Dragon Ball Z Kakarot: cosa aspettarci dal tie-in?

Dragon Ball Z Kakarot è ormai alle porte. Il nuovo tie-in di CyberConnect2 promette grandi novità e la nostra curiosità è già alle stelle. Cosa ci aspettiamo dunque dal gioco? Parliamone!

In un 2020 che si preannuncia letteralmente clamoroso dal punto di vista delle uscite videoludiche, senza contare l’approdo sul mercato delle console di nuova generazione, rischia di passare eccessivamente inosservato Dragon Ball Z: Kakarot, nuovo tie-in videoludico dedicato al brand di Akira Toriyama. L’ambizioso progetto, targato CyberConnect2, di cui vi abbiamo già ampiamente parlato in questi giorni, promette di immergere completamente gli appassionati della famosa opera in un mondo vivo, pulsante, ricco di attività e di possibilità, caratterizzato dall’ormai consueto stile inconfondibile degli open world. Se però la possibilità di ritrovarsi ad esplorare in libertà un universo come quello di Dragon Ball suscita un grado di eccitazione praticamente incontrollabile, è chiaro quanto ogni buon videogiocatore che si rispetti abbia qualche timore nei confronti della nuova formula scelta, in verità parecchio abusata negli ultimi periodi. Tutto questo, chiaramente, senza dimenticare la componente da fighting game che il gioco comunque ha conservato, non predominante nella valutazione complessiva di un titolo che fa della narrativa la parte più succulenta del proprio percorso, ma comunque importante nell’economia generale della produzione.

Insomma, i punti di domanda nei confronti di Dragon Ball Z: Kakarot sono tanti. Il nuovo tie-in, decisamente uno dei più forti in termini di produzione, promette anche un grande quantitativo di ore di gioco, con una formula ludica classica suddivisa in attività principali e secondarie che però si rifanno a piene mani al materiale originale. La curiosità dei fan, chiaramente, è alle stelle. Per tal motivo, noi – appunto, da fan prima che da addetti ai lavori – abbiamo pensato a quali cose vorremmo e non vorremmo vedere una volta iniziata la partita, un “cosa vorremmo da” un po’ diverso dal solito ma il cui fine è fondamentalmente il medesimo.

dragon ball z kakarot

Libertà: questa sconosciuta.

Negli ultimi anni, come dicevamo anche poc’anzi, ci siamo ritrovati per le mani un sacco di titoli open world, con le dovute differenziazioni e/o limitazioni di sorta. Spesso e volentieri, di conseguenza, si fa l’errore di associare il termine a quello della libertà ludica, un concetto in verità ancora oggi quasi inesplorato e mai veramente raggiunto. Open world non vuol dire poter fare quel che ci pare e, siamo sicuri, che questo accadrà anche con Dragon Ball Z: Kakarot. Quello che vorremmo, però, è la possibilità di ritrovarci senza limitazioni nell’esplorazione delle piccole zone tra un passaggio narrativo e l’altro, senza muri invisibili e, soprattutto, senza quella indigesta sensazione di essere “presi in giro” da un finto mondo aperto. Insomma: anche se a contatto con un briciolo di libertà, vorremmo che essa fosse veramente tale, per quanto fugace possa risultare.

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Esplorazione e combattimenti: due facce della stessa medaglia?

Quando ci si trova ad aver a che fare con un titolo del genere, è facile ritrovarsi, dopo poche ore, a dover scegliere un “team” a cui giurare la propria fedeltà o più semplicemente il pieno apprezzamento. È impossibile negare quanto, in questo tipo di giochi, ci si trovi rapidamente a dover parteggiare per la componente esplorativa o quella combattiva, senza quasi mai trovare un vero vincitore. La nostra speranza, dunque, è quella di assistere a un‘equiparazione di queste due anime, di trovarci presi per mano da un gioco che sappia dare il giusto lustro a entrambe le parti e, soprattutto, un equilibrio ludico appagante.

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Fedeltà narrativa: pro o contro?

Come vi abbiamo già accennato nei giorni scorsi, Dragon Ball Z: Kakarot, sul piano narrativo, ripercorrerà l’intera saga “Z”, senza, a quanto detto dagli sviluppatori, sorvolare su alcun aspetto della storia, anzi. Questo, chiaramente, potrebbe rivelarsi anche un’arma a doppio taglio, poiché i più esperti potrebbero apprezzare con riserva la possibilità di rivivere nuovamente, ludicamente parlando, gli stessi eventi dell’anime e del manga. Dal nostro punto di vista, un buon espediente potrebbe essere quello di lasciare spazio a maggiore libertà nell’approccio alle missioni. Anche minima, che possa però equilibrare in qualche modo l’esperienza complessiva. Sarebbe carino, ad esempio, poter scegliere in che ordine affrontare alcune missioni e, magari, intervallarle con attività secondarie piacevoli e mai fini a se stesse.

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Endgame: il solito, terribile, banco di prova.

Quando si parla di action-adventure dal sapore di open world, la mente di ogni giocatore vola subito ad un pensiero (quasi) fisso: l’endgame. Il famoso elefante nella stanza di cui ogni sviluppatore sa di doversi liberare rapidamente è anche in Dragon Ball Z: Kakarot uno degli aspetti più curiosi della produzione, seppur al riguardo, al momento, si sappia ben poco. Non è chiaro, una volta raggiunti i titoli di coda della storia principale, come il gioco continuerà, se ci saranno nuove attività o se sarà possibile darsi al sano completismo di sorta. Quel che è certo è che, dopo una simile attesa, saremmo felici di vedere un qualcosa di innovativo da questo punto di vista, che ci sappia accompagnare, tenendoci incollati allo schermo e al pad anche dopo la fine della storia.

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CyberConnect2, non giocare coi nostri sentimenti!

L’ultima, grande, aspettativa sul lavoro del team di sviluppo nipponico è più che altro un monito, una speranza, dettata dalla nostra grande passione nei confronti del brand di Toriyama. Arrivata sul mercato carica di aspettative che la stessa software house, insieme al distributore Bandai Namco, ha fomentato sin dai primi giorni, la nuova iterazione dei tie-in dedicato a Dragon Ball ha praticamente il dovere morale di risultare perlomeno più che valida, per non dire memorabile. Del resto, quando si sceglie di accompagnare il lancio di un gioco con un simile trailer (quello live action, per intenderci) o di utilizzare la storica opening come OST principale del progetto (CHA-LA HEAD-CHA-LA!), non si può pretendere che si resti impassibili, no?


Dragon Ball Z: Kakarot ha tutte le carte in regola per risultare uno dei migliori tie-in di sempre dedicati al marchio dalle sette sfere del drago. CyberConnect2 ha deciso di caricarsi sulle spalle un pesante fardello, col rischio sempre dietro l’angolo di fallire, ma noi siamo abbastanza sicuri del fatto che questo scenario sia ampiamente lontano dal verificarsi. Per un responso definitivo, ormai, ne riparleremo la prossima settimana, momento in cui potremo inserire finalmente il gioco nelle nostre console.

Vai alla scheda di Dragon Ball Z: Kakarot
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