Lego Batman Legacy of the Dark Knight Provato – Gamescom 2025
Come i titoli di LEGO Star Wars prima di essa, anche la trilogia di LEGO Batman sta per ricevere un'edizione rimasterizzata. L'ho provata a Colonia in questa edizione 2025 di Gamescom.
A tre anni di distanza da Lego Star Wars: The Skywalker Saga, TT Games è tornata a farsi sentire sul palco dell’Opening Night Live della Gamescom, annunciando ufficialmente Lego Batman Legacy of the Dark Knight. Un titolo che segna il ritorno del Cavaliere Oscuro in versione mattoncini, ma che, allo stesso tempo, si presenta come un progetto più ambizioso rispetto al passato.
Non ci troviamo di fronte a una semplice rielaborazione delle avventure cinematografiche di Batman: Legacy of the Dark Knight si propone come un vero e proprio viaggio attraverso la storia recente del personaggio, mescolando riferimenti alle pellicole di Christopher Nolan, al cupo universo di Matt Reeves e persino agli storici videogiochi della serie Arkham. Tutto, ovviamente, rivisitato con quell’ironia scanzonata che da sempre contraddistingue le produzioni Lego.
Le prime sequenze mostrate lasciano intravedere un titolo che non solo raccoglie l’eredità del suo predecessore, ma la espande ulteriormente: un open world ambientato a Gotham City, un sistema di combattimento rivisitato in chiave più tecnica e che sembra abbracciare il free flow di Arkham e poi adottato dagli Spider-Man di Insomniac, e persino la presenza di diversi livelli di difficoltà, elemento inedito per la serie.
Non mancheranno poi personaggi giocabili al fianco di Batman, come Jim Gordon, Catwoman, Robin e Batgirl, cosa che lascia inturire come sì l’inizio della storia sia prima che Bruce diventi Batman, ma anche di come Lego Batman Legacy of the Dark Knight miri ad aprire orizzonti (narrativi e, perché no, meccanici e sequel-itici) dell’eredità dell’eroe mascherato.
Insomma, tutto lascia intendere che Lego Batman Legacy of the Dark Knight voglia essere non solo un nuovo capitolo per i fan delle avventure Lego, ma anche un vero e proprio omaggio all’iconografia del Crociato Incappucciato.

Lego Batman Legacy of the Dark Knight Provato – Gamescom 2025
Sia all’inizio che alla fine della mia prova ho pronunciato: “C’è Lego. C’è Batman. Cosa mai potrà andare storto?”. Beh, niente, perché Lego Batman Legacy of the Dark Knight è il mio gioco della conferenza Gamescom 2025.
La sezione iniziale mi ha visto esplorare liberamente un quartiere di Gotham, alla ricerca di crimini sui quali intervenire, collezionabili da raccogliere o anche solo appigli ai quali agganciarmi con il mio rampino per una planata spettacolare in uscita.
Il flow, te lo dico da subito, è quello di Batman Arkham City, senza un centimetro o grammo di differenza dal piacere esplorativo di quel titolo. Affrontare risse con le varie combriccole è appagante e sono convito che il combat system di Arkham (il “free flow” poi usato anche da altri titoli, da allora) sia uno dei tie-in, a livello di meccaniche, più elegantemente traslati degli ultimi tempi.
Al punto che ci ho dovuto mettere un paio di minuti a rallentare il mio button mashing e rientrare nel ritmo valzeriano degli Arkham. Ci sono ovviamente le schivate e i contrattacchi, ci sono le tracce dei proiettili nemici, ci sono i take-down silenziosi. Non so davvero come altro dirlo: è Batman Arkham, ma LEGO, quindi con tutte le aggiunte tipiche dei giochi LEGO.

Ho trovato particolarmente piacevoli i collezionabili, in particolare quelli legati all’enigmista, mai piazzati nell’open-world senza una vera ragion d’essere, e sempre al di là di un qualche piccolissimo enigma da risolvere. Enigmi che, lo sottolineo, sono anch’essi perfetti, sempre leggermente oltre l’ovvio e ampiamente prima del frustrante (non come Silent Hill f, o così almeno sembra, per ora).
Dopo una decina di minuti di esplorazione libera, i dev ci hanno invece spinto a provare il livello “completo” disponibile, all’inseguimento della banda dei Cappucci Rossi (sì, anche quel Cappuccio Rosso). Anche in questo caso tutto partiva dall’open-world, però, nel quale abbiamo dovuto investigare sulla struttura chimica di alcuni orsacchiotti chiusi in 3 container sparsi per il quartiere. Ognuno di essi poteva essere interagito solo dopo che ci eravamo presi cura del gruppetto di teppistelli presenti, però, e quindi via di botte e via di straordinario combat system.
Cercando di testare l’elasticità del sistema di gioco di Lego Batman Legacy of the Dark Knight, ho provato ad approcciare il primo container in modo più stealth, e non sono rimasto sorpreso nel constatare che gran parte dei nemici erano tranquillamente sistemabili senza allertare gli altri. La particolare location mi ha anche stuzzicato in modo più attivamente distruttivo, con almeno 3-4 elementi da distruggere per smezzare il numero di nemici.
Una volta allertato un nemico – che non avevo visto, idiota io – inizia il combattimento aperto, e tutti gli archetipi iniziali del nemico classico di Batman Arkham sono lì, da quello a corto raggio fino al cecchino. Il più problematico è sicuramente stato il cattivone rinforzato con casco e scudo antisommossa, da affrontare scavalcandolo per cercare di colpirlo nella sua parte scoperta.
L’introduzione di un nemico a più fasi più avanti nel livello smuove un po’ l’equilibrio e lo fa in modo piacevole e allo stesso tempo meccanicamente interessante. Sono in fondo le sincronie fra i diversi nemici a creare l’emergent gameplay che ogni dev che si rispetti insegue.

Dopo aver trovato l’origine dei pupazzi abbiamo il prossimo obbiettivo: le industrie Ace Chemicals. Qui la sfida diventa più complessa e divertente: sparsi per il livello, relativamente lineare, ci sono interazioni che richiedono lo switch al secondo personaggio, ossia Gordon e la sua arma “bloccante”. Sparata nei giusti contesti può bloccare la fuoriuscita di melma tossica da determinate tubature, ma anche bloccare per qualche secondo i nemici più coriacei e fastidiosi.
Lo switch è immediato e il sistema di gioco non solo riconosce ma automaticamente switcha al gadget che serve, se il nostro personaggio ne è provvisto, nel momento in cui il nostro mirino punta sull’oggetto interagibile.
Mi ha fatto anche molto piacere vedere una quantità più limitata di puzzle collegati allo smontare dei pezzi per poi costruire… qualcos’altro. Sono piacevoli ma non costituiscono l’essenza di Batman né quella di un gioco LEGO che si sostiene su ben altri pilastri ludici.
Soprattutto a difficoltà più alte (si, ho fatto l’egocentrico e ho impostato Lego Batman Legacy of the Dark Knight a difficoltà Dark Night), è il combat system a essere centrale, nell’esperienza, non certo la distruzione fine a sé stessa dei mille mattoncini in gioco. A riguardo, sia chiaro, sono sicuro che l’economia di gioco vada ancora profondamente a braccetto con il collezionare mattoncini, ma Lego Batman Legacy of the Dark Knight capisce quando questo elemento è distrazione e anche nelle fasi di combat c’è un “mega-risucchio” finale proprio per evitare l’inutilità – a livello di flow – di mille mattoncini rimbalzanti a schermo.
Se si parla di giochi LEGO non si può evitare di far riferimento all’ironia che questi promettono e producono. Qui non si parla solo di pura qualità visiva e altissimo livello – pur sempre nel contesto slapstick – della comicità a schermo, ma soprattutto di una coesione fra tutti i livelli di gioco che ha dell’alchemico, quasi dell’impossibile, se già TT Games non avesse fatto questo miracolo almeno un paio di altre volte. Il doppiaggio in particolare è di ottimo livello, e ogni doppiatore è perfetto nel ruolo che gli è stato attribuito.

Della mia ora con Lego Batman Legacy of the Dark Knight mi è rimasta la voglia di giocare il titolo completo e, forse per la prima volta in questa conferenza, nessun dubbio sulla riuscita finale di un titolo ambizioso ma sicuro delle proprie capacità.