, la coda che sbatteva a terra obbligandoti a saltare al momento giusto, ondate di nemici a complicare la vita, l’arena che mutava richiedendo di arrampicarsi o spostarsi rapidamente. C’era carne al fuoco e il ritmo non mancava.

Peccato, però, che questa scelta abbia tolto spazio a ciò che più avrei voluto provare: un estratto della trama, dell’esplorazione, di quel “Borderlands senza bordi” che gli sviluppatori hanno promesso con la nuova struttura seamless.

Loro stessi hanno scherzato sul motto, ma la sostanza resta: avrei preferito toccare con mano la progressione narrativa piuttosto che una parentesi isolata.

Resta il fatto che il cuore di Borderlands è intatto. Un titolo che inevitabilmente piacerà ai fan storici, che troveranno esattamente quello che cercano: nuovi nemici, nuova storia, nuove armi. Gli sviluppatori hanno ribadito che sarà anche un punto d’ingresso ideale per i neofiti, un’occasione per abbracciare il franchise dall’inizio. E sì, per quello che ho visto, il gioco funziona, diverte e intrattiene.

Borderlands 4 personaggio

La mia impressione, tuttavia, resta un po’ sospesa: Borderlands 4 è un buon gioco, un buon capitolo, ma forse gli manca quel graffio in più, quella scintilla capace di trasformarlo in qualcosa di più che un sequel ben fatto.

Io stesso non so dire se ci giocherei con vera convinzione, forse un po’ stanco del genere e della ripetizione di certe dinamiche. Ma il potenziale c’è: solido, ben confezionato, con un’anima che continua a battere.

Starà al gioco completo dimostrare se riuscirà a fare quel passo in avanti che la saga merita.

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