Dota 2 – Anteprima Dota 2

Pensato inizialmente come una mod per il famoso titolo della Blizzard, Warcraft 3, Defence of the Ancients, meglio conosciuto come Dota, divenne un titolo giocatissimo ed oggi amato da milioni di giocatori grazie al suo gameplay dinamico ed innovativo. Ai pezzi grossi di Valve, tra cui il noto Gabe Newell, piacque parecchio lo stile ideato dallo sviluppatore, conosciuto sotto il nome IceFrog. Sostanzialmente la casa produttrice ha affermato che il loro progetto con Dota 2 consiste nel migliorare il gameplay di Defence of the Ancients e di proporlo sotto una nuova veste grafica, senza stravolgerne le meccaniche o introdurre grosse modifiche.

 

 

Un nuovo genere


Defence of the Ancient non venne pensata come una semplice mod, ma si propose anzi come un nuovo genere videoludico definito successivamente come
MOBA (Massive Online Battle Arena), il quale mescola meccaniche tipiche degli strategici con quelle dei giochi di ruolo. Il gameplay appare molto influenzato da quello di Warcraft 3, e vede due squadre, composte da eroi impersonati e controllati direttamente dai giocatori, scontrarsi l’una contro l’altra. L’obiettivo primario è quello di distruggere la base avversaria la cui gestione è lasciata alle truppe controllate dalla CPU, meglio note come creeps. Prima di giungere al “core” nemico, bisogna abbattere le varie torri avversarie seminate per la mappa, ed in nostro aiuto entrano nel campo i suddetti soldati comandati dall’IA. Al fine di portare a termine tale obiettivo i giocatori si vedono costretti a livellare il più velocemente possibile, in modo tale da primeggiare sulla squadra avversaria. In sostanza, ad ogni nuova partita, il player deve scegliere il proprio eroe per poi farlo aumentare di livello, guadagnando punti esperienza e cercando oro utile all’acquisto di nuovi oggetti, reperibili presso dei negozi dove si possono comprare armature e pozioni. Al termine del proprio allenamento si può scegliere, come nei più classici GDR, se acquisire nuove abilità oppure potenziare quelle che già si possiedono.




Le novità
 

Dopo questa infarinatura generale su ciò che è Dota, vediamo cosa ha in mente di nuovo Valve per questo suo attesissimo seguito. A detta di Eric Johnson, senior manager del titolo, gli eroi inizialmente presenti in Dota 2 saranno gli stessi del primo capitolo (un centinaio per intenderci). Stando a ciò che dice, col tempo ne verranno introdotti di nuovi. Ovviamente tali eroi saranno ancora una volta suddivisi nei tre classici archetipi: forza, agilità e intelligenza. Per quanto riguarda la "forza", troviamo tutti quegli eroi che hanno come caratteristica primaria un numero elevato di punti vita ed uno stile di combattimento mirato principalmente al corpo a corpo. Altre caratteristiche peculiari risiedono nelle loro abilità di bloccare e stordire i nemici. L’archetipo "agilità" racchiude in sé tutti quei personaggi che rientrano fra gli arcieri o gli assassini e che possono dunque adottare un combattimento sia ravvicinato che a distanza. A differenza dei primi questi avranno un ridotto numero di punti vita, controbilanciato però da un’elevata velocità e agilità. L’ "intelligenza" consiste, infine, in quelle classi magiche caratterizzate anch’esse da pochi punti vita ma da un’alta disponibilità di mana, indispensabile per i loro attacchi magici. Essi potranno sia sfruttare abilità d’attacco sia di supporto (tra le più classiche troviamo quella per curare gli alleati).

 



Fino a questo punto nulla appare diverso rispetto al predecessore. Valve, infatti, sembra aver voluto lasciare il gameplay invariato, concentrandosi invece su tutti quei difetti che avevano minato la giocabilità del primo. Un lampante esempio può essere riposto sul bilanciamento delle squadre realizzato malamente da IceFrog. Nel primo Dota infatti, i neofiti che entravano per la prima volta in una sessione multiplayer si trovavano in netto svantaggio rispetto ai giocatori più esperti. Al fine di abbassare la ripida curva d’apprendimento che affliggeva questo mod, Valve ha cercato di introdurre nel suo seguito un sistema che permetta alle squadre di auto bilanciarsi in base all’esperienza dei giocatori. Per rendere il tutto ancor più semplicistico sono stati inoltre sviluppati un tutorial ed un’interfaccia utente più intuitiva. Quest’ultima è stata assai migliorata, principalmente grazie all’aiuto dei numerosi beta tester che hanno partecipato, e continuano a partecipare, allo sviluppo del titolo. Aspetto molto interessante è l’introduzione di un sistema tutto nuovo denominato “coaching”, il quale consiste nell’aiuto di un nuovo arrivato da parte di un giocatore più esperto. Seppure non siano state rilasciate molte informazioni a riguardo, l’idea appare molto interessante e, se ben realizzata, potrebbe risultare un buon diversivo per trascorrere del tempo tra un match ed un altro. Il nuovo elemento sta nella possibilità di mettere ora in pausa il gioco durante una partita on-line. Sarà infatti ora possibile farlo sino ad un massimo di tre volte per giocatore. Anche su tale aspetto, che è ancora in fase di testing, si hanno poche informazioni.

 

Per quanto riguarda il singleplayer non sarà prevista alcuna campagna, ma sarà solamente possibile scontrarsi contro la cpu, in modo tale da allenarsi per le partite molti giocatori.

 

L’unico aspetto su cui si può certamente dire che Valve ha lavorato è il motore grafico, interamente rivisto sotto le vesti dell’ormai onnipresente Source. Dota 2 si può interpretare come un mix tra il comparto tecnico di Alien Swarm e Team Fortress 2, data la necessità di usare una telecamera posta in alto alla mappa e di rendere uno stile cartoon simile a quello adottato dalla Blizzard per il suo Warcraft 3. Insomma, graficamente troveremo tutti quei pregi del Source che ormai ben conosciamo, come anche i suoi difetti, dovuti ormai dal peso degli anni che cominciano a farsi sentire.



Conclusione

 

 

Il seguito di Valve di Defence of the Ancient è già famosissimo grazie al super seguito torneo, svoltosi alla Gamescom che si è tenuta quest’estate a Colonia. Ancor prima del suo lancio, Dota 2 vanta un ampio numero di giocatori che aiutano a migliorare il titolo grazie alla fase di testing che sta continuando a svolgersi. Sostanzialmente nulla è realmente cambiato rispetto alla mod di IceFrog, se non che Valve stia cercando di rendere il più accessibile possibile questo suo nuovo prodotto, in modo da non creare quelle disparità che si venivano a formare in Dota tra nuovi arrivati e veterani. Tra le novità più appaganti troviamo il così detto sistema di coaching, grazie al quale i giocatori più esperti potranno aiutare i neofiti grazie ad una sorta di tutorial online. Bisogna vedere però se questo Dota 2, senza innovare nulla nel genere, sarà in grado di vincere contro la concorrenza, la quale, al giorno d’oggi, vanta ormai di un buon numero di titoli ognuno dei quali con una propria buona fetta di utenti. Le speranze stanno tutte nella capacità di Valve, che almeno fino ad ora, non ha mai deluso i giocatori PC.

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