Assassin’s Creed Valhalla: l’Inghilterra anglosassone

Vediamo brevemente la situazione dei regni in cui approdarono danesi e norvegesi.

L’uscita di Assassin’s Creed Valhalla è sempre più vicina e – dopo avervi parlato dell’Europa altomedievale, della figura del berserker e dell’idromele – ora è arrivato il momento di soffermare la nostra attenzione sulla Britannia del IX secolo.

Prima di concentrarci su questo secolo in particolare, in cui si ambientano le vicende di Assassin’s Creed Valhalla, è però doveroso fare un salto di circa quattro secoli. Nel corso del quinto secolo, infatti, la Britannia fu meta – dopo l’abbandono dell’isola da parte delle truppe romane – di vere e proprie migrazioni di popoli provenienti dalla costa occidentale dell’Europa del Nord.

Assassin's Creed Valhalla

L’invasione della Britannia

Dopo il 410 le coste britanniche videro sbarcare da est Juti, Angli e Sassoni, che costrinsero i britanni a spostarsi sempre più verso ovest, andando ad abitare un territorio oggi chiamato Wales proprio per tale ragione. I popoli germanici chiamavano “Welsch” i non germani ed è chiaro come le popolazioni britanniche, sia per la loro origine culturale sia per la romanizzazione, non potessero non essere considerate in tal modo. Si trattava, in ogni caso, di una categorizzazione culturale e non etnica, poiché “i germani”, in realtà, non si può affermare avessero caratteristiche etniche comuni. Come successo per molte delle tribù barbariche entrate all’interno dei confini dell’Impero nel continente, anche gli invasori dell’Inghilterra affrontarono tuttavia un lungo e progressivo processo di etnogenesi, tant’è che si è soliti inglobare questi popoli nel gruppo degli Anglosassoni.

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Dall’eptarchia all’ascesa del Wessex

Trattando più specificatamente dei regni anglosassoni, che ci risultano utili al fine di comprendere meglio il contesto in cui è ambientato Assassin’s Creed Valhalla, essi si instaurarono e affermarono in Britannia proprio mentre nelle zone centrali e settentrionali della Gallia si insediavano i Franchi; in Britannia e in Gallia, così come negli altri territori dell’Impero Romano, il vuoto di potere lasciato dall’Impero fu colmato da nuove esperienze istituzionali. In Britannia andarono definendosi sette regni – Mercia, Wessex, Essex, Sussex, Anglia Orientale, Kent e Northumbria – che ebbero rapporti conflittuali presumibilmente fino all’VIII secolo, quando alcuni di essi erano già stati toccati dalle invasioni vichinghe e il Wessex iniziava il suo processo di espansione. La storia dell’eptarchia anglosassone – termine che noi usiamo per comodità, sebbene sulla sua correttezza sia ancora in corso un dibattito tra gli storici – è un susseguirsi di contrasti volti all’affermazione di un regno al di sopra degli altri.

Poco dopo la metà del 700 questo ruolo fu raggiunto dalla Mercia, su cui regnava re Offa, ma gli scontri con gli altri regni non ne favorirono la stabilità. Questa particolare situazione, assieme alle invasioni vichinghe, favorirono l’ascesa del Wessex, che fiorì sotto il regno di Alfredo. Alfredo del Wessexche abbiamo già intravisto in un trailer di Assassin’s Creed Valhallariuscì infatti a espandersi territorialmente e a porre le basi per la creazione di un’Inghilterra effettivamente unita. Si badi che nel IX secolo buona parte degli altri regni aveva già subito diverse incursioni e che Anglia Orientale, Northumbria e la Mercia nordorientale erano già abitate da danesi e norvegesi.

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Questi territori andarono a costituire un’area geografica e amministrativa posta sotto il controllo vichingo, il Danelaw. La creazione di quest’ultimo fu il primo passo che portò alla coesistenza di sassoni e vichinghi, che si trovavano differenti anche sul piano religioso. All’inizio del quinto secolo, infatti, Juti, Angli e Sassoni furono i portatori di una vera e propria nuova paganizzazione della Britannia che, fino a quel momento, era stata cristiana. Il territorio rimase dunque pagano fino alla fine del VI secolo, quando fu avviato e portato a termine con successo il tentativo di rievangelizzare la Britannia. I re anglosassoni che seguirono Etelberto del Kent, che aveva ricevuto il battesimo, furono cristiani e presero sicuramente ispirazione dal mondo romano, come fu per i nuovi regni sorti nel continente.

Non è un caso che, in seguito alla fondazione della sede vescovile di Canterbury, ci fu uno stretto rapporto con Roma. Il latino divenne così lingua ecclesiastica anche in Inghilterra, dove non lo si utilizzò, tuttavia, per le questioni politiche e giuridiche dei regni. Il caso inglese, sotto questo punto di vista è unico, poiché in Italia, così come in Gallia, la lingua dei barbari era stata abbandonata proprio in favore del latino. Sulla lingua si nota poi anche l’influsso dei vichinghi che, soprattutto a partire dall’istituzione del Danelaw, diedero un contributo ancora oggi evidente alla futura lingua inglese. L’area di dominio danese rende infatti molto chiaro come ci fossero anche alcune somiglianze sotto gli aspetti sociali e giuridici, fattore che rese il rapporto tra anglosassoni e danesi non esclusivamente conflittuale. Quello della fine del IX secolo è un contesto in cui le razzie vichinghe erano ormai cessate, lasciando spazio al tentativo di re Alfredo di ambire alla fortificazione del suo regno e alla creazione di un’Inghilterra unita sotto un unico re. A riuscirci furono però i suoi discendenti, Edoardo il Vecchio e Atelstano (il primo a essere considerato “Re d’Inghilterra”). Verso la metà del X secolo, infatti, la metà d’Inghilterra concessa da Alfredo il Grande ai danesi era tornata sotto il dominio sassone, anche grazie alla rete di fortificazioni iniziata a costruire dopo l’878.

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Ora che Assassin’s Creed Valhalla è prossimo all’uscita, si vedrà quale rappresentazione dell’Inghilterra anglosassone avrà elaborato Ubisoft, nonostante sia logico non aspettarsi un racconto fedele degli eventi storici così come della figura dei danesi. Come spesso accade nel settore dell’intrattenimento, la rappresentazione storica presta il fianco alle esigenze narrative e all’immaginario collettivo, ma non si esclude che anche questo Assassin’s Creed Valhalla possa essere impeccabile sotto altri punti di vista, come ad esempio, quello della ricostruzione di ambienti urbani e rurali. Ricordiamo che il nuovo capitolo della serie sarà rilasciato il 10 ottobre su PC, Xbox One, Xbox Series X/S e PlayStation 4, mentre sarà necessario attendere il 19 novembre per l’uscita dell’edizione PlayStation 5.

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