Metro Exodus – Ultima prova prima dell’uscita

Corposa prova finale a Londra prima dell'uscita del gioco e della nostra recensione

Dopo l’epilogo raggiunto con la pubblicazione di Metro 2035, l’universo creato dallo scrittore Dmitry Glukhovsky si appresta a trovare una conclusione anche nella sua controparte videoludica con l’uscita di Metro Exodus, previsto per l’imminente 15 febbraio 2019 su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

A differenza di 2033 e Last Light, dove il team di 4A Games ha sempre cercato di rispettare e rimanere federe all’opera letteraria, Metro Exodus sarà l’unico gioco della trilogia che si prenderà delle licenze al fine di creare un finale originale e completamente inedito. I fatti si svolgeranno, non a caso, un anno dopo gli eventi narrati in Metro 2035. A Londra abbiamo avuto la possibilità di spolparlo per bene tramite una corposa prova di quasi sei ore spalmate su tre diverse demo che ci hanno permesso, pad alla mano, di scoprire tutte le novità introdotte in questo ultimo capitolo.

metro exodus uscita
Seguiremo anche questa volta le gesta di Artyom e degli altri ranger che, intenti ad abbandonare il sottosuolo della Russia, cercheranno salvezza verso Est a bordo dell’Aurora, una locomotiva a vapore che utilizza le ferrovie transiberiane.
Il viaggio si dipanerà lungo un intero anno, rappresentato dal susseguirsi delle 4 stagioni. Un espediente, quello delle stagioni, che si è rivelata una scelta incredibilmente astuta da parte dei ragazzi di 4A Games per staccarsi in maniera decisa e netta dalle ambientazioni e dai toni dei precedenti due capitoli. Ogni stagione non solo vanta di un’estetica completamente diversa, ma offre anche situazioni diverse sia in termini di narrativa che di level design. Si passa dalle pianure ghiacciate al deserto arido affrontando sette religiose e ragni giganti, per poi arrivare alle foreste verdeggianti in lotta contro dei primitivi armati di sole balestre (con forti richiami a Far Cry).

Pur mantenendo la natura di sparatutto in prima persona Metro Exodus presenta per la prima volta un approccio completamente nuovo al gameplay, offrendo al giocatore un esperienza meno lineare su mappe notevolmente più aperte, accentuando così la componente esplorativa e, soprattutto, di sopravvivenza. Sopravvivenza ed esplorazione, non a caso, vanno a braccetto in Metro Exodus, in quanto le risorse risultano spesso essere limitate, specialmente in termini di munizioni; avere il coraggio di deviare dagli obiettivi principali per preoccuparsi di ottenere materiali ed equipaggiamenti potrebbe darvi la giusta preparazione per poter avanzare nell’avventura. Al contempo però, potrebbe essere anche un rischio, visto che ci troviamo in un mondo post apocalittico dominato da creature mutanti, anarchici, primitivi e criminali di varia natura.

Sebbene infatti questi nemici risultino non molto “intelligenti” in termini di IA, spesso possono essere davvero fastidiosi soprattutto quando cominciano a diventare numerosi. Fortunatamente, con uno stile di gioco ragionato e improntato sullo stealth, spesso è facile garantirsi l’inventario sempre pieno di oggetti di prima necessità senza il costante pensiero di dover consumare troppe risorse, ma è importante rimanere sempre concentrati e di dare sempre la massima importanza a ogni singolo colpo sparato e a ogni medikit utilizzato. Occhio però che l’approccio stealth non va inteso solamente come il muoversi silenziosamente verso le spalle dei nemici per eliminarli con un colpo solo (anche perché contro i mutanti è un tattica che non funziona quasi mai o che addirittura non è proprio attuabile), ma bisogna considerare anche la possibilità di aggirare il pericolo e di proseguire senza dare troppo nell’occhio. Fuggire si è rivelato spesso la tattica più vincente. Piccolo appunto sullo stealth: abbiamo notato che spesso il gioco ci mette nelle condizioni di scegliere se stordire i nemici o ucciderli, ma non c’è stato modo di appurare se questo avrà delle conseguenze in termini di storia o di finali sbloccabili. Noi crediamo di no.

Nel caso in cui munizioni o medikit risultassero carenti, ci verrà in nostro soccorso la meccanica del crafting, una delle novità introdotte in questo capitolo. Si tratta di un crafting piuttosto semplice se non addirittura banale: attraverso il consumo di due tipi di materiali differenti è possibile crearsi in maniera autonoma qualsiasi tipo di oggetto. Il crafting può avvenire solo in determinati luoghi provvisti di appositi tavoli da lavoro, che possono trovarsi in alcuni punti specifici della mappa oppure tornando sull’Aurora, che funge da base operativa. Nel caso poi in cui queste postazioni non siano a portata di mano (e fidatevi, capiterà spesso) è possibile poggiare il proprio zaino a terra e improvvisare un crafting limitato, utile soprattutto per crearsi qualche medikit o qualche munizione “alternativa”. Nei tavoli da lavoro sarà poi possibile anche modificare e potenziare le proprie armi, facendo in modo che questi si adattino al nostro stile di gioco che preferiamo. La customizzazione delle armi infatti è piuttosto varia e, sebbene esistano solo 3 tipi di armi da fuoco, le opzioni con cui queste si possono modificare riduce il rischio di renderle ridondanti. Occhio solo nel mantenerle sempre pulite per evitare che il livello delle loro prestazioni cali costantemente.

Oltre alle missioni principali, il gioco offre anche delle missioni secondarie utili non solo all’ottenimento di diverse ricompense, ma anche per approfondire ed espandere l’universo narrativo di Metro, caratterizzando ulteriormente personaggi, luoghi e fatti avvenuti in passato. Risulta quindi apprezzata l’introduzione di veicoli come jeep o quad per muoversi lungo le vaste aree di gioco, specie se si considera la totale assenza di viaggi rapidi. Tecnicamente il titolo è assolutamente fantastico: lo abbiamo visto girare su dei PC di fasci altissima dotati delle recenti schede RTX 2080ti, con risoluzione 4K a 60 FPS senza mostrare alcun segno di incertezza. Animazioni convincenti, dettagli altissimi e un sistema di illuminazione capace di fare tutta la differenza del mondo in termini di atmosfera (senza contare che il Ray Tracing era disattivato nonostante sarà supportato all’uscita del gioco). Sappiamo che su Xbox One X sarà possibile ottenere un risultato altrettanto simile sacrificando però la metà degli FPS.

Al netto di una IA non proprio entusiasmante e un crafting ridotto all’osso, Metro Exodus ci ha nuovamente convinto. Questo ultima e corposa prova prima dell’uscita del gioco ha messo in chiaro la direzione che il team di 4A Games ha voluto dare per chiudere definitivamente la serie. Il continuo cambio di ritmo dovuto al susseguirsi delle stagioni e delle mappe impedisce al giocatore di annoiarsi, forte anche di un incessante conseguirsi di eventi legati alla storia che mantengono alta la soglia di attenzione e la curiosità di capire quale sarà il destino di Artyom. Certo, il mondo aperto non ha lo stesso impatto e non restituisce le stesse sensazioni opprimenti e angoscianti della metropolitana, ma tutto risulta perfettamente contestualizzato e mai fuori posto.


In attesa di un verdetto definitivo in sede di recensione, ci sentiamo abbastanza certi dell’elevato valore produttivo di questa opera e pensiamo che saprà soddisfare tutti coloro che hanno amato la serie di Metro.

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