Assassin’s Creed Valhalla: idromele e birra

L'origine delle bevande associate all'immaginario vichingo.

Immaginatevi un guerriero vichingo: imponente, barba alle spalle, capelli al vento, rude e con un’ascia dietro le spalle. Siamo pronti a scommettere però che buona parte di voi lo ha visualizzato con un corno d’osso o un boccale in mano, pronto a trangugiare con voracità la sua bevanda prediletta. I vichinghi scandinavi, destinati a lottare in eterno ascendendo al Valhalla, sono delle figure da cui è impossibile slegare le bevande alcoliche di cui erano grandi cultori e apprezzatori. In Assassin’s Creed Valhalla questi elementi non mancheranno affatto, soprattutto nelle raffigurazioni di banchetti e festeggiamenti. Sotto il punto di vista della precisione storica, Ubisoft ha sempre avuto un occhio di riguardo verso la saga di Assassin’s Creed e sicuramente Valhalla non abbasserà lo standard. Proprio nella cultura vichinga, l’idromele più che la birra, ha radici così profonde che lo legano addirittura alla mitologia. Secondo la leggenda infatti fu Odino stesso a doverselo procurare dai Giganti, rubandolo con astuzia.

Valhalla idromele

Tutto parte dalla fine della guerra fra i Vanir e gli Æsir, le stirpi divine da cui discendono rispettivamente Freya e Odino. Le due parti sputarono in una coppa in segno di pace e dalla saliva nacque poi un essere umano, Kvasir. Questi era l’umano più saggio di tutti e, per istruire i suoi simili, partì per un viaggio in cui venne ucciso però da due nani, Fjalarr e Galarr, che ne raccolsero il sangue e lo addolcirono col miele, creando l’idromele. I due nani però, nella lista degli omicidi, non annoverano solo Kvasir: posero fine anche alla vita di altri giganti e Suttungr catturò Fjalarr e Galarr, ottenendo anche l’idromele. Odino però venne a sapere di ciò dai suoi corvi, Huginn e Muninn, e decise di andare a recuperare la bevanda. Non volle però affrontare Suttungr e la sua famiglia direttamente e quindi architettò un sotterfugio: cambiatosi di sembianze andò verso i campi del fratello di Suttungr, Baugi, e offrì ai servitori del gigante i suoi servizi, affilando i loro falcetti con della cote. Accortisi del gran risultato i servitori proposero ad Odino di vendergli la cote e questi accettò, lanciandola in aria: i servitori però, sbracciando l’un l’altro per prenderla, si uccisero a vicenda a causa delle loro lame, divenute affilatissime e mortali.

Valhalla idromele

Una volta di ritorno ai suoi campi, Baugi si trovò solo e disperato, visto che nessuno poteva più dargli una mano, e Odino si offrì come sostituto, lavorando per lui sotto falso nome e chiedendo come compenso solo qualche sorso della bevanda del fratello. Baugi accettò ma Suttungr non fu dello stesso avviso. Odino ingannò nuovamente Baugi e riuscì a entrare in confidenza con Gunnlöð, figlia di Suttungr e custode dell’idromele. Dopo aver passato con lei ben tre notti, fra sesso e bagordi, riuscì a bere qualche sorso di idromele e volare via sotto forma di aquila. Suttungr lo inseguì fino ad Asgard ma non riuscì a catturarlo: Odino era riuscito a portare la bevanda nella sua dimora ma, durante la fuga, ne aveva perso qualche goccia, caduta su Midgard. Fu così che la bevanda giunse ai vichinghi mentre l’idromele che Odino portò ad Asgard finì nel Valhalla, venendo offerto ad ogni guerriero al suo arrivo.

Valhalla idromele

A differenza della birra, l’idromele è il fermentato più antico del mondo, ottenibile dal mix di miele ed acqua. Ha origini più antiche della birra in quanto per questa è stato necessario che l’uomo divenisse prima sedentario e iniziasse a coltivare, cosa non necessaria invece per ottenere il miele. Vi sono poi diversi modi di preparazione della bevanda, con aggiunte di frutti o spezie. Le variazioni nella preparazione esistono anche per la birra, le cui radici risalgono all’antico Egitto e alla Mesopotamia. A diffonderla come veri e propri vati, furono però le popolazioni germaniche e celtiche. Fu anche grazie agli stanziamenti dei vichinghi in Britannia, nati proprio nel periodo che abbraccia Assassin’s Creed Valhalla, che la diffusione della birra ebbe un vero e proprio boost.

Valhalla idromele

Per i vichinghi produrre e consumare birra era un vero e proprio atto sacro. Lo stato di ebbrezza per le popolazioni scandinave era qualcosa di unico, un atto tramite il quale si costruiva un vero e proprio ponte fra il nostro mondo e quello delle divinità. L’origine della birra è attribuita al dio Aegir, protettore del mare. Aegir era famoso per la sua ospitalità e bontà, pronto sempre a organizzare feste e banchetti in cui non mancava mai la birra, preparata da lui personalmente grazie ad un calderone che Thor gli aveva procurato. Secondo il mito, nella dimora di Aegir i boccali di birra si riempiono da soli una volta vuoti. Più volte nei poemi la schiuma della birra viene accostata a quella delle onde del mare, proprio per associarla al dio che la produceva. A rimarcare questo legame fra la bevanda e il mare c’è anche il fatto che i marinai vichinghi ne facevano largo uso per sopportare al meglio le lunghe traversate, producendola anche a bordo delle loro imbarcazioni e diffondendone così la conoscenza a varie popolazioni.

Valhalla idromele

Come abbiamo visto il legame fra i vichinghi, l’idromele e la birra è qualcosa che va a fondo nella cultura norrena. È proprio da questo che deriva la nostra convinzione per cui Ubisoft non prenderà affatto sotto gamba l’importanza di idromele e birra per Assassin’s Creed Valhalla, magari riservandogli anche un’importanza rilevante anche ai fini del gameplay che non è ancora stata svelata.

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