Videogiochi consapevoli, PEGI obbligatoria

Questione di giorni e Agcom presenterà il nuovo regolamento che renderà obbligatoria la classificazione PEGI nei videogiochi.

Giorni importanti per il panorama videoludico italiano, in vista del nuovo regolamento AGCOM che imporrà ai produttori di videogiochi la classificazione PEGI (Pan European Game Information) obbligatoria per la distribuzione sul nostro territorio. Secondo quanto riportato da DDAY, ancora non sono chiari i termini di questa imposizione e nemmeno i tempi esatti di attuazione.

“Tutti i videogiochi classificati PEGI che saranno immessi sul mercato italiano potranno considerarsi in linea con l’obbligo di legge.”

Le parole di Thalita Malagò, direttore generale di AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), sono abbastanza chiare ed eloquenti e non lasciano alcun margine di dubbio circa l’interpretazione di questa nuova regolamentazione, che renderà di fatto obbligatoria la classificazione PEGI. Bisogna adesso attendere di capire come l’AGCOM intenderà operare, anche se sembra abbastanza chiaro che, non rientrando nelle competenze dell’Autorità, il regolamento non possa incidere in alcun modo nella fase della vendita di un videogioco

Videogiochi PEGI

I lavori sono rimasti fermi per ben 3 anni. Nel 2016, con la legge del cinema, al sistema PEGI è stata riconosciuta la validità anche nel nostro paese e solo adesso, nel 2019, grazie al lavoro svolto da un tavolo tecnico composto da AGCOM, AESVI e altri operatori del settore, si è arrivati a una regolamentazione vera e propria. Il regolamento servirà quindi a rendere obbligatoria la classificazione PEGI nei videogiochi venduti nel territorio italiano. Ovviamente tutto questo, non inficerà in alcun modo nella procedura di classificazione PEGI, che trovate sintetizzata qui di seguito nel migliore dei modi.

Videogiochi_pegi_obbligatoria

Questo sistema di valutazione, lanciato nella primavera del 2003 e che trova il suo riconoscimento in 35 paesi d’Europa, permette di classificare un videogioco identificando una fascia di età consigliata, riportata con un bollino nel retro copertina della confezione.

I videogiochi su supporto fisico per Microsoft Xbox, quelli fisici e da scaricare per Sony PlayStation, quelli fisici per Nintendo Wii U e Nintendo 3DS e la maggior parte dei giochi per PC subiscono una valutazione PEGI obbligatoria e preliminare.

Gran parte del lavoro viene svolto dal produttore che compila un questionario in cui vengono esaminati i contenuti a rischio di un titolo (violenza, scene di sesso, linguaggi scurrili ecc…), generando una fascia d’età provvisoria. L’esito viene inoltrato agli amministratori PEGI che decidono se aderire o meno alla classificazione inviata e in caso positivo rilasciano una licenza all’editore per l’uso dell’icona riportante la fascia di età.

Le linee guida e i criteri per la scelta, come ricorda la Malagò, sono sempre allineati al periodo storico e socio-culturale del momento per cui è normale che la sensibilità a determinati argomenti cambi nel tempo. È sorprendente scoprire, attraverso le parole del direttore generale di AESVI, che i produttori non sono affatto contrari a questa imposizione per legge.

La Malagò ci tiene a sottolineare un aspetto molto importante:

“Spetta ai genitori il controllo ultimo di cosa viene acquistato per i figli e le figlie minorenni e, quindi, di cosa viene consumato. La nostra attività non si ferma dunque alla promozione del sistema di classificazione, che interviene in fase di maturazione della decisione di acquisto, ma va oltre, con lo sviluppo e l’aggiornamento di strumenti sempre aggiornati per genitori che siano consapevoli e partecipi dell’esperienza di gioco dei propri figli“.

Questo aspetto è molto importante anche alla luce dei tanti episodi di cronaca tristemente ispirati al mondo videoludico. Lo scorso aprile, 6 ragazzi appena maggiorenni vennero arrestati dalla Polizia di Stato di Monza per aver commesso circa 10 rapine e un tentato omicidio, ispirandosi a GTA. A Udine, nel 2013, il pensionato Mirco Sacher veniva ucciso da due ragazzine quindicenni che alle autorità riferirono le seguenti parole: “Sembrava di essere in GTA, ci siamo sentite come l’eroe del gioco” 

Videogiochi_pegi_obbligatoria

Non per fare l’avvocato del diavolo, perché ben venga un’iniziativa del genere, ma è il tutto è in linea con una situazione degenerativa della realtà videoludica. Occorre mettere delle regole e dei paletti oltre cui non si deve andare, anche a livello legislativo dagli organi di governo, e che venga quindi imposto il divieto di vendita di videogiochi ai minorenni, qualora il PEGI ne preveda una limitazione. È giunto il momento di porre la dovuta attenzione su queste situazioni che, anche se al momento possono essere rare e sporadiche, sono dei campanelli di allarme di un problema tanto silente quanto pericoloso

Se un videogame viene replicato nelle meccaniche di gameplay in episodi di vita reale allora è il chiaro sintomo che manca una consapevolezza di base nel comprendere il posto e il ruolo che un’opera videoludica debba ricoprire nella nostra vita. 

Videogiochi PEGI

Il mondo dei videogiochi, anche con la classificazione PEGI obbligatoria, non verrà danneggiato in alcun modo da questa situazione prospettica, anzi ne guadagnerà senz’altro: un mondo di gamer consapevoli delle proprie azioni è sicuramente una bella ventata di ossigeno per il panorama videoludico attuale e futuro.


Come papà gamer farò capire a mio figlio il potere che un joystick possiede, che può trasformarti in un bandicoot o in un’esploratrice in terre selvagge, in un soldato in una guerra senza tempo o in un calciatore professionista, in un Avengers o in Batman. Tutto quello che vorrai, figlio mio, ma solo con il joystick tra le mani. Senza di quello sarai sempre e solo te stesso.

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