Cristopher Tin: dai Grammy Awards a Civilization World

[Questa volta Jeriaska incontra Christopher Tin che ci parla delle musiche su Civilization e del Grammy appena conquistato]

All’inizio di quest’anno il compositore Christopher Tin è stato il primo musicista a ricevere un Grammy per la musica scritta per un videogioco. Ha vinto il premio per il miglior arrangiamento strumentale in accompagnamento ad un cantante per la canzone "Baba Yetu", che appare in Civilization IV di Sid Meier.

Un altro Grammy è stato vinto da Christhoper Tin per l’album Calling all Dawns, nella categoria "best classical crossover album". La compilation, contenete canzoni in diverse lingue, è stata prodotta da Firaxis e 2K Games per essere utilizzata all’interno del gioco Civilization World, MMORPG sviluppato per Facebook.
Invitando i giocatori di tutto il mondo ad interagire con un ambiente di gioco che permette loro di variare la storia, Civilization World riflette i temi multiculturali di Calling of All Dawns. Canzoni come "Baba Yetu", "Mado Kara Mieru" e "Hym Do Trojcy Swietej" rendono omaggio alle più disparate regioni, culture e linguaggi.
Abbiamo avuto modo, grazie ad un’intervista condotta da Gamasutra proprio dopo l’uscita di Calling of All Dawns, di sentire direttamente dall’artista i suoi pensieri relativamente al grande riconoscimento ottenuto, e più in generale al fatto che tale traguardo sia stato raggiunto con la musica creata per un videogioco.

Sappiamo che hai giocato a Civilization per anni. Com’è realizzare che il tuo Grammy Award deriva proprio dalla musica che hai scritto per Civilization IV?
CT: è speciale. Ho la sensazione che il cerchio si sia chiuso, specialmente quando poi è stato usato il mio album per Civilization World. Sono un fan del gioco fin dagli esordi, e uno dei game designer che mi conosceva mi ha fatto salire a bordo per le musiche di Civilization IV. Quella musica è diventata poi famosa grazie al gioco. In un certo senso, è grazie a Civilization che ho potuto aumentare i miei fan.
Si tratta di un franchise che ha giocato un ruolo importantissimo nella mia vita: sono cresciuto come un fan del gioco e, poi, la mia carriera professionale si è sviluppata proprio attraverso il gioco stesso. L’aver vinto il Grammy grazie alle musiche del gioco mi fa credere di aver potuto restituire il favore, e il fatto che mi sia stato chiesto di poter utilizzare le mie musiche per Civilization World rappresenta un altro passo avanti in questa collaborazione. Alcuni a volte mi chiedono, se potessi realizzare un sogno, per quale gioco vorrei scrivere la colonna sonora. Rispondo che ho già realizzato il mio sogno: quel gioco è Civilization.

Calling All Dawn presenta influenze artistiche di tutto il mondo. Ti ha colpito il fatto che in un gioco online come Civilization World le persone possano potenzialmente condividere un’esperienza multiculturale simile a quella che hai voluto sperimentare tu con il tuo album?
CT: Tantissimo. Così come tutti i capitoli della serie Civilization permettono di richiamare eventi storici ed esperienze multiculturali, allo stesso modo Calling of All Dawns lo fa con la musica. Tutte le canzoni sono interconnesse, e si evolvono attorno ad un tema comune. Si potrebbe dire che, in un certo senso, è come se avessi rappresentato lo spirito della serie Civilization in forma musicale.

Cosa puoi rivelare, a questo punto, della tua partecipazione in Civilization World?
CT: Tutto l’album Calling All Dawns è stato creato per apparire nel gioco. Nel contratto di licenza c’erano solamente dei punti in cui si specificava come non sarebbe potuta essere utilizzata la musica: ad esempio, non potrebbe essere stata resa disponibile per il download diretto. Per il resto, poteva essere interamente utilizzata per qualsiasi cosa: ad esempio come colonna sonora, o come traccia di sottofondo per determinati eventi. Sono anch’io curioso di scoprire come è stata utilizzata.

La realizzazione di Calling All Dawns è stata un’operazione lunga e ricca di ostacoli. Pensi che si sia trattato di un progetto forse troppo ambizioso?
CT: Calling All Dawns è il tipo di album che avrebbe cercato di fare solamente una persona che non avesse mai provato a farne uno. Si è trattato di un progetto molto complesso, soprattutto logisticamente. Ora, guardando indietro, esiterei prima di rimettermi al lavoro su un album del genere. E’ veramente stata un’esperienza stancante.

Per tutto il tempo ho continuato a pensare che probabilmente sarebbe stato il mio unico album. Se lo vuoi fare, devi farlo fino in fondo: io ero motivato dal fatto che ero stufo di scrivere partiture e lavorare ad altri progetti mentre volevo lavorare ad un progetto tutto mio che mi permettesse di sviluppare la mia personale creatività.

Quali sono stati gli ostacoli più grandi che ti sei trovato a dover superare per portare lo sviluppo dell’album nella giusta direzione?
Le sfide più grandi sono state nel fare le cose che non sono mai stato abituato a fare come, ad esempio, negoziare con le case discografiche. Ma ho imparato moltissimo facendolo. Penso che se dovessi tornare indietro e rifare un album del genere, lo fare molto più velocemente e in modo più economico. Ho commesso un sacco di errori costosi, è parte integrante del processo di apprendimento.

Considerando la cosa come esperienza di apprendimento, comunque, direi che non potevo chiedere di meglio. Mi sono confrontato con così tante novità, ultima delle quali il Grammy, che non conoscevo assolutamente. Lavorare a Calling All Dawns è stato in un certo qual modo terapeutico.

Hai dichiarato che, dopo questa esperienza, sei molto più preparato anche al momento della firma dei contratti. Cosa puoi consigliare ai musicisti alle prime armi che sono insicuri quando si tratta di firmare un contratto per realizzare la colonna sonora di un gioco?
Avere delle buone basi di music business è fondamentale. Conoscere come pubblicizzare i propri lavori e quali diritti mantenere è molto importante. Sono affascinato dal lato business del mondo dell’industria musicale. Sto persino considerando di diventare avvocato in questo campo.
Quando sei agli inizi tendi a firmare praticamente tutto quello che le altre persone ti mettono davanti. Ad un certo punto, però, l’aspetto commerciale della tua musica diventa davvero importante, specialmente quando c’è possibilità di passare da un’azienda all’altra. Sapere cosa succede là fuori e sapere in che modo puoi far valere quanto hai fatto in passato è molto importante.

E’ in un certo senso quello che ho fatto io. Ho utilizzato il successo di "Baba Yetu" di Civilization IV per avere successo con il mio album. In questo periodo storico è fondamentale seguire le opinioni sul proprio lavoro e utilizzarle come leva per il successo.

Cosa avresti voluto dire al tuo discorso ai Grammy Awards?
Ho ringraziato la scuola, i miei genitori, la mia ragazza e la community di videogiocatori. Ho parlato di come per me fosse una vittoria storica e di come spero che altri compositori di musica per videogiochi possano sperimentare quello che ho provato io.

C’è stata molta pressione sugli organizzatori del Grammy per inserire una nuova categoria dedicata esclusivamente ai videogiochi, ma non credo che questa verrà implementata. A mio parere, per un compositore di musica per videogiochi è molto meglio vincere un Grammy in una categoria non legata ai videogiochi.

L’emozione di vincere con "Baba Yetu" sorpassando 300 altre canzoni di ogni stile e genere è stata grandissima. Per la musica creata per un gioco, essere considerata al pari di jazz, classic rock e pop è un grande traguardo.

In svariate occasioni abbiamo potuto ascoltare la tua musica suonata dal vivo durante il tour Video Games Live. L’E3 del 2011 è stata la prima volta in cui hai diretto l’orchestra per suonare "Baba Yetu". Pensi che dirigere concerti del genere è qualcosa che potresti fare anche in futuro?
Anche se c’è sempre un po’ di panico qualche minuto prima di salire sul palco, il Video Game Live fa sempre sentire i musicisti a proprio agio. Mi piacerebbe molto dirigere altre composizioni, dal momento che da quando ho iniziato a lavorare nel campo della musica ho sempre cercato di trovare il giusto equilibrio tra il tempo da dedicare alla composizione e quello da dedicare alla conduzione dei concerti.

Ho studiato come dirigere durante tutto il periodo del college, ma quando ho iniziato a lavorare seriamente alle composizioni ho realizzato che il tempo a disposizione per lavorare ad altro era veramente scarso. Per mantenere attiva una carriera da direttore, bisogna innanzitutto avere qualcuno da dirigere.
Queste opportunità non si presentano da sole, devo impegnarmi per cercarle: di questi tempi dirigo più o meno una sola volta all’anno, ma è un qualcosa che mi diverte sempre.

Sulla tua pagina di Facebook c’è stato un contest che ha invitato gli utenti a scrivere un nuovo testo per "Baba Yetu": cosa ti ha fatto venire in mente quest’idea di condividere la tua musica con i tuoi fan?
Uno dei miei assistenti mi aveva consigliato caldamente di organizzare più eventi attraverso i social media, e mi è sembrata una cosa divertente da provare. Sono stato ispirato dalla parodia di brentalfloss, che credo sia davvero geniale. Ad oggi, quando canticchio "Baba Yetu" nella mia mente, lo faccio con i testi suggeriti da brentlafloss. Uno dei miei passaggi preferiti è "Sii immortale, governa come se fossi nato per farlo. Con solamente un click puoi decretare m***a". Tutto il suo testo mi spezza letteralmente in due dal ridere ogni volta che ci penso.

Come hai scelto il vincitore?
A dire il vero abbiamo dato quattro premi. Brentalfloss è stato invitato come giudice ospite ed ha scelto uno dei vincitori. Un altro è stato scelto per avere il maggior numero di "Mi piace" sul suo testo postato in Facebook. Un altro l’ho scelto io personalmente. Una quarta è stata una ragazza che ha dimostrato di aver dedicato davvero molti sforzi a questo progetto: la sua idea era di fare una parodia che avesse a che fare con Harry Potter, ed ha persino realizzato un video con dei personaggi vestiti come gli abitanti di Hogwarts.

Non so se farò un altro contest del genere a breve, ma certamente questo è stato divertente.

C’è qualche collaborazione su Calling All Dawns che, guardando indietro, ha avuto un’influenza particolare?
C’è stato un artista in particolare con il quale è stato incredibile lavorare. Si tratta di Frederica von Stade. E’ una leggenda, ed ha cantato “Hymn Do Trojcy Swiete”. E’ l’ultima registrazione che ha fatto nella sua carriera, prima di ritirarsi definitivamente dalle scene.

La sua carriera è lunga quarant’anni, ed è stata nominata per molti Grammy Awards, cantanto sui palchi più importanti di tutto il mondo. Quando è stato il momento di lavorare con lei, è stata incredibilmente umile e gentile. Mi ha sempre chiesto "Ti piace il modo in cui l’ho realizzata? Vuoi che lo faccia in modo diverso?". Per me era quasi difficile credere che ogni volta mi chiedesse cosa ne pensavo del suo lavoro.

Tutti gli stereotipi della diva dell’Opera con lei non c’entrano nulla. Ho imparato questa grande lezione: non importa quanto sia stata gloriosa la tua carriera, perché il vero premio è il sapere restare una brava persona.

Immagini cortesemente fornie da Firaxis, 2K Games e Christopher Tin. Per maggiori informazioni su Calling All Dawns, leggere la precedente intervista su Gamasutra. Traduzione italiana a cura di Mr. Faz. Per saperne di più sulla musica di Christopher Tin, consultare il suo sito ufficiale.

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