Catherine – Anteprima Catherine

Abbiamo finalmente potuto mettere le mani su una versione giocabile di Catherine che sfruttasse un idioma comprensibile (in questo caso inglese). Il titolo, pubblicato in Giappone a febbraio ed atteso in America questo luglio, si presenta come un insieme di generi stravagante ed ambizioso: non sorprende quindi che dietro ad un progetto tanto particolare vi sia una casa di distribuzione (ed in questo caso sviluppo) come Atlus, già nota per molti altri prodotti videoludici che hanno colpito il nostro mercato come Shin Megami Tensei, Trine e Radiant Historia.


Catherine, con le sue pressioni su Vincent, è il catalizzatore delle sventure del Nostro

Le meccaniche di gameplay si presentano ricche di sfaccettature, in virtù delle molteplici soluzioni ludiche che il titolo abbraccia: si va dal puzzle-game, in cui è necessario pensare alla svelta, alla risoluzione di dialoghi a scelta multipla, per poi passare a quelle che sono lunghe cut-scenes che illustrano una storia apparentemente ben costruita.
Quali sono dunque le nostre impressioni su di un titolo tanto atipico, che tanto fa sentire la propria nipponica provenienza con trovate stilistiche a cui il pubblico europeo non è certo avvezzo?

Thriller

Catherine può sostanzialmente essere diviso in 3 compartimenti stagni, ognuno adibito all’ospitare una tra le soluzioni di gioco precedentemente elencate. 
Si parte da quella in salsa puzzle-gamer: il nostro protagonista, Vincent, si ritroverà spesso e "volentieri" catapultato in una dimensione parallela, apparentemente in un sogno, in cui deve scalare una torre spostando dei blocchi con proprietà uniche, onde arrivare alla cima prima che il "demone" dell’occasione ne faccia poltiglia, avvalendosi di un sistema di controllo sulle prime macchinoso, a cui è necessario dedicare dell’attenzione in modo da padroneggiarlo a dovere; il demone in questione cambia forma a seconda di quella che è la psiche del nostro alter-ego: integrando quelle che sono le scelte compiute durante i dialoghi a scelta multipla, andremo difatti definendo il pensiero, le idee sulla vita sentimentale e le sensazioni di Vincent, portandolo ad essere inseguito ora dalla sua amata Catherine, ora da un eventuale figlio che questa vorrebbe avere da lui, restio ad assumersi un impegno così grande.


Vincent è un protagonista tanto strambo quanto carismatico nella sua goffaggine 

Allo scopo di rendere più complessa la situazione, è stata introdotto un apposito misuratore d’indole, che a seconda delle nostre azioni descriverà un perfetto padre di famiglia o, ancora, uno svogliato cronico e stanco della propria relazione.
La semplicità d’esecuzione di questo insieme d’azioni rende Catherine un titolo alla portata di tutti, proponendo puzzle interessanti ed ingegnosi (e per cui è possibile optare per la difficoltà più semplice nel caso ci si volesse solamente godere la storia, acquisendo in questo caso l’abilità di "cancellare" le ultime mosse fatte), filmati graziati da una direzione artistica e da una regia invidiabili e da personaggi dotati di grande carisma nella loro umanità, nel loro ricalcare figure quanto mai comuni nella nostra società.
E nel frattempo, gli sviluppatori hanno ben pensato di inserire tutto quello che può essere considerato caratteristico di una produzione giapponese: imprecazioni strambe, dialoghi surreali, features improbe come un sistema di "combo" basato sulla quantità di blocchi scalati di fila durante i propri incubi (sorprendentemente gratificante), quello stile un po’ osé che stuzzica ma si limita al "vedo non vedo", giocando con l’attenzione del giocatore per una storia d’amore e sesso che si tinge di giallo quando si esce dalla propria testa o dalla camera da letto.

 


Catherine, negli incubi di Vincent, è un demone che cerca di ucciderlo

 

Man-Ga!

Come se il versante ludico non ci avesse convinto quanto basta malgrado la brevità della versione giocabile, Catherine si dimostra ben realizzato anche per quanto concerne l’aspetto più prettamente tecnico della produzione: un cell-shading dal tratto realistico ma in grado di mantenere la propria particolarità stilistica descrive ambienti ottimamente particolarizzati, personaggi dal design intrigante nella propria semplicità, divertenti dettagli sul volto degli stessi per sottolineare questa o quell’emozione. Volti che purtroppo, per via della loro scarsa espressività, costituiscono uno dei pochi nei di quanto visto sin qui.
Nota positiva anche per il comparto sonoro, con musiche ispirate ed un doppiaggio inglese davvero ben realizzato.

 


Vincent & Co. al bar, luogo in cui sarà possibile ricevere e rispondere ad SMS tramite un semplice sistema di scelta multipla

 

E qua?

La recente prova di Catherine ci ha pienamente convinti: le soluzioni ludiche adottate ne fanno un titolo tanto intrigante quanto vario e divertente. La produzione Atlus sembra inoltre fregiarsi di una trama interessante e di una scrittura dei dialoghi invidiabile, malgrado quanto visto sin ora sia ben poco. Fermo restando che a molti potrebbero risultare indigeste le frequenti sessioni puzzle o la nipponicità che permea l’intero titolo o, ancora, la lunghezza delle frequenti cut-scenes, non possiamo non augurarci che Catherine venga pubblicato anche qui, nel Vecchio Continente, magari dotato di qualche extra per il ritardo accumulato, e di qualche piccola rifinitura a livello tecnico e di gioco, riguardanti l’espressività dei volti e la macchinosità negli spostamenti di Vincent.

 

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