Sesso e Videogiochi nel 2011

Provate a pensarci: l’atto che ci crea è uno dei più stigmatizzati in America. Quando il sesso si presenta nella cultura viene spesso introdotto con leggerezza o interpretato come pornografia. In altre materie (come il dibattito politico o le nuove scoperte scientifiche) l’esplicità è una virtù, mentre quando si parla di sesso sembra quasi che questo miri esclusivamente a deformare le nostre virtù, convincendoci di essere un argomento che deve necessariamente essere fonte d’imbarazzo.

Questo problema è ancor più vivo nel mondo dei videogiochi, dove non dobbiamo solamente assistere all’atto sessuale (come facciamo normalmente con un film) ma diventare attivi partecipanti dello stesso. Nel 2011 il sesso in ambito videoludico è stato per lo più definito da riluttanza, melodramma, farse fantastiche, e alcune di queste situazioni si sono rivelate convincenti, altre meno: vediamo quali.

Catherine è stato, oltre che uno dei giochi più interessanti dell’annata, quello più esplicito. La storia ruota attorno a Vicent, un uomo insicuro che preferisce bere con i suoi amici piuttosto che portare il suo rapporto con la fidanzata Katherine al livello successivo. Una delle tanti notte spese al bar Vincent beve tanto da svenire, svegliandosi accanto a Catherine: una ragazza bionda molto attraente che riesce a placare le paure del Nostro per la sua fidanzata.
Nel corso della settimana, le paure Freudiane di Vincent lo trasportano in incubi strutturati alla Q*bert, dove scala imponenti torri-puzzle inseguito da pecore psicotiche e da donne giganti che lo vogliono divorare. 
Il gioco punta senza vergogna sulla sua forte componente sessuale, anche senza una reale necessità della stessa.

Sesso, storie ed amori del 2011

Per contrasto alla sfrontatezza di Catherine troviamo Uncharted 3: L’Inganno di Drake, se vogliamo maggiormente adatto anche al pubblico femminile per la sua componente romantica. Nathan ed Elena hanno realizzato di non poter stare insieme visto il genere di vita che conducono, e stanno cercando di vivere lontani l’uno dall’altra. Quando Nate ritorna nella di lei vita nello Yemen, viene pestato ed inizia ad avere dubbi su sè stesso dopo aver rischiato più volte la vita di coloro che lo amano, Elena è pronta a concedergli un’altra possibilità. Una scena particolarmente forte, grazie al suo sottotesto, vede Nathan molto vicino ad Elena: eppure nessuno dei due sembra pensare a qualcosa di sessualmente esplicito. Si amano.

The Witcher 2 tenta di proporre qualcosa di nuovo per contrastare la forte riluttanza del nudo femminile. Il titolo arriva a mostrare diverse parti del corpo femminile, arrivando però ad offrire poco oltre ad una certa esplicità quando si parla di coinvolgimento.

Dragon Age 2, come il predecessore, include la possibilità di intraprendere relazioni omosessuali: il titolo non offre scene di nudo, ma fa della costruzione di un rapporto il suo elemento cardine per l’arrivo all’atto sessuale. Il giocatore può scegliere se giocare in panni maschili o femminili e nel corso di decine d’ore di costruire una squadra che si compone di storie ed emozioni personali come strumenti dell’"innamoramento". Anche se le scene di sesso non sono altro che fuochi di paglia, l’arrivarci permette di conoscere al meglio i propri compagni attraverso un sistema dialogico strutturato con cura certosina, in grado di rendere un vanto per la produzione la costruzione dei rapporti personali, molto curata in ogni suo aspetto. È un punto di vista sul sesso visto come la graduale culminazione d’interesse basato su esperienze condivise, fiducia, attrazione e tempismo.
 

L.A. Noire, dal canto suo, propone una strana miscela di violenza carica di elementi sessuali, con diverse scene del crimine improntate sull’esaminazione di cadaveri nudi, donne ridotte terribilmente a causa degli abusi dettati dalla fetida sottocultura cittadina. Queste scene, quasi come una terapia shock se paragonate al normale uso del nudo nei videogiochi, mirano principalmente ad attrarre l’interesse maschile in modo abbastanza palese.

Il 2011 è anche stato l’anno in cui i giocatori hanno finalmente potuto giocare a Duke Nukem Forever, vaporware per eccellenza, in cui è presente più d’una scena incestuosa. Quale uomo non si è mai esaltato all’idea di dormire con un paio di gemelle? In tal senso, Duke Nukem Forever è sostanzialmente un tributo all’intrattenimento nelle sue forme più stereotipate per il maschio medio: violenza, fast food, birra in qualsiasi momento e regolari pit stop per molto, molto sesso. L’atto iniziale ci porta nell’harem privato di Duke, a Las Vegas, dove il nostro sta giocando ad un videogame che lo vede come protagonista mentre una coppia di gemelle lo intrattiene con del sesso orale.

Il sesso, sotto certi aspetti, risulta un soggetto difficile da trattare, un atto universale e particolare, di cui non possiamo parlare senza esporci e che spesso ci porta a mentire, a diventare particolarmente fantasiosi quando lo si tratta in una discussione. I videogiochi di quest’anno hanno dimostrato di non essere ancora in grado di trattare tale tema con piena capacità: un tema che attira fortemente l’attenzione malgrado, a conti fatti, sia uno dei meno complessi e più naturali di sempre.

Almeno in linea teorica.

 

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