GameSource.it intervista Lords of Football

L’incedere di Fifa e Pro Evolution Soccer nel nostro mercato non ferma assolutamente altre produzioni legate all’aspetto calcistico. Dopo Pure Football di Ubisoft, un prodotto che non ha propriamente scalato le vette del successo, ecco che ci prova anche una software house italiana, la Geniaware, con Lords of Football. Con la consulenza straordinaria di Gianluca Vialli, che con la produzione è arrivato fino alla Gamescom di Colonia nel corso di quest’estate, l’obiettivo di LOF è quello di dare una visione diversa del calcio: cosa succede dietro le quinte? Cosa accade fuori dal campo? Il calciatore della sua vita cosa ne fa? Domande alle quali potrebbe rispondere un giornalista avanti con gli anni d’esperienza e di conoscenza, ma che rimarrà sempre, nel suo piccolo, un mistero. Soltanto vivere la vita del calciatore vi permetterà di avere la vera conoscenza dentro di voi e stavolta Lords of Football vi permetterà di avere quella nozione in più. Vivere la vita di un calciatore ora è finalmente possibile. 

Per farci raccontare qualcosa di più su Lords of Football abbiamo contattato Daniele Monaco, gameplay programmer della Geniaware, che è riuscito a tracciare delle linee guida del progetto, rispondendo anche ad alcune nostre curiosità circa la loro idea innovativa.

Gamesource.it: Lords of Football è un modo nuovo di vedere il calcio: è un dietro le quinte di quello che l’Italia è abituata a vedere e aiuta il tifoso a conoscere un mondo noto solo ai giornalisti e agli addetti ai lavori. Da dove nasce l’idea di un prodotto così? 


Daniele: L’attenzione posta dai media al mondo del calcio è cambiata molto negli ultimi anni, focalizzandosi sempre più su vicende extra-calcistiche e giudiziarie, oltre che la vita privata dei calciatori, tanto da far quasi passare in secondo piano il calcio giocato.
Il settore sportivo del mercato videoludico non ha però subito minimamente questo tipo di evoluzione, rimanendo ancorato ad accurate simulazioni calcistiche frutto di meccaniche di gioco rimaste invariate per più di vent’anni. Con Lords of Football abbiamo cercato di rivoluzionare la gestione dei giocatori per stare al passo coi tempi moderni, mantenendo un taglio ironico. I videogiocatori vedranno le stelle della loro squadra comportarsi proprio come leggono sui quotidiani al giorno d’oggi e dovranno gestirli, sia in campo che fuori, in modo da ottenere i risultati migliori.
 

 

La simulazione e l’aspetto manageriale sicuramente spingeranno molti videogiocatori a non abbandonare l’esperienza subito, ma a continuarla per diverse stagioni. C’è un limite e quindi un "The End" per il titolo o si potrà andare avanti all’infinito?


Daniele: L’obiettivo principale di Lords of Football è quello di vincere la Coppa Internazionale, la più importante competizione europea, in modo da rientrare nella ristretta cerchia dei Signori del calcio. Terminata questa sfida, sarà l’utente a decidere se continuare la sua partita o ricominciare una nuova sfida, magari con una squadra minore. Prendere una squadra di una divisione inferiore e portarla a competere a livello europeo è una sfida veramente impegnativa e richiede decine e decine di ore di gioco.
In Lords of Football abbiamo puntato molto su cosa avvenga fuori dallo stadio, in settimana, cosa che la maggior parte degli altri titoli snobbano. L’abbiamo concepito in modo tale che ogni squadra venga gestita in maniera differente, in modo da aumentare la  rigiocabilità del titolo.
Naturalmente si può scegliere di passare il tempo forzando i nostri calciatori a fare allenamenti disastrosi o tenerli ore ed ore nel casinò solo per vedere il loro comportamento, senza preoccuparsi minimamente della posizione in classifica.

Parliamo delle possibilità date alla nostra protesi digitale lontano dal campo da calcio. Come potremo influire nella sua vita e quali scelte in particolar modo potrebbero portarci a una carriera disastrosa?


Daniele
: Genio e sregolatezza vanno spesso di pari passo, e anche nel calcio internazionale ci sono giocatori che sono l’esempio di questo. La gestione della vita notturna dei calciatori in Lords of Football è fondamentale: non bisogna lasciarli andare a briglie sciolte, altrimenti daranno sfogo ai loro vizi, ma al tempo stesso non si deve forzarli ad allenarsi fino a tardi ogni giorno, altrimenti saranno tristi e frustrati e non riusciranno ad esprimersi al meglio sul campo. Umore e bisogni hanno un peso determinante in partita, dato che influenzano direttamente le prestazioni dei nostri giocatori, sia in positivo che in negativo, e tutto è sotto il nostro completo controllo. Come recita la nostra tagline: “Le loro vite, le tue scelte”.

La infinita sfida nel mondo videoludico tra Fifa e Pes spesso vede a favore del primo l’acquisto di numerose licenze, sia per i campionati che per le squadre. Lords of Football si distacca completamente da questa scelta e permette la customizzazione totale di tutte le squadre presenti nel gioco. Tralasciando l’aspetto economico, questa scelta da dove nasce?


Daniele: Avevamo vagliato all’inizio del progetto la possibilità di acquisire licenze ufficiali, ma procedendo nello sviluppo risultò evidente che avrebbe rappresentato per noi più un freno che un punto di forza. I calciatori sono molto attenti all’uso che viene fatto della loro immagine, e noi non volevamo porre freni al taglio ironico di Lords of Football.

Allo sviluppo ha partecipato, come consulente, Gianluca Vialli. Come è stato lavorare con e lui? E soprattutto, per soddisfare una curiosità dei nostri lettori, quale era la sua conoscenza a livello videoludico?


Daniele: Vialli è una persona carismatica, ci ha sempre spinto a fare il massimo nel nostro lavoro, proprio come lo fa un allenatore coi suoi giocatori. Il suo contributo è stato importante, molte situazioni di gioco sono nate dopo aver sentito aneddoti legati alla sua carriera di giocatore e allenatore (molti dei quali mai finiti sui giornali). Per quanto concerne la sua conoscenza videoludica, si è sicuramente ampliata in questi anni con noi, anche perché il suo entusiasmo nasceva proprio dalla volontà di creare un gioco di calcio che potesse divertirlo, che offrisse qualcosa che non avesse ancora visto.


Un’ultima battuta sulla realtà locale dei videogiochi. Per lo sviluppo di Lords of Football ci si avvale di un supporto anglosassone, ma la base è sicuramente legata alla nostra realtà. Essendo il nostro Paese, al momento, in Europa più bistrattato dal punto di vista videoludico, per uno sviuppatore, per un game designer, c’è speranza?


Daniele: In Italia l’industria non ha mai raggiunto il livello di altre nazioni per tanti motivi, difficili da racchiudere in poche righe, ma uno dei problemi principali è sicuramente la mancanza di tradizione nell’investire nella game industry, cosa che tra l’altro non permette di far rientrare sviluppatori italiani emigrati in passato, che con la loro esperienza potrebbero far fare il salto di qualità all’industria. Nonostante questo sono fiducioso che in Italia si torni a fare giochi ad alto livello. Ci sono molti sviluppatori indipendenti con prodotti interessanti e anche noi, nel nostro piccolo, confidiamo di fare il nostro per gettare basi solide per il futuro.

Ringraziamo Daniele Monaco per la disponibilità e vi rimandiamo alla recensione di Lords of Football, disponibile all’uscita del gioco. Per maggiori informazioni potete consultare il sito ufficiale e la pagina Facebook di Lords of Football. 

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