Join the Indie

Abbiamo partecipato al primo evento italiano realizzato completamente in un ambiente virtuale!

La pandemia di Coronavirus che ha colpito il pianeta quest’anno ha, come ormai più che appurato, stravolto radicalmente molte nostre abitudini date quasi per scontate, soprattutto quelle riguardanti gli incontri e lo stare assieme.

Naturalmente, anche l’industria videoludica non è risultata immune a questo fenomeno forzato, vedendosi annullare moltissimi eventi anche di gran rilievo o, nella migliore delle ipotesi, trasformandoli giocoforza in eventi online, virtuali. E noi della stampa di settore abbiamo dovuto a malincuore rinunciare alle tante occasioni di incontro (e relativi buffet!) tra colleghi in concomitanza delle varie conferenze stampa.

Join the Indie

Ieri, 29 giugno, siamo però stati veramente lieti di poter prendere parte a Join the Indie: il primo evento italiano sponsorizzato da Intel – ambientato completamente in una location virtuale – sul cui palco hanno preso la parola i rappresentanti delle maggiori realtà videoludiche nostrane come sviluppatori, manager e moltissimi altri professionisti del settore.

Grazie alla piattaforma AltspaceVR, abbiamo potuto (o meglio il nostro avatar ha potuto) esplorare e interagire liberamente con la grande sala conferenze messa a nostra disposizione, ovviamente con la possibilità di incontrare amici e colleghi e fermarsi a fare assieme quattro chiacchiere “virtuali”, oltre al godersi il pre show con la performance indiavolata dell’asso della batteria Vadrum!

Join the Indie

Join the Indie è stato introdotto da Biagio Gurrieri, Technical Account Manager di Intel, che ci ha parlato di come Intel sia sempre più intenzionata a rispondere alle esigenze reali dei gamers con una costante innovazione delle piattaforme, rendendole sempre più adatte a operare in multitasking, supportando in maniera ottimale sia lo streaming che la registrazione di sessioni di gioco, senza comunque sacrificare le performance che tanto stanno a cuore a molti di noi: grafica e gameplay, oltre a un maggior utilizzo di tecnologie VR. Ma non soltanto ai giocatori si vuole rivolgere Intel, dedicando moltissime risorse soprattutto nei confronti di chi i giochi invece li rende possibili: i team di sviluppo.

Intel ha infatti inaugurato il programma Intel GameDev Boost, annunciato in occasione della scorsa Game Developer Conference, che si rivolge tanto ai piccoli team indipendenti quanto ai grandi studi di sviluppo.

Intel GameDev Boost consiste in un processo di test e certificazione, che consente agli sviluppatori di ottimizzare i loro giochi per ottenere il massimo delle prestazioni su PC, oltre al poter accedere a strumenti e tutorial utili per la pianificazione e la progettazione di giochi, librerie gratuite, analizzatori di prestazioni e altri strumenti in grado di aiutare i dev a programmare in modo più efficiente su architettura Intel. Sul palco virtuale di Join the Indie è poi salito anche Mauro Fanelli, vicepresidente di IIDEA, che ci ha fatto il punto sulla realtà italiana dell’industria videoludica, per la stragrande maggioranza costituita da piccole o piccolissime realtà, in grado però di produrre veri e propri perle.

Join the Indie

A seguire, hanno preso la parola proprio i rappresentanti di alcune di queste realtà nostrane, quali Gamera Interactive, Invader Studios, 3D Clouds e 34BigThings, che ci hanno parlato delle loro personali esperienze e di come si fa a “fare un videogioco” in Italia al giorno d’oggi, lasciandoci poi anche qualche stuzzicante indiscrezione sui loro futuri titoli, di cui parleremo a tempo debito. Alla conferenza hanno preso anche parte Namer Merli, Marketing Product Manager di Koch Media UK e Lisa Gobbi, 3D Environment Artist di Codemasters, che hanno condiviso con noi le loro esperienze di ragazzi italiani che hanno creduto nel “mestiere dei videogiochi” e ce l’hanno fatta, facendo carriera negli ambienti dell’industria videoludica.

Join the Indie è stata un’esperienza molto strana, ma allo stesso modo piacevole. L’atmosfera, dopo un primo momento di spaesamento, era quasi quella che si respira a questo tipo di eventi “in real life”, un’occasione per incontrare colleghi e scambiarsi chiacchiere e opinioni. Solo che stavolta, il tutto era in forma virtuale. E il buffet? Quello era rigorosamente Real Life, essendoci stato gentilmente spedito come (graditissimo) press kit!

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