Back in Time – Dream Trigger 3D

Sparare con buone idee ma senza tanto costrutto.

Il primo anno di 3DS non fu certo eclatante: molti port/remake – non tutti di buona qualità, peraltro – e poche novità in grado di sfruttare la gimmick della console. Non fu il caso di Dream Trigger 3D, che – da brava nuova IP su una console così particolare – almeno un tentativo di essere originale e sfruttare le caratteristiche dell’hardware lo fece, per alcuni versi anche con successo. Peccato per le grosse lacune contenutistiche e la presentazione…

Il primo impatto con Dream Trigger 3D è spiazzante. In primis, la mancanza della lingua italiana in un gioco che avrà sì e no una ventina di linee di testo è inaccettabile. Poi, il tutorial, che non spiega pressoché nulla, se non il movimento, peraltro scontato. Tenteremo di spiegarvi in cosa consista il gioco, ma sarà solo l’esperienza e la perseveranza a guidarvi verso quel momento in cui, magicamente, smetterete di morire e capirete dove gli sviluppatori volevano andare a parare… e magari vi divertirete pure.

Siamo in debito di una spiegazione, quindi: Dream Trigger 3D è uno shooter dai contorni techno e visionari, che a volte ricorda giochi come Lumines e Rez, per il suo rapporto con i suoni e i paesaggi fuori di testa. Ciascun livello ci vedrà indirizzare sullo schermo superiore un mirino dalle forme più disparate (una volta un delfino, una volta una farfalla o forse un cubo roteante! N.d.R.), mentre ci si muove su sfondi incredibilmente diversificati e ben realizzati, anche se inutili ai fini del gioco, sparando a nemici ancora più vari e assurdi. Questi ultimi sparano costantemente e sarà nostro compito schivarne i colpi, raccogliere i power-up che arriveranno dallo sfondo verso lo schermo – qui il 3D è veramente utile: possiamo prendere solo quelli che sono sullo stesso piano del mirino – e spazzarli via con i nostri raggi mortali, attivati con la pressione di uno dei due tasti dorsali. È molto facile morire, specialmente le prime volte in cui si cerca di familiarizzare con il sistema di controllo, poiché il numero di ostacoli è spesso ingente, ma non preoccupatevi: nel momento in cui potrete fare fuoco sarete invincibili e anche i power-up appariranno sovente a darvi una mano.

Dream Trigger 3D

Fin qui niente di particolarmente strano, eccetto le ambientazioni ovviamente, ma è con l’utilizzo del touch-screen e dello stylus che le cose si complicano.

È qui che entra in gioco il sonar. I nemici non sono visibili (o attaccabili, se si tratta di boss) fino a che non ne evidenzieremo la posizione con il segnale sonar, gestito dallo schermo inferiore di Nintendo 3DS. Seguendo il ritmo della musica, le linee e le forme che tracciamo nel reticolato dello schermo in basso si rifletteranno sullo schermo superiore come una scia colorata che rivela eventuali nemici sulla sua traiettoria: gli oggetti volanti avversari, così, passeranno da non identificati a veri e propri bersagli. Per scoprirne la posizione e, di conseguenza, piazzare il sonar, sarà importante buttare l’occhio sul touch screen per vedere dove si nascondono (sono rappresentati da quadratini viola, N.d.R.), predirne la traiettoria e… zac!

Dream Trigger 3D

Se pensate che tutto ciò sia confuso, avete ragione. Come già detto però, ci sarà un momento nel quale Dream Trigger 3D si rivelerà davanti agli occhi e, in fondo, l’esperienza non sarà neanche malvagia; sarà però un’impressione fugace, visto che il canovaccio non cambierà più, lasciando irrealizzate le potenzialità intraviste.

Le modalità sono quattro, ma, escludendo il multiplayer in locale, dove, a patto di trovare un altro possessore del gioco, vi potrete divertire molto in competizione per i bersagli (o anche sparando all’amico, dopo averlo “scoperto” con il sonar), nelle altre tre – Time Trial, Free Play Mode e World Map Mode – la minestra è sempre la stessa; non basta un discreto numero di livelli (55), sporadiche battaglie con i boss o fondali sempre più ricchi e ricercati a cambiare la solfa: Dream Trigger 3D è un gioco ripetitivo.

Dream Trigger 3D

Oltre che nella mera quantità, i problemi di Dream Trigger 3D sono da ricercarsi anche nella presentazione, ai limiti del ridicolo. La mappa del mondo specialmente, quella che dovrebbe risultare il fulcro delle nostre attività, sembra presentare i livelli in mondo casuale, senza far capire chiaramente all’utente come questi possano essere sbloccati o quale strada seguire tra quelle tre o quattro alternative che si presentano ogni volta. Dato che, per muoversi tra i vari stage (anche tornando indietro!), dovremo pure spendere “Dream Points”, a volte potrà anche capitare di dover forzatamente riaffrontare vecchi livelli per guadagnarne abbastanza in modo da poter raggiungere punti inediti.

E dire che Dream Trigger 3D ha anche i suoi punti forti, quali la colonna sonora, composta per la maggior parte da brani di musica classica adattati in chiave elettronica, e i suoi punti fortissimi, come la realizzazione grafica! Art Co. ha svolto un lavoro egregio, realizzando i già citati fondali e donando a 3DS uno degli effetti 3D migliori e più utili al gameplay, visto che in numerose occasioni (come la cattura dei bonus), è importante giudicare come muoversi sfruttando la profondità di campo.

Dream Trigger 3D


Non adatto al grande pubblico, visti i suoi chiari punti deboli e problemucci, abbiamo come l’impressione che Dream Trigger 3D possa intrigare quelli che hanno amato Rez o i giochi visionari in generale. Se si sorvola su una certa ripetitività, il gameplay funziona e può essere persino appagante a tratti. Dream Trigger 3D in fondo ha varietà, solo che dove non serve, fa intravedere del potenziale, ma non arriva mai a ed esprimerlo tutto.

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