The Last of Us: Part II – Anteprima

L’evento State of Play di qualche giorno fa marca l’inizio del periodo più duro per chi attende The Last of Us: Part II: l’attesa per quel fatidico Febbraio 2020. Quando Naughty Dog pubblica un gioco non si tratta mai di qualcosa che può passare inosservato. Lo studio ha la fama di aver spinto da sempre oltre i limiti gli hardware delle console Sony, fabbricando quello che attualmente risulta essere ancora il gioco tecnicamente migliore in esistenza con Uncharted 4 (parlando del punto di vista grafico ed estetico, non di performance che sappiamo essere ben sotto i 60 fps che ci si augura possano essere standard in futuro). Con The Last of Us: Part II lo studio è determinato a migliorarsi ulteriormente, e da quello che si è visto siamo sulla buona strada.

Ma questo titolo, questo possibile canto del cigno di Playstation 4, porta sulle spalle un’importanza che va oltre al suo eccellente comparto grafico; The Last of Us è stato uno dei giochi più importanti degli ultimi 15 anni data l’influenza che ha esercitato nel contesto videoludico e con questa anteprima vogliamo analizzare ciò che sappiamo del suo seguito, augurandoci che possa avere lo stesso impatto.

Concentriamoci momentaneamente sul lato tecnico per poi invece passare ad argomenti più legati alla narrativa. Sappiamo benissimo che nelle presentazioni cinematografiche dei videogiochi, la pratica dei “bullshot” è comune, quindi apprezziamo come Naughty Dog abbia accompagnato il debutto del suo trailer dalla grafica incredibile con un evento hands-on. Guardando il trailer e le immagini pubblicate infatti, la prima cosa che, con cinismo, si può pensare è “questo non è un gioco da Playstation 4”.

Il livello di dettaglio è semplicemente impressionante, e non parliamo solamente di quanto complessi siano i modelli, ma anche della quantità di questi presente a schermo e dalla suggerita possibilità di interagirci. Tuttavia, un comparto tecnico eccezionale non può sostituire l’arte grafica che deve accompagnare un gioco, specie di questo genere; e Naughty Dog con soli 3 minuti di clip ha già fatto capire quanto i suoi artisti siano tanto talentosi quanto i suoi programmatori.

The Last of Us Part II

Gli effetti di luce, visibili quando Ellie impugna la torcia in bui edifici, i particellari soffocanti della tempesta di neve, il sangue tanto viscido che sembra di poterlo toccare, tutti questi elementi non sono solo ottimi in solitaria, ma aiutano a comporre un’atmosfera. The Last of US: Part II ha la potenzialità di essere un bellissimo quadro, nel quale l’occhio può perdersi e immedesimarsi con estrema facilità.

Naughty Dog ha la pesante responsabilità di spingere sempre il comparto grafico oltre i limiti possibili, ed è rimasto l’unico studio in grado di riuscirci sempre, ma gioco dopo gioco il compito è sempre più arduo. Proprio per questo motivo siamo stupiti dal vedere come sembra ci stiano riuscendo ancora, e non siamo preoccupati dalle dichiarazioni sulla mancanza del multiplayer: dopotutto per un gioco come questo, serve quanto più tempo, budget e lavoro possibile per raggiungere le ambizioni del progetto.

the last of us

Distogliendo un attimo gli occhi dalla meraviglia grafica, parliamo invece di quella che è la tragedia narrativa. The Last of Us: Part II rischia, ma non come nel primo capitolo dove tentava di fare qualcosa di mai visto: ora si vuole proporre una storia ormai trita e ritrita, portandola solamente a un livello superiore di cura del dettaglio nella speranza che questo possa permetterle di spiccare. La storia di questo secondo capitolo è, semplicemente, un racconto di vendetta. Una vendetta d’amore intrapresa da Ellie dopo che la ragazza affronta l’ennesima perdita nella sua vita. Lo scopo della narrazione è mettere in contrapposizione la dolcezza dell’amore al dolore che deriva dalla perdita di quest’ultimo: questo era presente anche nel primo titolo come nucleo dell’avventura, ma visto da una prospettiva totalmente differente. I director di The Last of Us: part II infatti affermano che, mentre nel primo capitolo l’amore spingeva i personaggi a proteggersi, anche a costi di enormi sacrifici, nel secondo sarà invece il catalizzatore di una spirale negativa, mostrando gli effetti che il sentimento può avere se portato ad un estremo.

Ragionando sulla premessa a mente fredda, si capisce come non vi sia nulla di nuovo sotto il sole, tuttavia ci sentiamo fiduciosi verso Naughty Dog, un po’ grazie al loro curriculum di tutto rispetto, un po’ grazie a ciò che è mostrato nei vari teaser trailer, che riescono subito a stabilire l’atmosfera giusta per la storia che vogliono raccontare. La presenza a sorpresa di Joel è invece la ciliegina sulla torta, l’elemento di caos che può permettere alla storia di procedere in una direzione che forse non ci aspettiamo.

The Last of Us Part II

La crudeltà della storia è poi rispecchiata nel gameplay in un modo che pochi han fatto prima d’ora. Naughty Dog ha studiato nei minimi dettagli come rendere possibile sentire la violenza di Ellie nei movimenti della ragazza, sfruttando anche le differenze con il primo capitolo. La ragazza è ora molto più agile, nei suoi movimenti si vede un’agitazione diversa da quella mostrata nel primo capitolo.

Non è la paura di sparare, ma la voglia di farlo, per esternare il dolore che le è stato inflitto. C’è un certo fascino nel passare da quello che era essenzialmente un carro armato con le gambe, a una ragazzina molto più fragile fisicamente, ma che nei movimenti mostra la stessa violenza. In dettagli come questi si riconosce un capolavoro, e The Last of Us : Part II è sulla buona strada per ripetere ciò che il primo fece in quell’ormai lontano 2013.

The Last of Us Part II edizioni


Quando Naughty Dog si muove, il mondo videoludico la guarda, inevitabilmente. Sin da quel miracoloso, capolavoro che è stato Uncharted 2, la casa di sviluppo appartenente a Sony ha avuto un prestigio speciale, che rappresenta anche il peso del doversi sempre migliorare. The Last of Us: Part II potrebbe benissimo essere il loro titolo più memorabile, con tutte le carte in tavola per regalare un’esperienza che non ci si dimenticherà presto, superando anche ciò che la compagnia aveva ottenuto con Uncharted 2, Jak 2 e il loro primo The Last of Us.

Vai alla scheda di The Last of Us: Part II
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche