Mortal Kombat 11 Aftermath: sguardo al competitive

Ed Boon colpisce ancora?

A più di un anno dalla release di Mortal Kombat 11, siamo pronti a tirare le somme sul percorso vitale della nuova incarnazione della fortunata saga di NetherRealm Studios, capitanata dal nostro amichevole Ed Boon di quartiere. Quale momento migliore se non la realease del DLC Aftermath?

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NRS come sempre prosegue nella sua visione atipica del genere picchiaduro confermando ancora una volta l’attenzione per il comparto narrativo, spesso trascurato e destinato a rivestire un ruolo minore nella maggior parte dei titoli di questo genere. Aftermath infatti non si propone solamente come un DLC contenente 3 nuovi personaggi giocabili, ma ci offre una nuova campagna che prosegue direttamente gli eventi di Mortal Kombat 11 nell’esatto momento in cui li avevamo lasciati.

Se viaggiare nel tempo e riscrivere la storia è il vostro pane quotidiano, siete nel posto giusto. Approfittando dei personaggi comparsi tramite Kombat Pack, questa è l’opportunità perfetta per integrarli (Guest characters esclusi) nel mondo di gioco, forti della libertà creativa donata dall’ escamotage narrativo “time travels”. Non è questa tuttavia la sede più idonea in cui disquisire delle roboanti vicende di Raiden e del suo manipolo di eroi, perché ci concentreremo ad esaminare il lato competitivo del titolo.

Mortal Kombat 11 Aftermath

Mortal Kombat 11 è un titolo che vive di ritmi lenti e cadenzati, dove le scelte e il ragionamento prendono il posto dell’azione frenetica. Come ben sapete, l’aggiunta di barre offensive e difensive e il sistema di cooldown sottopongono costantemente il giocatore a un utilizzo intelligente delle proprie risorse, dove andare a massimizzare il danno significa inevitabilmente a rinunciare a parecchie opzioni difensive, come gli attacchi in rialzo.

La scelta di togliere la corsa dal titolo sembrava opportuna nell’ottica di rinunciare al rushdown, ma ancora una volta NetherRealm Studios cadde nella perigliosa trappola già sofferta in Injustice 2: Lo Zoning. Una volta che i migliori giocatori del mondo iniziarono a darci dentro per scalare le vette delle classifiche, divenne evidente lo strapotere dei personaggi in grado di infliggere pressione e danni da lontano, tempestando di proiettili l’avversario fino a trionfare nell’incontro.

Mortal Kombat 11 Aftermath

Per la prima volta nella storia la presenza di Mortal Kombat non venne confermata nella line up ufficiale dei tornei dell’EVO 2020, il più importante torneo di picchiaduro al mondo. Che i problemi di Zoning possano essere centrali in questa scelta di sicuro sofferta? Ai posteri l’ardua sentenza, il resto è storia. A causa dei drammatici problemi relativi al Covid-19, l’Evo è stato cancellato e sostituito con una versione online dell’evento.

Conosciamo naturalmente tutti l’importanza del NetCode nel genere picchiaduro, di fondamentale rilievo se contiamo l’assoluta necessità di sincronia, del lock dei 60 FPS e di quanto ogni frame perso conti in maniera assoluta sulla performance. È possibile dunque organizzare un Evo online? Purtroppo un torneo così prestigioso ha dovuto negare la possibilità di competere a una buona fetta di titoli di punta della line up originale.

Mortal Kombat 11 Aftermath

Abbiamo dato un sofferto arrivederci a Super Smash Bros. Ultimate, a Tekken 7 e ai loro fratelli, sperando in un sistema di gioco online più solido nelle loro prossime incarnazioni. Rispunta, non a sorpresa, un Open Tournament interamente dedicato a Mortal Kombat 11 Aftermath, che vanta uno dei migliori NetCode in circolazione e non teme rivali sul comparto online. Il continuo supporto al titolo di punta di NetherRealm da parte dello studio ci fa ben sperare nella correzione dei maggiori problemi competitivi del titolo, che con la release di Aftermath ha garantito una patch gratuita e una serie di contenuti di rilievo anche ai non possessori del DLC.

Del continuo supporto al titolo abbiamo come prova tangibile su tutte il tema della varianti competitive: ogni personaggio ho delle abilità speciali polarizzanti da scegliere durante la personalizzazione, e tra queste potevamo portare in competitive solamente 2 varianti scelte dagli sviluppatori. Come promesso, ogni personaggio ha avuto l’accesso a una terza variante che rivoluziona il modo con cui questi interagisce con l’avversario, offrendo degli stili di gioco eterogenei ed interessanti.

Mortal Kombat 11 Aftermath

Il lavoro sulle varianti competitive, come confermato da Ed Boon, continua inesorabilmente, con lo scopo di poter regalare al gioco in classifica più personalizzazioni possibili, che possano andare a colmare la maggior parte dei match up senza dover cambiare personaggio come accade in moltissimi altri titoli. Questo importante elemento getta uno spiraglio di luce sulla questione Zoning, dove potremo vedere in un futuro non troppo lontano, personaggi in grado di reagire sapientemente agli stili di gioco più eterogenei.

Mortal Kombat 11 vive, si evolve, impara e si arricchisce dell’esperienza degli utenti. Non possiamo dire tuttavia che tutti i personaggi, sia del roster base che del Kombat Pack, siano riusciti, dove una scala di potenza e Tier fa da barriera ad alcuni personaggi tanto affascinanti quanto sotto il livello di potenza competitivo. Come sappiamo il bilanciamento di un titolo è questione assai complessa e spesso un buff può significare troppo in termini numerici, quindi non ci resta che aspettare con ansia  le prossime mosse di NRS.

Mortal Kombat 11 Aftermath

Per quanto riguarda i 3 nuovi personaggi giocabili rilasciati con Mortal Kombat 11 Aftermath, siamo lieti di annunciare il ritorno della guerriera Shokan Sheeva, di Fujin – fratello di Raiden e Dio elementale – e di… Robocop! Sebbene ai puristi della saga i guest characters non siano mai andati a genio e proprio in questi giorni è tornata la lamentela circa gli “Slot sprecati” (si attendono ancora personaggi iconici come Mileena e Quan Chi), noi siamo da sempre entusiasti nel vedere nuovi innesti di casa Warner nel roster dei suoi titoli di punta.

Mentre Fujin si è rivelato essere un personaggio di ottimo spessore tecnico e Sheeva una grabber entry level facile da padroneggiare, Robocop ci ha fatto parecchio storcere il naso durante le nostre ore di gioco. Personaggio interamente incentrato sul gioco a distanza, era esattamente l’elemento da evitare sul fattore di bilanciamento del titolo. Oltre a non essere troppo divertente da utilizzare, va a gettare benzina su un falò di gameplay che speravamo venisse soffocato dal vento. In ogni caso poter far fronteggiare su schermo Terminator e Robocop, splendidamente animati, corona uno dei sogni più arditi della nostra infanzia.

Mortal Kombat 11 Aftermath

Mortal Kombat 11 è un titolo ricco di linfa vitale, una creatura da far crescere con cura e da potare sapientemente laddove i rami prendano una direzione nociva. L’aggiornamento ad Aftermath ci porta parecchie nuove ore di gioco, le attesissime Frienship, altrettanto grinding per ottenere i costumi più ambiti per i nostri beniamini e qualche nuovo personaggio da padroneggiare. Non vediamo l’ora di guardare a mascella spalancata l’Open Tournament dell’EVO online 2020 e naturalmente di fare il tifo per il grandissimo campione Sonic Fox. Ci vediamo al prossimo round!

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