Nintendo 2DS – Hands On: ecco i perché della nuova console

Qualcuno ieri ha avuto l’ironia di pensare che fosse una bufala, una trollata come si dice nel gergo moderno degli internauti. E invece stamattina abbiamo avuto modo di toccarlo con mano, quindi possiamo con certezza dire che il Nintendo 2DS esiste. In molti ci hanno già chiesto “perchè?”, ma non nascondiamo che anche noi ce lo siamo domandato nella giornata di ieri e nel viaggio verso la sede Nintendo, dove abbiamo avuto modo di compiere il nostro hands on sulla nuova console. Abbiamo trovato le risposte e abbiamo trovato anche le plausibili giustificazioni che hanno portato la grande N a produrre una console che ripropone il 3DS senza 3D.

Partiamo col presupposto che la tecnologia della terza dimensione crea qualche problema: i simpaticoni diranno che in ogni momento della nostra vita vediamo in 3D, quindi non dovremmo avere problemi dinanzi all’ultima console portatile della Nintendo. Ma è acclarato e confermato, tanto da essere consigliato dalla stessa azienda nipponica, che la terza dimensione, così come è stata pensata per il 3DS, crea problemi soprattutto ai bambini: tramite parental control, infatti, si può definitivamente eliminare il supporto ottico e impedire ai propri figli, quindi ai più piccoli, di attivarlo incosciamente o per il gusto del proibito, che, diciamolo, vince su qualsiasi cosa. Acquistare il 3DS, per le famiglie, era quindi ostico: vogliamo comprare una console per nostro figlio, ma abbiamo paura che possa creargli problemi alla vista o, come d’altronde si legge anche sulle home console, causare crisi epilettiche ai fotosensibili. La soluzione quindi è il 2DS, la console che riproduce i giochi per 3DS senza la terza dimensione.

Posto quest’anno potremmo voler dire qualcosa anche sul prezzo, ma per ora, purtroppo, è l’unico dato che resta dubbioso e senza conferme: si vociferano 120 euro, un prezzo decisamente accettabile per una console che potrebbe così conquistare il mercato natalizio. Verrà commercializzato il 12 ottobre prossimo, in contemporanea con Pokémon X/Y, con il quale si potrebbe ricreare un soft bundle presso le varie aziende di vendita, ma per adesso Nintendo non si esprime a riguardo e non parla di bundle pre-composti. Nella scatola di vendita della console, invece, troveremo, oltre che ovviamente al 2DS, il pennino, che troverà spazio in un vano inserito nel mezzo della console, il caricabatteria del 3DS, andato perduto nelle ultime commercializzazioni, le carte della realtà aumentata e una SD card da 4 GB. Qualcuno si domanda come si possa fare per ovviare ai graffi e alle botte che potrebbero prendere i due schermi, in assenza della chiusura a conchiglia: la risposta è la stessa che tutti si sono dati dinanzi a una PsVita, una PsP, un GameBoy di qualsiasi generazione. Sicuramente si prevederà la vendita di un astuccio per la console, così da portarla con sé.

Nella nostra prova su strada abbiamo avuto modo di testare dapprima Mario Kart 7 e poi Super Mario Land: entrambi i prodotti sono uguali alla versione per 3DS, quindi non ci soffermiamo a parlare di loro, bensì di come la console ci è sembrava tra le nostre mani. Partiamo col dire che la manegevolezza è ottima oltre che comoda: i tasti dorsali, che si presentano più grandi, sono più resistenti e più validi. La grandezza è quasi il doppio di quelli per 3DS e aiutano non solo l’utilizzo, ma anche la resistenza degli stessi dato che saranno i primi a prendere urti e graffi se infilati in una borsa. Per il resto la composizione della console che prevede un unico blocco permette meglio il posizionamento delle mani sui bordi laterali. Insomma un insieme di caratteristiche da premiare, perché di buona coniugazione.

Non è prevista per ora una base, uno stand, come quello del 3DS che permetteva la carica in ogni momento della console, così come non è presente tra i pulsanti lo switch per il wireless: per modificarne le impostazioni bisognerà recarsi nel menù principale della console e ovviare al problema, se così si può chiamare. Chiudiamo parlando della chiusura a conchiglia, che in tanti hanno contestato in queste poche ore passate dall’annuncio al nostro hands on. Il design è un chiaro rimando agli anni andati della Nintendo, un modo per tornare alle console lunghe e bombate, tozze quasi, evitando che, soprattutto tra i bambini, i due schermi potessero staccarsi o rompersi in fase di apertura per una pressione eccessiva nel mezzo. Una soluzione anche in questo caso da apprezzare e che d’altronde viene contestata esclusivamente perché si è restii ai cambiamenti. 

Questo è quello che abbiamo potuto apprendere stamattina testando il 2DS, che verrà commercializzato, ricordiamo, il prossimo 12 ottobre in due versioni: quella bianca e rossa e quella blu e nera. Le dimensioni sono leggermente superiori a quelle del 3DS, mentre pareggiano quasi quelle del 3DS XL, almeno in altezza. 

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