Io, me e il Game Boy: la console festeggia 30 anni

30 anni fa usciva la console portatile di Nintendo, e i redattori di Gamesource la omaggiano con i loro ricordi.

Game Boy compie la bellezza di 30 anni. Parliamo della console che ha fatto la storia delle portatili, vendendo quasi 120 milioni di copie in tutto il mondo e dando i natali a serie come Tetris e Pokémon. Per festeggiare questi 30 anni, abbiamo deciso di raccontarvi gli aneddoti di alcuni dei nostri redattori per ricordarci insieme di questa leggendaria console:

Matteo Cadeddu

Era l’ormai lontano 1990 e, per chi in quel periodo aveva tra i 10 e i 12 anni come il sottoscritto, questo piccolo gioiellino portò un cambiamento epocale nelle vite dei ragazzi: parlo ovviamente del Game Boy. La prima console veramente portatile di casa Nintendo seppe ritagliarsi una fetta di mercato in grado di portare ventate di aria fresca nel cuore dei video gamers e di sicuro un sostanzioso introito economico alla casa di Kyoto. Il fenomeno Game boy si espanse a macchia d’olio e confermò, almeno nel mio caso, la passione per i giochi elettronici e sopratutto per Tetris: il primo gioco a cui abbia mai giocato in mobilità e che ancora oggi riesce ad appassionarmi. Sembra quasi incredibile da credere ma ancora oggi una partita veloce a Tetris, magari proprio sul terminale che usavo da bambino, riesce a distrarmi dalla quotidianità e mi fa sentire meglio. Sarà la musica, sarà il monitor monocromatico verdognolo, sarà il ritmo di gioco, ma la passione in vent’anni non è minimamente scemata… credo che lo regalerò a mio figlio, appena sarà grande abbastanza da portelo apprezzare.

 

Claudio Caramadre

Ricordo che uno dei giorni più belli della mia vita fu quando scambiai la mia PlayStation One per il Game Boy del mio vicino di casa. Lo scambio durò solo una settimana e devo dire che quella fu una delle settimane più belle della mia vita. Giocai a Super Mario, che io non avevo mai conosciuto né mai visto, Donkey Kong (che mi affascinò e frustrò al tempo stesso) e soprattutto a un gioco di Batman del quale ho perso completamente la memoria. Non so se effettivamente fui io a guadagnare da quello scambio. Ricordo il peso del Game Boy e ricordo la magia del vedere in tanta semplicità un universo di divertimento. Quel che so per certo è che misi da parte i soldi e comprai il Game Boy Advance quando mi fu possibile.

Salvo Cifalinò

Da nato a ridosso degli anni 90, il game boy da piccolo rappresentava uno status symbol. La grande N dopo aver regalato emozioni sui “grandi” schermi lo faceva anche sui piccoli, emozionando e intrattenendo grandi e piccini. La smania divenne irrefrenabile quando, inutile dirlo, uscirono Pokémon Rosso e Pokémon Blu. Quei mostriciattoli rappresentavano il ponte tramite il quale i bambini si confrontavano, si sfidavano, si scambiavano i primi pareri. Il volerne avere uno non era di certo l’ambire ad avere un oggetto per cui vantarsi quanto invece avere un pretesto per fraternizzare e farsi dei nuovi amici. Purtroppo non ho mai avuto il piacere di possederne uno ma grazie alla piccola console di Nintendo sono riuscito a farmi vari amici, che me lo prestavano di tanto in tanto, lanciando sfere poké a destra e a manca. La console insomma non è rimasta in mano mia ma i ricordi e le amicizie, quelle sì.

Marco Fazzini

Il Game Boy è nato qualche anno prima di me. Ovvio quindi che si sia comportato da fratello maggiore, accompagnandomi nelle calde sere d’estate e, soprattutto, negli ancora più torridi viaggi in pullman: quanti di voi sgomitavano per prendersi i posti dietro durante la gita di fine anno? Io sicuramente sì, e con me (alla faccia di chi addita i videogames come alienanti e causa dei comportamenti antisociali) i compagni di classe che non vedevano l’ora di sfidarsi a Batman, Double Dragon, Street Fighter, Zelda, Wario… e mi fermo qui perché sicuramente ognuno di noi ha la sua personale lista infinita di titoli, tutti eccezionali. Durante la mia infanzia – che non è ancora finita, perché non puoi occuparti di editoria videoludica se dentro non resti un po’ bambino – di console portatili nominalmente ben più performanti ne ho possedute tante: dall’ingombrante Game Gear al Game Boy Color, per non parlare delle più recenti console Nintendo e Sony e degli smartphone, ormai moderne macchine da gioco che portiamo tutto il giorno comodamente in tasca. Quel piccolo mattoncino con lo schermino verde, però, resterà sempre nel mio cuore come la miglior console portatile di sempre.

Simone Cirimbilla

Il mio ricordo più bello con il Game Boy risale agli anni 1999-2000, quando avevo circa 15 anni. A parte il fatto che il giorno stesso dell’uscita di Pokémon Rosso ero davanti al negozio al momento dell’apertura, e quindi è stato il primo gioco in assoluto che acquistai al day1, ricordo un giorno in cui, tornando a casa, vidi per strada un altro ragazzino che giocava col Game Boy. Per puro caso notai che sul suo schermo era presente Mew, e preso dalla foga (avendo gli altri 150 mostri ma non avendo Mew) lo avvicinai e ci feci amicizia. Iniziammo a parlare delle nostre passioni e mi accompagnò verso casa mia, dove presi il mio cavo Link e mi passò Mew per completare la mia collezione di 151 Pokèmon.

Quali sono, invece, i ricordi più preziosi che avete con il Game Boy? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o sulla nostra pagina Facebook!

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