Let It Die – Anteprima
Vi ricordate di Lily Bergamo? La nuova opera del celebre Suda51 e dei suoi Grasshopper Manufacture incentrata sulle avventure di una bella ragazza che in una vastissima metropoli asiatica combatte contro dei mech? A rileggerlo sembra quasi l’erede spirituale di quel gioiellino cult che risponde al nome di Lollipop Chainsaw, infatti molti appassionati aspettavano con ansia l’arrivo dell’erede della mitica Juliet Starling sperando di ritrovarne lo spirito. Bene, potete tutti dimenticarvi della bella Lily, in quanto il progetto è stato cancellato, o meglio, modificato in ogni sua parte ed è diventato qualcosa di totalmente diverso, ora porta il nome di Let It Die ed è un action free-to-play in esclusivaPS4 dal gameplay che strizza l’occhio ai vecchi Manhunt di Rockstar e a Dark Souls. Ma vediamo bene di cosa si tratta.
Violenza gratuita
Presentato all’E3 2014 con un video che mescolava sequenze live-action con scene prese dal gioco, Let It Die ha fatto decisamente parlare di sé, e non sempre in maniera lusinghiera ci duole dire. Da allora sono stati mostrati diversi video di gameplay che ci hanno dato un’idea generale sulla produzione: il gioco si presenta come un action davvero violento e crudo, in cui saremo chiamati ad impersonare un assassino che miete le proprie vittime in giro per scenari che sembrano presi direttamente dal passato diRockstar Games, da quel Manhunt di cui accennavamo poco sopra, tra sudici condotti fognari e gallerie metropolitane poco rassicuranti il nostro killer dovrà farsi strada a colpi di machete, spranghe, seghe circolari, armi da fuoco e chi più ne ha più ne metta, compreso il combattimento corpo a corpo, esso legato come da tradizione di Suda51 ad un sistema di combo che premierà i giocatori che concateneranno il maggior numero di mosse. La componente multiplayer del titolo ancora non è stata snocciolata per bene, ma essendo questo un free-to-play è abbastanza chiaro che sarà parte integrante dell’esperienza. Lo stesso Suda51 ha parlato recentemente di un sistema multiplayer asincrono, in cui noi dovremo confrontarci con le proiezioni degli altri giocatori invece che con loro in tempo reale. Questo sistema da lui definito “ghost cloud” è piuttosto interessante e ricorda da vicino il sistema utilizzato dagli episodi di Dark Souls di From Software, resta da vedere come sarà sfruttato nell’economia del gameplay del titolo e che funzione avrà, se quella di vera e propria modalità multigiocatore o se servirà per registrare e “donare” l’intelligenza artificiale agli avversari che incontreremo, un po’ come accade in Forza Motorsport 5 con i drivatar. Del resto le sequenze di gioco mostrate sinora sono piuttosto ben fatte, il dettaglio grafico è buono anche se non eccellente e le animazioni sono adeguate.
Pagare per modificare?
Appare chiaro dal materiale mostrato che un accento importante lo avrà la personalizzazione del personaggio, soprattutto in termini di vestiario: si nota come alcuni personaggi presenti nei video abbiano delle vere e proprie armature, anche di stile medievale, di certo ogni elemento di abbigliamento svolgerà la sua funzione di protezione nel caso si tratti di corazze, o al contrario se si tratterà di semplici vestiti svolgeranno il loro ruolo nella personalizzazione, e non dubitiamo che questo avrà un prezzo. Qui si arriva alle note dolenti, essendo questo come già annunciato un free-to-play c’è sempre il rovescio della medaglia che si traduce nel rischio cronico che una formula di gioco simile possa facilmente spingersi verso il temuto “pay-to-win”, in cui i giocatori che decidono di sborsare soldi veri per ottenere ricompense in game si ritrovino ad essere così decisamente e nettamente in vantaggio di competitività rispetto ai giocatori che vogliono usifruire del titolo in forma completamente gratuita. Un rischio che si spera possa essere mitigato o comunque calcolato dallo sviluppatore, che pur essendo alla sua prima prova con i free-to-play è appoggiato dal distributore orientale Gunho che con questa formula di distribuzione ha costruito il suo successo. A ciò si aggiunge la Sony stessa, essendo il gioco un’esclusiva PS4 è di certo nell’interesse stesso della casa nipponica che l’esperienza di gioco sia il più possibile equa e godibile per tutti.
Affettami tu che se no ti affetto io
La componente di gore e violenza presente nel titolo di Grasshopper Manufacture è certamente elevatissima, l’arsenale di armi e strumenti di morte vari con cui avremo a che fare è decisamente vario e versatile, dalle armi bianche (che ben presto saranno rosse, molto rosse) a quelle da fuoco, passando per attrezzi utilizzabili in modo alternativo come seghe circolari e sparachiodi c’è di che far festa, la visuale di gioco è in terza persona in modo da poter sfruttare al massimo il campo visivo e godere delle animazioni delle varie combo, che non mancheranno di imbrattare la telecamera e lo scenario di sangue. I rimandi al celebre Manhunt sono davvero tanti a cominciare dallo stile steampunk di ambientazioni e personaggi, con situazioni che non mancheranno di mettere alla prova gli stomaci più suscettibili. Per quanto concerne le modalità di gioco ancora vige il silenzio più assoluto, oltre al già citato ghost cloud non è stato chiarito in cosa consisteranno principalmente le nostre partite né se ci sarà un classico multiplayer in tempo reale in cui confrontarci direttamente con amici e giocatori di tutto il mondo (anche se probabilmente sì). Sappiamo che ci sarà un sistema di crescita del personaggio e potenziamenti di armi e corazze che contribuiranno, come detto in precedenza, alla personalizzazione del nostro avatar oltre all’evoluzione dello stesso. Restiamo in attesa di sapere in che modo l’utilizzo di soldi reali influirà col sistema di crescita e col sistema di gioco in senso stretto, incrociando le dita riguardo all’argomento del paragrafo precedente.
Snuff game?
E siamo giunti alla conclusione di questa analisi preliminare, di materiale su cui parlare ce n’è stato mostrato abbastanza, ma rimangono ancora da sciogliere alcuni nodi sulle modalità di gioco effettivamente presenti e sull’incidenza della valuta reale nell’economia del gameplay, i presupposti per un’esperienza in ogni caso equa e godibile paiono esserci ma rimanderemo il nostro giudizio ad una vera prova sul campo. Del resto il gioco sembra strizzare l’occhio alle atmosfere alla “Hostel” e alla pratica degli “snuff movies”, promuovendolo come primo vero e proprio “snuff game” online, speriamo che oltre alla spiccata personalità gore e violenta anche il gameplay sia all’altezza, conoscendoSuda51 e i suoi lavori precedenti crediamo che ci siano buone possibilità. Chiudiamo dicendo che la pubblicazione di Let It Die è prevista durante il 2015 in esclusiva Playstation 4 e in formato digitale e free-to-play. Stay tuned!