Control Resonant Anteprima

Si ritorna nel Remedyverse, stavolta nei panni di Dylan Faden.

Control Resonant è il sequel ufficiale di Control
Control Resonant è il sequel ufficiale di Control

In un momento oscuro, probabilmente uno dei più asfissianti della mia vita, l’annuncio di Control Resonant ha un’importanza titanica, che va al di là della “semplice” passione per i videogiochi e per tutto ciò che ne consegue. Nel corso degli ultimi anni, e chi mi conosce lo sa bene, ho passato tantissimo tempo a venerare ma soprattutto a studiare e analizzare il lavoro di Sam Lake e di Remedy, una software house che con la sua politica visionaria – impersonata alla perfezione del suo fondatore – ha letteralmente stravolto la mia vita. 

Control Resonant è molto più di un videogioco, per me. Lo attendevo come – onestamente – attendo pochissimi altri giochi (The Witcher 4 o Alan Wake 3, ad esempio) e sapere che sta per diventare – finalmente – realtà è un piccolo sogno ad occhi aperti. Tutto questo hype, questa irrefrenabile emozione, se ci pensate, è anche un po’ paradossale. Ormai quasi sette anni fa, proprio sulle pagine di Gamesource, ho avuto la fortuna di poter provare con grande anticipo il primo Control, un titolo che, sulle prime battute, non mi entusiasmò più di tanto.

La storia, però, mi ha insegnato che bisogna sempre scavare a fondo e non fermarsi mai alla prima impressione per giudicare qualsiasi cosa e con Control è andata esattamente così. Il grande merito di questo “change of hearth” è – indubbiamente – passato per Alan Wake 2  e la sua poderosa venuta, che ha suscitato in me un’epifania di sensazioni ed emozioni ludiche mai (o quasi) provate fino a quel momento.

Ed è proprio questo il bello: Alan Wake 2 è legato a Control, come Control è legato ad Alan Wake 2 e, soprattutto, il nuovo Control, che prende il nome di Resonant, parte proprio dalle fondamenta narrative sia del primo capitolo sia del DLC di Alan Wake 2, “The Lake House”. 

Il nuovo setting si preannuncia a dir poco spettacolare
Il nuovo setting si preannuncia a dir poco spettacolare

Control Resonant: l’evoluzione passa per l’innovazione

Control Resonant, previsto per un generico 2026 (occhio ai rinvii, però) ha, dunque, una doppia missione, difficilissima: replicare e bissare il successo del suo predecessore e, soprattutto, aprire “ufficialmente” le danze a quel “Remedyverse” che, anno dopo anno, ha assunto connotati sempre più chiari e sfaccettati. Per farlo, Remedy sembra aver adottato alcune soluzioni creative anche ardite, forti, perfettamente in linea con la carica autoriale del suo creatore. Sam Lake e il suo team vogliono fare di più, un po’ come hanno fatto con Alan Wake 2 che ha, di fatto, espanso, stravolgendone la struttura, il primo capitolo, portando la serie verso orizzonti creativi nettamente differenti. 

In quel caso, però, la scelta è stata quasi obbligata. Il primo Alan Wake appartiene ad un’epoca videoludica decisamente “superata”. Per quanto meraviglioso, rigiocare la prima avventura di Alan in quel di Cauldron Lake può non essere semplicissimo, a causa di numerose spigolosità importanti di natura esclusivamente ludica.  Quello che sembra essere accaduto con Control, invece, ha l’apparenza di essere profondamente differente. Control Resonant, infatti, sembra essere un prodotto parecchio diverso dal suo predecessore, ma non per necessità. Sam Lake, lo sappiamo, non è abituato a fermarsi e rilassarsi dopo un successo, e quanto sta accadendo con il sequel del visionario titolo del 2019 sembra esserne la conferma. 

Control Resonant è figlio di una visione creativa in continua evoluzione. Il trailer mostrato durante i The Game Awards 2025 ha evidenziato un netto cambio di rotta, non tanto sul piano della narrazione e della direzione artistica, che sembra, come al solito, fuori di testa e incredibilmente spettacolare, quanto su quello del gameplay e della gestione dei combattimenti. A primo acchito, il nuovo titolo di Remedy sembra essersi avviato verso una deriva action decisamente più predominante, con combattimenti continui, veloci e frenetici, ma soprattutto all’arma bianca. Questo dettaglio può sembrare banale, ma in realtà è un segnale eloquente del netto cambio di rotta messo in piedi dal team di sviluppo.

Jesse Fayden, infatti, utilizzava solo armi a distanza e i poteri, dunque attaccava soltanto non corpo a corpo. Ora non più, e non solo perché il protagonista della nuova storia è suo fratello, Dylan, ma anche perché quest’ultimo utilizza un set di armi decisamente differente, tutte corpo a corpo, il che enfatizza non poco il forte cambio avvenuto in seno alla produzione. Control Resonant sembra un action, sembra quasi uno stylish action in alcune sequenze, e non vediamo l’ora di capire dove si sono spinti i ragazzi di Remedy con la loro nuova creazione. 

control resonant si preannuncia molto diverso dal suo predecessore
Il nuovo capitolo della serie sembra andare in una direzione fortemente opposta

Tu lo conosci Dylan Faden?

Come vi ho già spoilerato poco fa, anche se non era esattamente il proverbiale segreto di Pulcinella, il protagonista del nuovo Control è cambiato. Pur rimanendo presente – in modi e con spazi che non conosciamo –  e, tra l’altro, nel trailer si vede la sua sagoma e si sente la sua voce, Jesse non è l’alter ego di questo nuovo viaggio. La palla passa a suo fratello, Dylan, l’oggetto dell’ossessiva ricerca di Jesse nel primo Control, tenuto prigioniero nei meandri oscuri non solo del FBC, il Federal Bureau of Control, ma soprattutto “nascosto” agli occhi del mondo, perso nella follia dimensionale dell’iconico Oceanview Motel. 

Ricordate The Lake House? Ebbene, l’ottimo DLC di Alan Wake 2 ha praticamente fatto da ponte tra il primo e il secondo Control. Se avete sviscerato ogni anfratto del secondo e ultimo contenuto aggiuntivo del capolavoro di Sam Lake saprete già che c’è una sezione extra del DLC, una “coccola” speciale per i più coraggiosi e desiderosi di scoprire, pensata proprio per i fan di Control e, soprattutto, per essere il collegamento “ufficiale” tra i due mondi. Nei meandri più oscuri del breve, ma incredibilmente spaventoso, viaggio dell’agente Estevez, è nascosto proprio Dylan Faden, a simboleggiare quello che è un vero e proprio passaggio di consegne, meravigliosamente oscuro e misterioso.

Dylan aveva già anticipato che qualcosa di grosso sarebbe arrivato, aveva chiesto all’agente Estevez di dire a sua sorella che lui ci ha “provato”, prima di spalancare la sua mente verso quel futuro che si preannuncia ancor più misterioso e oscuro. L’ex Paziente 6 e direttore dell’FBC, sembra essere un protagonista nettamente più silenzioso e tormentato di sua sorella, che sembra voler comunicare più con le azioni che con le parole.

Dylan Faden, al contrario della sorella, ha tra le mani qualcosa di potenzialmente più grosso da gestire. La missione di Jesse, almeno nella intenzioni iniziali, era quella di trovare suo fratello. Dylan, invece, è chiamato a fare qualcosa di più grande, a cercare risposte a domande mai poste o ancora non fatte, in un circolo mentale malato, contorto e brutale. 

Nel DLC The Lake House abbiamo avuto ulteriore conferma di quanto il Remedyverse abbia un potenziale davvero abnorme. Gli intrecci narrativi e anche storici che si nascondono sullo sfondo hanno radici ben più profonde, che sembrano andare ben oltre quanto avvenuto ad Alan o nell’FBC, e questo nuovo capitolo parrebbe avere tutte le intenzioni di provare a scavare sempre più a fondo, anche perché, e l’abbiamo già ipotizzato, i pericoli stavolta sembrano anche maggiori o, per essere più precisi, agire su una scala molto più vasta.

Dylan Faden è un protagonista più oscuro di Jesse
Dylan Faden è un protagonista più oscuro di Jesse

Un silenzio assordante

Il primo trailer di Control Resonant ha – indubbiamente – lasciato il segno, nel bene e, per certi versi, nel male. Volendo essere brutalmente onesto, pur considerando l’attitudine lavorativa estrosa di Sam Lake e di Remedy, non mi sarei mai aspettato un simile cambio di rotta, soprattutto in termini di gameplay. Come ho già avuto modo di dire in precedenza, e sicuramente ci ritorneremo quando avremo dettagli più precisi, sul piano dei combattimenti il cambio di direzione è alquanto evidente. Il nuovo Control sembra aver abbandonato la struttura se vogliamo un po’ più “survival” del suo predecessore, lasciandosi andare a una deriva ben più action.

Gli scontri, i movimenti, le armi utilizzate: tutto lascia pensare a un titolo in cui il combattimento, specialmente quello corpo a corpo, è il fulcro dell’esperienza. Non penso, onestamente, che il nuovo Control possa sacrificare più di tanto la narrazione, ma sono altrettanto convinto che in questo sequel gli scontri saranno ancora più numerosi e, soprattutto, complessi e importanti in termini di direzione ludica. Dylan Faden, a differenza di Jesse, pare avere più confidenza con l’oscurità e con i suoi poteri, e automaticamente appare come una vera e propria furia in mezzo ai tantissimi nemici.

Control Resonant, però, non vuole parlare solo con le “mani”. Il sequel del titolo del 2019 ha un’importantissima missione, come vi avevo già detto: espandere e arricchire sempre più il Remedyverse e tutto quello che è a esso annesso, con tutto ciò che ne consegue in termini di world building. Il titolo, infatti, va al di là della Lake House, dell’FBC e, in generale, sembra voler estendere i propri confini verso nuovi orizzonti, ampliando così non solo il bagaglio narrativo e culturale di tutto l’ecosistema, ma anche il level design, che già a un primis sguardo sembrerebbe essere, al solito, incredibilmente ispirato e contorto. 

Il trailer dei TGA non ha, chiaramente, scoperto chissà quante carte, e conoscendo Sam Lake sono sicuro che le bombe non mancheranno, ma è chiaro che quanto mostrato riesca comunque a delineare un’esperienza dai fortissimi toni onirici. Il viaggio di Dylan Faden si preannuncia spettacolare e esagerato, ricchi di riferimenti al futuro e al passato della serie e dell’universo narrativo, e anche i continui cambi di rotta intravisti, in termini di location, sembrano puntare in tal direzione. È presto ancora per potervi dare riposte più concrete, e non vedo già l’ora di saperne di più.

 

Il nuovo viaggio è soltanto è soltanto all’inizio

Control Resonant sembra essere l’ennesimo colpo di genio di Sam Lake e del suo team. Remedy non si è adagiata sugli allori e ha, all’apparenza, rivoluzionato una formula vincente e apprezzata, creando il solito scossone ludico e sensoriale che non vediamo l’ora di toccare con mano.

È chiaro che qualche preoccupazione c’è, anche perché questo sequel prende, almeno per quanto visto finora, fortemente le distanze dal suo predecessore, almeno ludicamente parlando, e non vedo l’ora di scoprire fin dove si sono spinti i ragazzi finlandesi con questo nuovo, incredibile, progetto. Soltanto il tempo saprà aiutarci.  

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