Back in Time – Akiba’s Trip: Undead & Undressed

Celebriamo con Acquire la cultura otaku.

La parola “otaku” indica ormai comunemente i fanatici – perché dire appassionati è troppo poco – di manga, anime, idol, e videogame giapponesi, spesso dediti al cosplay e al collezionismo di action figure. Il termine, accostabile mutatis mutandis all’occidentale “nerd”, dagli Anni Ottanta a oggi ha perso via via parte della sua coloritura dispregiativa, indicando ormai una sotto-cultura di cui spesso le persone dichiarano con un certo orgoglio di far parte.

Acquire, con la sua serie Akiba’s Trip, ha deciso di rendere omaggio a questo mondo, sviluppando giochi ambientati ad Akihabara, La Mecca degli otaku, e intrisi di riferimenti e parodie che solo un conoscitore dell’ambito può apprezzare pienamente. In occasione dell’uscita del remake del capostipite della serie, che ha debuttato proprio in questi giorni, vi proponiamo un’analisi del sequel Akiba’s Trip: Undead & Undressed, uscito in Europa su varie piattaforme a partire dal 2014.

In un certo senso Akihabara è uno dei protagonisti del gioco, dal momento che il gruppo dei nostri eroi si batte per la salvezza di Akiba, unica location visitabile. La cura riposta nella ricostruzione digitale del quartiere è davvero notevole, grazie a numerosi dettagli quali insegne, poster pubblicitari, sale giochi SEGA, maid cafè e molti altri negozi, per un totale di oltre 130 esercizi commerciali, tutti aderenti alle loro controparti reali.

Purtroppo tutti questi elementi di interesse sono smorzati da notevoli limiti tecnici dovuti presumibilmente al budget. L’esplorazione, o anche la semplice passeggiata, è resa poco gradevole a causa dei frequenti (ma non lunghissimi) caricamenti, della scarsa fluidità in certi frangenti e dal pop-up, che affligge soprattutto i passanti, di cui sono stati realizzati pochi modelli. Ciò rende spesso preferibile l’opzione di teletrasporto, attivabile dalla mappa (cui si accede con il tasto SELECT). Anche la grafica in sé non è nulla di eccezionale, soprattutto per quanto riguarda le texture approssimative. Inoltre Undead & Undressed necessita di alcuni secondi per “caricare” i NPC quando si entra in una nuova area. Anche l’entusiasmo per il grande numero di negozi e affini si affievolisce, se si pone mente al fatto che non si può entrare nella maggior parte dei locali, ma solo interagire con i commessi tramite menu.

Undead & Undressed

L’impressione è quella di un gioco che strutturalmente vuole avvicinarsi a Ryu Ga Gotoku: si va a zonzo per la città, si prosegue nella trama a suon di cazzotti e ci si dedica alle side mission o anche all’ozio più puro, magari facendo un po’ di shopping. Peccato che il risultato sia nettamente inferiore a quello raggiunto dalla serie di Nagoshi in oltre quindici anni di evoluzione. Ed è proprio un peccato, considerato che la location è interessantissima.

Molto meglio il sonoro, grazie anche al dual audio. Cosa c’è da aggiungere? Beh, che, per quanto sia preferibile il doppiaggio originale, quello in Inglese non è niente male! Un lavoro notevole per XSEED Games, che si affianca a una traduzione di qualità, come da tradizione per il publisher. Anche la colonna sonora si fa apprezzare, grazie a un’alternanza di diverse sonorità, sempre legate al mondo otaku (pensiamo alle idol e al J-Pop/Rock); grazie anche a una durata del gioco non eccessiva, le musiche probabilmente non vi verranno a noia.

Undead & Undressed

Il protagonista di Akiba’s Trip: Undead & Undressed si chiama Nanashi, ed è un giovane otaku attirato dai Synthister con la promessa di rare action figure. I Synthister sono una variante dell’antica figura del vampiro, condividendo con esso una maggior forza fisica rispetto ai comuni mortali e la debolezza alla luce del sole; essi, però, non succhiano il sangue, bensì assorbono l’energia vitale. Nanashi è stato vampirizzato ma non soggiogato, perché viene tempestivamente salvato dalla bella Shizuku, una sorta di cacciatrice di demoni. I due si rifugiano al MOGRA, un locale in cui ha sede l’organizzazione Akiba Freedom Fighters, di cui il nostro protagonista fa parte. L’obiettivo del gruppo è quello di eliminare i Synthister che hanno invaso Akihabara.

La trama di Undead & Undressed è leggera e gradevole, coadiuvata da un cast riuscito e da dialoghi ricchi di gag. Chiaramente, bisogna apprezzare almeno un po’ la sotto-cultura otaku, e ciò non tanto per i riferimenti a esso, quanto per lo stile scelto da Acquire. Il ritmo non è sempre dei migliori, ma ciò è un problema solo in parte vista la durata non eccessiva. Il gioco può essere tranquillamente portato a termine in una decina di ore, svolgendo anche un buon numero di missioni secondarie. La rigiocabilità (classico NewGame +, che consente di conservare moltissimi elementi accumulati nella run precedente) è incoraggiata della presenza di finali multipli, legati al rapporto con i vari personaggi femminili. Tutte le battute di Nanashi sono lasciate alla discrezione del giocatore, che può sempre scegliere fra tre risposte, le quali delineano tre diverse tipologie caratteriali e migliorano il rapporto con i personaggi femminili, cui sono legati i diversi route. Noi ammettiamo di non aver ottenuto tutti i finali, ma dovrebbero essercene nove in tutto, mentre i route dovrebbero essere quattro.

Undead & Undressed

Come già accennato, la struttura ludica di Undead & Undressed non è molto diversa da quella di Ryu Ga Gotoku: il gioco, infatti, si compone di missioni bifasiche, che richiedono prima di recarsi in un luogo e poi di picchiare qualcuno. Il tutto infarcito con vari dialoghi, la maggior parte dei quali ha luogo nel quartier generale degli Akiba Freedom Fighters. Posto che le fasi esplorative non sono esaltanti (e che spesso possono essere skippate con il teletrasporto), tocca ai combattimenti sorreggere l’intero comparto ludico. Missione compiuta? Non proprio, dal momento che il battle system non risulta particolarmente preciso o profondo.

La caratteristica peculiare di Akiba’s Trip è che lo scopo dei duellanti è quello di spogliare l’avversario, rimuovendo fino a tre tipi diversi di capo di abbigliamento: copricapo, maglia/camicia/ecc. e pantaloni/gonne. L’idea è un po’ perversa, in tipico stile otaku, ma non ha ricadute particolarmente pesanti sul fanservice, piuttosto contenuto invero. A ciascuna delle tre corrispondenti zone del corpo è associato un tasto d’attacco; tenendolo premuto, il nostro alter ego proverà a sfilare o a strappare (a seconda dell’abilità) il vestito, e ci riuscirà solo se esso sarà stato debitamente “indebolito”. Attorno a questa meccanica inusuale Acquire ha aggiunto la possibilità di effettuare svestizioni a catena tramite una sorta di QTE e un super attacco da eseguire in coppia chiamato Unison Strip. Il giocatore può personalizzare in modo sempre più libero il proprio equipaggiamento e quello dell’alleata, scegliendo non solo le armi – ce ne sono moltissime: ombrello, guantoni da pugilato, tastiera, monitor… – ma anche i capi di abbigliamento, dotati delle proprie statistiche di resistenza.

Undead & Undressed

Al di là di queste peculiarità, Undead & Undressed, pur risultando abbastanza divertente sulle prime, non riesce a reggere la prova del tempo, a causa della ripetitività di fondo degli scontri e di alcuni difetti che rendono le meccaniche superficiali. La regia virtuale non è particolarmente agile, così come il sistema di controllo, che manca, inoltre, di un sistema di puntamento.

L’IA di nemici e alleati non è esaltante, sicché il grado di sfida non è molto elevato ai livelli di difficoltà standard, grazie anche alla possibilità di rimettere a posto i vestiti premendo L1 per pochi istanti. Le sidequest non riescono più di tanto a risolvere questo problema, dal momento che spessissimo si risolvono anch’esse in una rissa; negli altri casi si tratta di procurarsi qualche oggetto per conto di qualcuno o di scattare qualche foto.

Undead & Undressed


Le carenze nel comparto tecnico e nel gameplay impediscono ad Akiba’s Trip: Undead & Undressed di essere considerato un must, a ben vedere anche per gli estimatori del gaming giapponese. Ciò non toglie che si tratti di un gioco particolare e simpatico, che strapperà qualche sorriso a più di un otaku. Per non parlare degli weeaboo…

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