Akira Yamaoka, tra Rock e Horror

L’atmosfera di un horror non sarebbe la stessa senza un adeguato accompagnamento musicale. Lo aveva già capito il nostro Dario Argento nel 1975, quando affidò a Claudio Simonetti e ai suoi Goblin la colonna sonora del suo Profondo rosso. Da allora numerosi compositori cinematografici e videoludici hanno compreso quanto una musica adeguata possa richiamare atmosfere angoscianti e inquiete. Ancora oggi uno degli musicisti più rappresentativi, geniali e amati nel campo videoludico è senza dubbio Akira Yamaoka.

 

 

Nasce a Niigata, in Giappone, il 6 febbraio 1968, e già da ragazzo rimane affascinato dalla musica punk-rock (genere nato proprio a cavallo degli anni ’60 e ’70), al punto da procurarsi un Pc per iniziare a lavorare alle prime composizioni per un suo gruppo amatoriale. Ma nonostante l’amore per la musica, il giovane Akira non pensa ancora di dedicarsi a tempo pieno alle note e, preso dall’altra sua grande passione per l’arte, si iscrive al Tokyo art college per diventare un designer, dove viene influenzato dagli stili creativi dei musicisti Steve “Strange” Harrington e Mick Karn e inizia a inquadrare una filosofia musicale che unisca l’arte e la musica.

 

Ormai convinto sulla sua strada nella vita, terminati gli studi inizia un periodo da musicista freelance realizzando varie colonne sonore per prodotti minori, ma è con la realizzazione di alcune tracce musicali per il semi sconosciuto Jerry boy per SuperNes che Yamaoka inizia a farsi conoscere nell’ambiente videoludico, al punto che nel 1993 viene assunto dalla Konami. La casa di Tokyo è talmente convinta delle capacità artistiche e tecniche del giovane musicista da affidargli la colonna sonora di alcuni suoi titoli di punta come Sparkster per SuperNes e Sega megadrive.

 

Fortemente ispirato dagli stili di Vangelis, Depeche mode, Metallica, Trent Reznor, e del nostro Angelo Badalamenti, Yamaoka realizza anche le musiche della versione Sega Cd di Snatcher, capolavoro horror-cyberpunk della Konami, e alcuni arrangiamenti di Symphony of the night, ancora oggi considerato il miglior Castlevania di sempre. Ma è solo nel 1999 che avviene la vera svolta per il talentuoso artista, ormai fortemente critico nei confronti di chi realizza musiche senza metterci amore e passione. La Konami sta sviluppando un horror videoludico destinato a stravolgere i dettami già tracciati da Resident evil tre anni prima, e decide che l’unico musicista in grado di cogliere le atmosfere angoscianti e profonde del suo nuovo titolo è proprio Akira Yamaoka.

 

Il musicista capisce subito che questo è l’incarico più importante di tutta la sua carriera e decide, anche grazie alla completa fiducia della konami, di realizzare ogni aspetto della colonna sonora da solo. In sole tre ore e con un semplice mandolino, Yamaoka realizza Silent hill, musica omonima del titolo horror che la Konami intende sviluppare. Grazie alla sua trama matura, alle sue atmosfere da horror psicologico e al monumentale lavoro di Yamaoka (la soundtrack originale contiene ben 42 tracce musicali), il rivoluzionario Silent hill si rivela uno dei più grandi successi per PS1, e darà inizio a una delle saghe videoludiche più famose di sempre.

 

 

Due anni dopo esce il secondo capitolo sulla più performante PS2, e Yamaoka realizza una colonna sonora ancora più geniale e d’atmosfera, legando definitivamente il suo nome alla saga horror della Konami. Nel 2003 esce il terzo episodio, quel Silent Hill 3 che abbandona parzialmente le atmosfere psicologiche per affrontare abilmente una trama più puramente horror, e Yamaoka ne approfitta per dare una svolta anche al suo stile musicale introducendo delle canzoni nei suoi lavori. Inizia così la sua collaborazione con Mary Elizabeth McGlynn, in arte Melissa Williamson, una cantante che lo accompagnerà in molte delle sue colonne sonore.

 

Dopo aver realizzato le musiche di molti altri titoli Konami, tra cui Rumble Roses e Dance Dance Revolution Extreme, Yamaoka decide di diventare anche produttore, iniziando proprio dal quarto episodio di Silent Hill, quel The Room che dividerà la critica per alcune modalità troppo diverse dai consueti canoni della saga (qui inizia anche la sua collaborazione con il musicista Joseph “Joe” Romersa). Nel 2006 l’artista decide di intraprendere anche una interessante carriera di solista, realizzando il suo primo album iFutureList, uscito solo in Giappone, e dirige un’intera orchestra al Play! Videogame Symphony. In quest’anno viene contattato da Christophe Gans, già regista di Crying Freeman e Il Patto dei Lupi, per realizzare la colonna sonora della versione cinematografica di Silent Hill. Il regista lascia ampi margini d’azione a Yamaoka, e il musicista ne approfitta per introdurre nel film molte delle sue musiche più famose della saga.

 

 

Ma qualche anno dopo la Konami inizia ad andare stretta al nostro geniale artista. Dopo aver realizzato le musiche di Silent Hill Homecoming e Shattered Memories (dove introdurrà persino una cover di Always in My Mind di Elvis Presley), Yamaoka decide nel 2009 di abbandonare la storica Konami. Entra come compositore nella Grasshopper Interactive di Goichi Suda, geniale game designer autore di Killer 7 e No More Heroes.

 

Acuto sperimentatore in grado di passare dai toni melodici al rock più puro, Yamaoka trova un ambiente adatto nella Grasshopper, realizzando le musiche di Sine mora, Lollipop Chainsaw e Shadow of the Damned (che vede tra i suoi autori anche un certo Shinji Mikami, papà di Resident Evil). A suo agio in ogni situazione artistica e musicale, Yamaoka partecipa anche come chitarrista ai concerti della band rock-punk Damned, e riunisce intorno a sé numerosi musicisti videoludici, tra i quali Tommi Tallarico, Nobuo Uematsu e Jason Graves, per realizzare l’album Play for Japan, i cui proventi andranno alle vittime del terremoto in Giappone. Pochi autori hanno legato il loro nome a un marchio più di quanto abbia fatto Akira Yamaoka con Silent Hill, un artista innovativo, musicista a 360 gradi, in grado di muovere le corde giuste nell’animo di chi lo ascolta.

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