Cosa si prova a non essere online con la recensione di Red Dead Redemption 2

Ogni tanto nella vita del recensore capitano dei momenti in cui il karma vuole che non tutto vada per il verso giusto; un po’ come il ragionier Fantozzi che, pur se non consapevole della sua sfortuna, aveva sempre la nuvoletta che stava lì, sopra la sua testa. Ecco oggi voglio raccontarvi di quanto faccia rodere leggere le recensioni altrui senza essere online con la propria.

Sapete tutti che oggi era la data destinata alla pubblicazione delle recensioni di Red Dead Redemption 2, ma per motivi che non vi sto qui a raccontare GameSource come altri, dovrà aspettare ancora qualche giorno prima di poter sancire il suo verdetto sul titolo Rockstar Games.

Nuovo video gameplay Red Dead Redemption 2

Questa mattina dunque, armato di buona volontà ho intrapreso la strada verso la redazione conscio di ciò che avrei trovato online da lì a poche ore. Quello che non potevo immaginare era il “rosicamento” che ne è conseguito; chi non vive la dura esistenza del recensore non può immaginare che cosa comporti vivere le ore che precedono l’uscita di un articolo così importante come la recensione di un titolo colossale come Red Dead Redemption 2.

Un mix di adrenalina, ansia, preoccupazione ed eccitazione è ciò che pervade tutte le terminazioni nervose del nostro corpo mostrando visioni chiare di ciò che accade a un uomo dopo 100 dosi massicce di energy drink. Allo stesso modo rabbia, depressione, sproloqui privi di senso logico e labirintite è ciò che caratterizzerà i momenti concitati in cui vedrete tutti pubblicare la recensione, tranne voi.

Red Dead Redemption 2

Così tra progetti editoriali, mail, dirette, sessioni compulsive di gameplay si sono fatte le 13.00 del 25 ottobre 2018, ovvero la data fatidica, la deadline ossia la linea di demarcazione tra il mondo pre e post Red Dead Redemption 2. Credo di aver sentito anche un rintocco suonare alle 13.00 come se il mondo avesse decretato la fine della mia esistenza in primis come appassionato e in secondo luogo come recensore. Insomma il momento era arrivato e la mano tremante ha digitato “Red Dead Redemption 2 recensione” nella casella di ricerca di Google. Idiozia? No. Masochismo? Forse. Senso del dovere?Assolutamente sì. Il lavoro del recensore è anche questo: restare informato sempre e costantemente. Così tra un pezzo di stomaco in meno morso nella stretta dell’invidia, ecco arrivare i verdetti: 10, 10, 10, 10, 10… 118? Sì salve, abbiamo un problema: è svenuto un recensore.

Quali sono però i motivi per cui non uscire assieme alle altre testate giornalistiche causa così tanto “rosicamento”? Non sono le visite, che sicuramente verranno meno nell’uscire in ritardo, ma il fatto che ogni cosa venga scritta dopo l’embargo recensioni sappia quasi di già letta, di minestra riscaldata, cosa che per un recensore penso sia la peggiore delle sensazioni. Raccontare storie, epopee, odissee videoludiche è una cosa molto personale che spesso però non viene compresa a fondo dal pubblico e omologata nel suo complesso a un “more of the same” dell’espressione digitale di chi scrive. Il valore invece dell’unicità dello scritto, e della personalizzazione del testo in base all’estro di chi scrive è qualcosa di unico e inimitabile che andrebbe preservato a prescindere.

Red Dead Redemption 2


Alla fine dunque, saltare un’uscita è sì un danno pratico, ma è molto più un danno morale del singolo recensore. Raccontare di videogiochi è anche spiegare quello che c’è dietro al normale iter di recensione di un titolo. Il “rosicamento” dunque fa parte del gioco, ma non sempre è piacevole adattarsi a esso soprattutto in questo caso dove al centro del discorso si trova uno dei titoli più attesi dell’ultimo decennio, che vedrà un seguito tra molto molto tempo. Ora scusate, ma il vecchio West mi attende.

Vai alla scheda di Red Dead Redemption 2
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