Gioco dell’Anno 2015 – Nomination

È con grande orgoglio che VGNetwork/Gamesource vi invita all’ottava edizione della premiazione per il Gioco dell’Anno! Rispetto alla precedente edizione (se ve lo foste perso, potete dare un’occhiata qui: Gioco dell’Anno 2014), ci sono alcuni piccoli cambiamenti. Innanzitutto, abbiamo eliminato una categoria, quella dei titoli distribuiti unicamente via digital delivery, un canale che ormai è così importante da non ospitare più solo progetti “minori” ma particolari; senza contare che ora molti titoli giapponesi arrivano in Europa solo via digital delivery. Il secondo cambiamento riguarda la presentazione delle categorie: ai video abbiamo preferito le gif, speriamo vi piacciano!

Introducendo brevemente i candidati, possiamo dire che un 2014 di rinvii ha portato un 2015 ricco di uscite importanti, come quelle di The Witcher 3: Wild Hunt e Batman: Arkham Knight, che si sono sommate a quelle giochi previsti sin dall’inizio per il 2015, tra cui Rise of the Tomb Raider. Certamente, il grande assente di quest’anno è Uncharted 4: A Thief’s End, ma ci auguriamo che sia uno dei grandi protagonisti della prossima edizione. Ultima precisazione: anche quest’anno abbiamo di escludere dal contest i porting, tra cui includiamo le versioni 3D per Nintendo 3DS (fra cui spicca The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D) e i remaster (è il caso di Uncharted: The Nathan Drake Collection). A nostro parere, peraltro, Tearaway: Avventure di Carta, in considerazione delle significative aggiunte rispetto al titolo originale, non rientra nella categoria dei meri remaster.


La fine dei cross-gen e l’inizio di una nuova era

Il 2014 è stato un anno di transizione a causa dei numerosi cross-gen. Il 2015, agli occhi dei giocatori, soprattutto “consolari”, sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione della next-gen. Le cose non sono proprio andate così ma, tra un downgrade qua e un 720p là, i giocatori hanno comunque avuto modo di rifarsi gli occhi grazie a titoli graficamente eccelsi, vuoi per la bruta potenza tecnica, vuoi per la direzione artistica. Apriamo le danze con The Order: 1886, tanto bello da guardare quanto povero da giocare. In questa sede rileva solo il lato “esteriore”: il lavoro svolto da Ready at Dawn è forse quanto di meglio ci si possa aspettare su PlayStation 4. Con Ori and the Blind Forest, indie-non indie, Moon Studios è riuscita a toccare nel cuore i giocatori, soprattutto per via dei giochi di luce, i quali spiccano e contrastano fortemente con i toni più cupi e scuri che circondano il coraggioso Ori. Impossibile, poi, non includere The Witcher 3: Wild Hunt: cavalcare Rutilia attraverso Novigrad fino ad arrivare alle isole di Skellige è una delle esperienze visivamente più coinvolgenti che sia apparsa sui nostri schermi. Il 2015 verrà ricordato per il ritorno di Star Wars e di Mad Max, sia al cinema sia in versione videoludica. Mad Max stupisce coi suoi effetti atmosferici e il ciclo giorno notte, ma la marcia in più arriva dalle spettacolari esplosioni e dalle immense distese di sabbia che ricreano in modo magistrale gli scenari del film. Chiudamo con Star Wars: Battlefront, maestro nel soddisfare le brame degli appassionati, grazie alla perfetta ricostruzione di pianeti iconici come Tatooine e Hoth.


Play & listen

Il nostro premio Gioco dell’Anno nella categoria sonoro racchiude cinque candidati che si sono imposti sugli altri per un sapiente mix di doppiaggio, colonna sonora, effetti e in generale, “effetto audio” di livello superiore. Bloodborne si è meritato la candidatura grazie non solo alla sua OST comunque d’effetto, ma più che altro per la perfezione e la tremenda tangibilità dei lamenti, dei versi e delle grida delle orribili bestie che ne affollano le stanze virtuali. Completamente per motivi diversi l’inclusione di Star Wars: Battlefront: l’FPS di DICE è riuscito a riprodurre il feeling dei film in maniera quasi maniacale, facendo raggiungere l’orgasmo a milioni di fan. Vi basterà sentire i frammenti degli X-Wing distrutti che rimbalzano sulla carlinga del vostro Tie-Fighter sui cieli di Tatooine. Più classica l’inclusione del fantastico The Witcher 3: Wild Hunt, dotato di una colonna sonora epica e completa, di intramontabile stile fantasy e di un solidissimo doppiaggio. Discorso analogo perMetal Gear Solid V: The Phantom Pain: per l’ennesima volta, Kojima dimostra di saperne di musica anche in un gioco open world. Infine, seconda nomination consecutiva per Jake Kaufman, mago delle OST a 16-bit, che dopo Shovel Knight è tornato con Shantae and the Pirate’s Curse. Certo, non si parla di grandi orchestre e scenari apocalittici, ma la sua è forse la musica “da videogame” più pura di questo 2015.


Una line-up più varia che mai!

Il mondo dei videogiochi indie, caratterizzato da sviluppatori privi di grandi publisher alle spalle, è da anni una miniera di titoli bizzarri e originali, e il 2015 non fa eccezione. Vediamo i cinque candidati di quest’anno. Broforce è uno sparatutto esaltato e fracassone davvero alla portata di tutti, una sagra del citazionismo Anni Ottanta e a tratti dell’ironia demenziale infarciti di patriottismo a stelle e strisce. Hotline Miami 2, sostanzialmente un update dell’ottimo predecessore, riporta i giocatori nelle meccaniche e nel gameplay che avevano decretato la fortuna del gioco originale. Lovers in a Dangerous Spacetime è uno degli indie più riusciti di sempre, grazie ad un’idea semplicemente geniale ed un gameplay molto innovativo, divertentissimo con un amico. Con SOMA Frictional Games abbandona le tematiche che aveva reso celebre la serie di Amnesia, e confeziona un’esperienza unica, che va la di là del solito survival. Anche Image & Form si discosta dal suo passato, regalandoci SteamWorld Heist, uno strategico con elementi shooter che ha ben poco a che fare con il metroidvania sui generis SteamWorld Dig, ma che non ha nulla da invidiargli sul piano qualitativo.


Tra indie e grandi publisher, le sorprese non mancano

Il mercato videoludico è ormai un mercato di massa: la conseguenza diretta è stata l’aumento esponenziale dei budget di produzione, che ha comportato a sua volta una maggior cautela nell’investire in progetti “rischiosi”. Questi cinque giochi sono qui per premiare chi ha tentato di fare qualcosa di diverso, senza distinguere tra indie e titoli ad alto budget. Nintendo, ormai molto conservatrice, ha tirato fuori dal cilindro Splatoon, un TPS online estremamente atipico, in cui colorare la mappa conta più che eliminare gli avversari. Come se non bastasse, sono seguiti mesi di supporto e aggiornamenti gratuiti. Sony, dal canto suo, ha supportato Supermassive Games nel suo Until Dawn, che è riuscito ad essere un gran teen slasher in chiave videloudica e un ottimo esempio di narrativa interattiva nonostante lo sviluppo travagliato. Dontnod è passata dall’action adventure di Remember Me ad una novel interattiva con Life is Strange, che si è rivelato un titolo molto profondo, smentendo i pronostici che lo vedevano come un teen drama emo/hipster. Passando alla scena indie, quest’anno abbiamo avuto due sorprese di tutto rispetto: la prima è stata Rocket League, sequel di un titolo che non si ricorda nessuno, che è salito tra i giochi più visti su Twitch in batter d’occhio, ed Her Story, con il quale Sam Barlow ci spiega come si utilizza il mezzo videoludico per raccontare una storia in modo atipico, sfondando la quarta parete.


La crème de la crème, più o meno

La categoria Flop quest’anno racchiude la solita miscela di nomi “pesanti” e giochi brutti brutti in modo assurdo (semicit.). Tony Hawk’s Pro Skater 5 ricade in entrambe le casistiche, e non vi nascondiamo che ha serie possibilità di vittoria: Activision ha rispolverato un nome di quelli pesanti (non semplicemente Tony Hawk’s, ma proprio Tony Hawk’s Pro Skater) e ha pubblicato un gioco indegno. Anche Devil’s Third, in un certo senso, è così, anche se il nome importante non è quello di un brand, ma quello di uno sviluppatore, Tomonobu Itagaki, giunto al primo vero fiasco della propria carriera. Il terzo candidato è Godzilla, che merita l’inclusione non solo per essere brutto, ma anche per essere sostanzialmente un tie-in fuori tempo massimo, arrivando in Europa nel cuore del luglio 2015, più di un anno dopo il debutto del film al cinema. Continuiamo la caduta nel baratro degli abissi con Raven’s Cry, un gioco in cui nessuno riponeva particolari speranze, ma che è semplicemente troppo brutto per non essere preso in considerazione in questa sede. Chiudiamo con una delle candidature più discusse in redazione: quella di The Order: 1886, un gioco infinitamente migliore dei compagni di categoria, ma ben al di sotto delle aspettative per qualità (e vendite) ludiche. Giunta per la prima volta a sviluppare una nuova IP, Ready at Dawn sforna il suo gioco peggiore.


La migliore line-up della storia di Xbox?

“La migliore line-up della storia di Xbox”. Non sappiamo se Yusuf Mehdi, Microsoft Corporate Vice President, abbia esagerato o meno con questa affermazione, ma quello appena trascorso è stato comunque un autunno molto florido nel parco esclusive di Xbox, per andare a rimediare un anno un po’ povero fino a quel momento. È stato l’anno dell’affermazione di Forza Motorsport su Xbox One: dopo un capitolo povero di contenuti Turn 10 Studios ha “risterzato” la serie sulla giusta pista, creando quello che senza grossi dubbi è il miglior racer simulativo di questa generazione. È tornato anche Halo, con Guardians, in grado di soddisfare praticamente tutti dal punto di vista più povero del quarto episodio (il multiplayer), pur non convincendo completamente per quanto riguarda la storia. Rise of the Tomb Raider ha esordito su console Xbox in grande stile, continuando sull’ottima base costruita da Crystal Dynamics due anni fa, mentre Lovers in a Dangerous Spacetime, con le sue meccaniche pazze, rappresenta al meglio il mercato ID@Xbox. Infine, lo splendido metroidvania Ori and The Blind Forest si porta a casa l’ultima nomination, dopo averci fatto commuovere tutti e innamorare di Nibel e dei suoi paesaggi.


It prints money!

Anno decisamente dilazionato, quello appena trascorso sul fronte PlayStation 4. A differenza della sua diretta concorrente, che concentra le uscite nel periodo invernale, Sony ha preferito diluire i titoli nell’arco dell’anno, mantenendo un ritmo costante di uscite di ottimo livello. Pur con l’assenza di Uncharted 4, il grande ritardatario nella line-up, è stato comunque arduo designare cinque candidati. Da sottolineare come abbiano predominato le nuove IP, alcune delle quali davvero rischiose come Until Dawn, altre più sicure ma comunque d’impatto come Bloodborne, altre con tanto potenziale purtroppo rimasto inespresso, come The Order: 1886. È stato anche l’anno dei grandi remaster (che non siamo soliti includere nelle nomination), da God of War III ad Uncharted, da Beyond: Due Anime a Journey, fino al remaster/remake Tearaway: Avventure di Carta. Parallelamente, continua la storia d’amore tra PlayStation e indie, con titoli di assoluto rilievo come Rocket League, protagonista del nostro recente torneo, Everybody’s Gone to the Rapture, Volume e tanti altri. Se a tutto ciò aggiungiamo qualche wildcard orientale – tra cui spicca Disgaea 5: Alliance of Vengeance – e le migliori versioni console dei multipiattaforma, possiamo certamente considerare l’annata in modo più che positivo, in vista di un 2016 che si rivelerà il vero turning point della vita di PS4. Quelli che seguono rappresentano il meglio di tutti questi diversi tipi di esperienze: dalle esclusive di peso agli esperimenti interattivi, dal re-imagining agli indie, con un pizzico di Giappone nel mezzo.


Non è sempre il 2014, ma non c’è di che lamentarsi

Il 2015 è stato un anno più che buono per i giocatori Wii U. Avendo ormai appurato e digerito l’abbandono semi-totale delle terze parti, è diventato facile concentrarsi sulle numerose esclusive di spessore. Prima di parlare dei candidati, però, citiamo alcuni dei grandi esclusi, a dire il vero più per meriti altrui che non per demeriti loro, infatti la sfida ai vertici è parecchio combattuta. Da una parte abbiamo Affordable Space Adventures, indie esclusivo che fa vedere idee fresche ed innovative, ma pecca sul fronte della longevità. C’è poi il recente Fast Racing Neo, lavoro ottimo, ma con qualche leggerezza di troppo per quanto riguarda il design di alcune piste. E infine Captain Toad, puzzle game assolutamente valido, ma non abbastanza da ambire ai vertici della classifica. Ed ora è il momento di citare chi invece è riuscito ad ottenere la nomination! Abbiamo Splatoon, lo sparatutto che ha ridefinito il genere in salsa Nintendo, Super Mario Maker, che non ha bisogno di presentazioni, e Xenoblade Chronicles X, il colossale lavoro di Monolith Soft. Gli altri due slot disponibili vanno a Yoshi’s Woolly World, un classico platform che ha sorpreso tutti per le musiche magnifiche e lo stile grafico oscenamente riuscito, e Kirby e il pennello arcobaleno, non perfetto, certo, e nemmeno all’altezza del prequel, ma veramente divertentissimo. La sfida è aperta e molto accesa, chi la spunterà?


La master race prosegue sulla sua strada

I cinque titoli che si sono meritati la nomination quest’anno sembrano, ancor più che nelle precedenti edizioni, voler sottolineare la netta linea di demarcazione che separa questo mondo da quello delle console, indicando i generi maggiormente curati dagli sviluppatori e più seguiti dagli amanti del gaming mouse e tastiera. A farla da padrone è stata la categoria degli strategici, unita, come spesso accade ultimamente, a qualche RPG di stampo classico e ad un titolo dedicato prettamente al versante eSports, ultima grande peculiarità del mondo PC. Blizzard non poteva non dire la sua anche stavolta con ben due titoli, Starcraft 2: Legacy of the Void, nuova espansione che va egregiamente ad ampliare l’universo fantascientifico dell’RTS più giocato nelle competizioni internazionali, e Heroes of the Storm, nuovo MOBA che inserisce i personaggi più iconici dei suoi marchi storici in una nuova formula votata all’immediatezza, ma parecchio incline a pianificazioni strategiche, che ha già conquistato la platea mondiale. Gli strategici continuano a dire la loro con altri due concorrenti, Mordheim: City of the Damned, che all’ultimo istante è riuscito ad infilarsi tra i papabili vincitori proponendo una fedele trasposizione del classico gioco di miniature di Games Workshop, e quella di Total War: Attila, ennesimo monumentale strategico di una serie che da anni continua a mietere consensi. Chiude le nomination Paradox, che con il suo Pillars of Eternity è riuscita a rivitalizzare il fascino e la profondità di RPG storici, raccogliendo l’eredità di Baldur’s Gate.


 Vita propria?

Tirati i remi in barca e lasciata la propria console portatile nelle mani degli sviluppatori indie o giapponesi, Sony è rimasta a guardare mentre PlayStation Vita viveva, letteralmente, di vita propria. Il rubinetto dei first party si è sostanzialmente chiuso con Freedom Wars e Murasaki Baby l’anno scorso, mentre le più importanti nuove IP apparse su Vita in questi anni, Gravity Rush e Tearaway su tutte, stanno compiendo il grande passo su PlayStation 4. Oltre al curioso e continuo supporto dalla comunità orientale, con titoli come Danganronpa: Ultra Despair Girls,Persona 4: Dancing All Night e Toukiden Kiwami, il 2015 di Vita si è caratterizzato nuovamente per la passione dal e per il mondo indipendente: tanti sono infatti gli indie game approdati sulla portatile Sony, e pur essendo spesso disponibili anche su PS4 o PC, PlayStation Vita rimane di fatto l’unico dispositivo portatile in grado di riprodurli, con buona pace di Nintendo 3DS e mobile. Giochi come Super Time Force Ultra, Hotline Miami 2, OlliOlli 2, Titan Souls, Hatoful Boyfriend, Helldivers e The Swindle sono praticamente perfetti per le potenzialità – grafiche e portatili – della console Sony.


Verso il tramonto

Nonostante sia una console ormai sulla via del tramonto, Nintendo 3DS è ancora un’assoluta protagonista del panorama videoludico odierno. Le uscite del 2015 si sono rivelate infatti molto interessanti e, pur non essendo ai livelli degli anni scorsi, di prodotti validi ne possiamo comunque trovare parecchi sulla console dal doppio schermo. Tra tutti spicca Code Name S.T.E.A.M., strategico a turni dal design originale, così come il bizzarro gioco musicale Hatsune Miku: Project Mirai DX. Ad affiancarli sono giunti poi due prodotti decisamente più classici e collaudati come Mario & Luigi: Paper Jam Bros., ennesima incarnazione del buffo RPG Nintendo, e Monster Hunter 4 Ultimate, l’impegnativo hunting game di Capcom che è riuscito a fare faville anche in occidente. A chiudere il quintetto dei titoli più interessanti del 2015 ci pensa infine il novello SteamWorld Heist, strategico bidimensionale che ci immerge ancora una volta all’interno del vaporoso quanto ironico universo ideato da Image & Form. Come dite? Non ci sono Majora’s Mask 3D e Xenoblade Chronicles 3D? Beh onestamente abbiamo preferito ometterli: nonostante la loro ottima qualità sono “solo” dei porting e quindi, in quanto tali, è stata data una maggior priorità a progetti più originali.


Solo numeri uno!

Chiudiamo come al solito con la categoria più prestigiosa, quella di Gioco dell’Anno. Gioco “assoluto”, senza distinzioni di piattaforma, publisher, sesso, razza e religione: proprio per la caratteristica dell’universalità, in questa categoria annoveriamo vari titoli importanti che in precedenza non hanno trovato spazio in quanto multipiattaforma. Non c’è The Witcher 3: Wild Hunt in categoria PC? Chiaro, lo trovate qua! Niente Metal Gear Solid V: The Phantom Pain su PlayStation 4? Lo trovate qua! Chiaramente, siccome il paramentro è solo quello della qualità, c’è spazio anche per esclusive importanti, come Bloodborne, Rise of the Tomb Raider e Splatoon. Dieci candidati sono troppi per essere spiegati, quindi ci fermiamo qui e vi lasciamo al materiale grafico.


Qual è il vostro gioco dell’anno?

L’elenco delle nomination è giunto al termine. Quanti dei titoli qui sopra citati avete giocato? Ne avreste aggiunti altri? Se vi sarebbe piaciuto vedere qualche altro titolo in nomination, scrivetecelo commentando questo articolo e motivando la vostra risposta; ora però vi chiediamo di sbilanciarvi per eleggere il vostro personale Gioco dell’Anno 2015! Tra i 10 candidati all’ambitissimo premio, dovrete scegliere il vostro candidato preferito cliccando sopra il suo nome. Così facendo contribuirai al sondaggio che decreterà il miglior gioco dell’anno secondo gli utenti di VGNetwork.it La chiusura delle votazioni è prevista per il prossimo 30 Dicembre alle ore 23:59, quindi affrettatevi. Vi diamo appuntamento con le premiazione del Game of The Year 2015, restate sintonizzati!

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