Pokémon Spada e Scudo: La nuova era Pokémon

I due giochi Pokémon di ottava generazione aprono le porte a una nuova era dei mostriciattoli tascabili: ricostruiamo il percorso che ci ha portato a Pokémon Spada e Scudo e cosa significano per il futuro della serie.

C’è molto clamore attorno Pokémon Spada e Scudo. Le notizie a riguardo si sprecano e questo perché ci stiamo avvicinando all’ultima parte di questo lungo viaggio di promozione iniziato ufficialmente il 27 febbraio 2019, quando l’ottava generazione Pokémon è stata rivelata al mondo intero.

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Non è solo la vicinanza con la data il motivo: nei giorni scorsi Spada e Scudo sono stati incaricati di un onere e un onore, quello di inaugurare una nuova era di Pokémon attraverso un trailer breve ma intenso. In 30 secondi, il video passa in rassegna più di 20 anni di storia dei mostriciattoli tascabili, facendo una carrellata di tutte le generazioni Pokémon e le rispettive console su cui hanno debuttato. Pikachu, Haunter e Snorlax, direttamente da Pokémon Rosso e Blu del 1996, corrono spediti sull’erba di Kanto, passando la palla all’Amarantopoli di Johto, i vulcani di Hoenn, i ghiacciai di Sinnoh, le città di Unova e le spiagge di Kalos fino ad arrivare alle Terre Selvagge di Galar. Qui migliaia di Pokémon si radunano attorno a quattro giocatori e le console che essi hanno in mano si trasformano per magia in Nintendo Switch, investendo i Pokémon accorsi e trasportandoli nel nuovo decennio del quale cui siamo all’uscio.

Pokémon Spada e Scudo

È da tempo che il franchise si sta preparando a sbarcare su Nintendo Switch con un gioco principale. Pokémon Let’s Go! Pikachu e Eevee non sono stati che un esperimento, una prima prova per vedere come portare i mostriciattoli sull’ammiraglia Nintendo e che è servita come scuola di formazione per il team prima del grande salto – lo ha detto lo stesso Junichi Masuda, producer di Spada e Scudo.

Il traghettamento della serie su Switch inizia semi ufficialmente due anni prima con Pokémon GO, che ha avuto il compito di radunare i giocatori della prima ora e trascinarli dal cellulare alla console madre, proponendo attraverso il remake di Pokémon Giallo una storia semplice ma allo stesso tempo nostalgica. Pokémon Let’s Go Pikachu e Eevee prendono diverse meccaniche da Pokémon Go, tra cui soprattutto la cattura: i combattimenti nell’erba alta vengono messi da parte, mentre per la prima volta su una console i mostriciattoli compaiono direttamente nell’overworld. Sempre per la prima volta è possibile giocare a un gioco “principale” di Pokémon sul grande schermo, oltre che portare i propri amici virtuali sempre con sé grazie alla natura ibrida di Switch. Per molti appassionati è stato come sognare a occhi aperti sebbene, nonostante le parole di Masuda, non si è mai arrivati, forse, a considerare i Let’s Go come principali. Fatto sta che The Pokémon Company con questo antipasto ha preparato la tavola per la portata principale, che verrà servita a milioni di commensali il 15 novembre.

Pokémon Spada e Scudo

Come tutte le generazioni Pokémon, Spada e Scudo portano con sé innumerevoli novità. I riflettori sono puntati, ancora una volta, sulla possibilità di catturarli tutti sia tramite TV che rimuovendo la console dal dock per giocarci, come tradizione comanda, in totale portabilità. Nintendo Switch, d’altronde, non è una console tradizionale, ma gode di una posizione “speciale” e tutti, sin dal giorno del suo debutto, volevano vederci approdare un titolo della serie Pokémon.

Il salto grafico (nonostante tutto) rispetto a Nintendo 3DS è evidente e, a differenza dei Let’s Go, non solo i combattimenti compiono il loro trionfale ritorno ma soprattutto vi sono più di 150 Pokémon. Se Pikachu e Eevee strizzavano l’occhio alla prima generazione, infatti, in Spada e Scudo si viaggia in una regione nuova di zecca – con tutto quello che ne consegue – insieme al “solo” Pokédex Regionale. Pokémon Spada e Scudo hanno, infatti, anche la gravosa responsabilità di mettere uno stop al Pokédex Nazionale, una decisione a detta di Masuda inevitabile, raggiunto ormai l’incredibile numero di quasi mille Pokémon esistenti.

Pokémon Spada e Scudo

Galar, questo il nome della regione, è liberamente ispirata alla Gran Bretagna: è il territorio più grande mai apparso in un core game Pokémon e fa del calore dello sport e dei fumi della rivoluzione industriale le sue maggiori caratteristiche. Non è un caso, infatti, che l’apertura (temporanea) del secondo Pokémon Center europeo coincida con la capitale inglese e che stia registrando una domanda senza precedenti, costretto a correre ai ripari contro orde di clienti che vogliono assicurarsi un giro prima che la carrozza si trasformi in zucca dopo la mezzanotte del 15 novembre.

È attraverso Galar che The Pokémon Company e tutto l’apparato mondiale che vi è dietro si preparano a inaugurare questa nuova era: come e più delle altre generazioni, questa ottava si propone di essere quella spartiacque, muovendo un team di più di 1.000 persone tra team di sviluppo e marketing insieme a una mastodontica opera di localizzazione in 9 lingue, tra cui l’italiano, che avrà l’arduo compito di mitigare quell’inglese vernacolare presente nella versione occidentale per antonomasia di Pokémon Spada e Scudo. Parole come “telly”, “cheers”, “mate” e l’espressione “fresh as a mint” sono solo piccoli esempi di una ricerca sul campo quasi antropologica – ricerca che ha mostrato come il curry fosse un piatto molto popolare in Inghilterra (da qui la meccanica del Pokécampeggio) o come, ancora, i porri siano più del doppio rispetto al Giappone, motivo per il quale è nato Sirfetch’d, l’evoluzione tanto bramata di Farfetch’d, il Pokémon Selvanatra di prima generazione.

Pokémon Spada e Scudo

Sirfetch’d è forse l’esempio più fulgido delle forme regionali di Galar, il cui compito primario è ridare vita e competitività ai mostriciattoli rimasti più indietro. Ponyta diventa un unicorno, su Weezing spuntano due ciminiere che purificano l’aria, mentre Zizgagoon da “schiavo MN” guadagna addirittura una terza evoluzione, Obstagoon, la cui notizia è arrivata (ed è stata commentata) anche alle orecchie di Gene Simmons, lo storico bassista dei Kiss. Queste vecchie glorie si muovono in un contesto dove sono presenti naturalmente nuovi Pokémon, tra cui Duraludon, il primo acciaio/drago non leggendario, l’inacciuffabile Impdimp, che sarebbe (se confermato) il primo buio/folletto della serie, per non dimenticare gli starter designati: Grookey, Scorbunny e Sobble, ognuno con una propria personalità.

I Pokémon che fanno più parlare di sé, però, restano i leggendari: Zacian e Zamazenta, rivelati a giugno con pochissimi dettagli. Sono le mascotte canine di Pokémon Spada e Scudo e sono ancora avvolte nel mistero. La loro presentazione li vede combattere uno contro l’altro, spada contro scudo, per poi allearsi tacitamente. Si alza il vento, un vento così forte da muovere gli alberi e da quel momento Zacian e Zamazenta non sono più apparsi in video. Uno degli aspetti più interessanti riguardo i nuovi leggendari è il fatto di essere completamente sconosciuti agli abitanti di Galar.

Pokémon Spada e Scudo

Nei giochi precedenti i locali erigono statue e raccontano storie con cui addormentare i bambini, ma questo non sembra il caso in Spada e Scudo. Le uniche statue presenti nella regione ricordano Diglett, per esempio, ma niente che rimandi ai due lupi leggendari. C’è un religioso silenzio che The Pokémon Company ha voluto giustamente rispettare, ma che diventerà un frastuono una volta che Pokémon Spada e Scudo saranno nelle mani del pubblico. Zacian e Zamazenta sono sicuramente legati alla forza arcana e quasi occulta che più caratterizza la regione di Galar, vale a dire il Dynamax e il Gigamax. Essa avvolge i Pokémon in un’aura rossa e li ingrandisce a dismisura, cambiandone statistiche e connotati garantendo battaglie titaniche.

A parte il lato tecnico e competitivo che si porta dietro, il fenomeno Dynamax è studiato in tutta Galar e riverito, ricercato a tal punto che Rose, ricco presidente della Lega Pokémon di Galar (privo a questo giro dei Superquattro), ha finanziato e disseminato stadi in tutta la regione, che sono le grandi palestre locali. Qui le lotte Pokémon sono viste come un vero e proprio sport, con tanto di sponsor e divise, e il peculiarissimo fenomeno è l’attrazione principale. Tutto questo potrebbe essere indice di una trama più matura, poiché la forza rossa che alimenta questa meccanica dai soli 3 turni sgorga dalla terra ed è presente nell’aria. È un qualcosa, insomma, che gli allenatori non possono controllare a pieno e che fa capo, probabilmente, a un antico passato di Galar come terra di giganti.

Pokémon Spada e Scudo

Il mondo anglosassone, avendo subito l’influsso delle popolazioni scandinave, è ricco di leggende a riguardo come Grendel, per fare un nome conosciuto, il mostro dalla forza sovrumana che Beowulf deve affrontare nel poema omonimo dell’VIII secolo. Purtroppo, le parole di Oak rimbombano: c’è un luogo e un momento per ogni cosa, ma non ora; accantoniamo (o rimandiamo) la lezione di filologia per parlare dell’elefante della stanza. Se Grendel fosse effettivamente un gigante o no non ci è dato saperlo, ma a Galar il passaggio di un colosso è evidente e ci viene mostrato tramite un geoglifo sulle colline di Galar. È comparso fugacemente in un trailer, ma abbastanza per essere accompagnato da un leak che dà un nome al gigante: Eternatus. Sarebbe lui il leggendario che andrebbe a comporre il tradizionale trio di questa generazione, e sarebbe “cattivo” – tanto, per chiudere il cerchio, da far alleare Zacian e Zamazenta che captano la minaccia.

I Pokémon speciali o leggendari designati come tali hanno spesso storie tragiche alle loro spalle. Il geoglifo, però, non comunica nulla di positivo: un enorme gigante sbuffa quella che sembra essere elettricità mentre sotto il torreggiante dio, terrorizzati, i poveri malcapitati. Leggende dei fan vogliono che sia stato Eternatus ad avere originato Dynamax e Gigamax attraverso un’energia che li rende molto più potenti e molto più simili a lui. Insomma, se Eternatus esiste e farà la sua apparizione in Pokémon Spada e Scudo prepariamoci a qualcosa di mai visto: la nuova era potrebbe fare della narrativa un altro nuovo punto di partenza.

Pokémon Spada e Scudo

Bisogna infine parlare anche di un’altra novità assoluta della serie: le Terre Selvagge. Un’area open world che, per fare un paragone in casa Nintendo, sarebbe grande quanto due regioni di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Una grande zona dai diversi climi su cui si concentrano molte innovazioni della serie come l’autosalvataggio, il movimento libero della telecamera e una modalità cooperativa che era stata solo abbozzata in Pokémon Let’s Go. Questa modalità ha un nome specifico, Raid Dynamax, ed è un tipo di lotta contro un Pokémon dynamaxizzato o gigamaxizzato che è possibile affrontare solo alleandosi con altri 3 giocatori (o NPC). A differenza dei nostri, il Pokémon Dynamax selvatico manterrà la sua forma per tutta la durata del combattimento mettendo a dura prova le nostre abilità. Lo scopo, ovviamente, sarà catturarlo con una Poké Ball che per l’occasione aumenterà anch’essa di dimensioni.

Pokémon Spada e Scudo

Nelle Terre Selvagge sarà anche possibile esplorare, accedere al Box in qualunque momento, accamparsi per rilassarci con i nostri Pokémon, e addirittura incontrare creature di livello superiore al nostro. Sì, perché Pokémon Spada e Scudo adotta un comportamento meno indottrinante rispetto i suoi predecessori: i tutorial si potranno saltare, e la responsabilità dell’incolumità dei nostri piccoli amici sarà solo nostra. La direzione intrapresa, quindi, è quella di un RPG Pokémon con tutti i crismi che potrebbe regalare molte sorprese: non resta che pazientare qualche settimana.


Pokémon Spada e Scudo si preparano a inaugurare una nuova era di Pokémon su Nintendo Switch premendo ancor di più l’acceleratore sul binomio libertà-RPG. Queste sono solo alcune delle novità, ma per tutti gli scettici che stanno ancora aspettando la vera rivoluzione Game Freak – ritenuta da un po’ di tempo a questa parte imprigionata dal brand e inerte da una parte della community – sta mettendo i tasselli al loro posto in maniera graduale. È un lungo viaggio quello intrapreso, ma su una cosa possiamo essere abbastanza certi: il cambiamento inizia da Galar.

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