Recensione The Creator: l’arte della pace

Recensione The Creator | Un potente blockbuster Sci-Fi sfida la nostra percezione di umanità.

The Creator Recensione

Diretto da Gareth Edwards (già noto per Rogue One e Godzilla), dal 28 settembre è al cinema un epico film di fantascienza ambientato in un futuro, tutto sommato prossimo, che vede parte dell’umanità in guerra con l’intelligenza artificiale.

Targato 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One, The Creator è distribuito in Italia da The Walt Disney Company Italia. È co-scritto da Edwards e Chris Weitz, noto per il suo contributo a Rogue One e per le sceneggiature di film come American Pie e La bussola d’oro, oltre alla regia di The Twilight Saga: New Moon.

È un evento raro assistere a un film ad alto budget che sia originale, non facente parte di una serie di sequel, prequel o adattamenti. Inoltre, The Creator ci va giù forte con la critica politica. C’è poco da girarsi intorno: The Creator è senza dubbio un film antibellico e antirazzista.

E chi sostiene il contrario, forse ha bisogno di vederlo una seconda volta. The Creator condanna apertamente la violenza militare e la semplificazione intrinseca nel percepire la diversità come minaccia da annientare.

L’intelligenza artificiale nell’ultima opera di Edwards si discosta dall’immagine delle temibili entità collettive come Skynet di Terminator o l’Entità di Mission: Impossible – Dead Reckoning. Essa è invece incarnata da singoli individui che costituiscono quella che potremmo identificare come una vera e propria comunità etnica.

E la chiave di lettura di The Creator è proprio questa: cosa significa essere umani? Chi ha il diritto di dare una definizione?

The Creator RECENSIONE | Cosa aspettarsi

Già nelle prime battute c’è una citazione a Blade Runner. Questo, oltre a mettere a proprio agio ogni Sci-Fi addicted, dimostra che è stato scritto da qualcuno che ama la fantascienza.

The Creator si ambienta in un mondo diviso dalla guerra tra l’Occidente, principalmente rappresentato dagli Stati Uniti, dove le intelligenze artificiali sono bandite, e l’Oriente, noto come la Nuova Asia, dove robot e umani coesistono pacificamente (in questa realtà, esistono persino comunità di intelligenze artificiali che si prendono cura di orfani umani).

Il conflitto ha avuto origine anni prima, quando alcune intelligenze artificiali avrebbero lanciato un ordigno atomico su Los Angeles.

Nel 2070, a dieci anni da quella devastante esplosione, le forze occidentali attivano il NOMAD, una base spaziale situata nella stratosfera, con l’obiettivo di colpire le postazioni nemiche in Nuova Asia, eliminare il misterioso creatore dell’IA di nome Nirmata e distruggere un’arma definitiva, il cui impiego potrebbe consegnare l’intera guerra nelle mani dell’intelligenza artificiale.

Joshua, interpretato da John David Washington (già visto in Tenet e Monster), è un ex agente delle forze speciali statunitensi che sta vivendo il lutto per la perdita della moglie, interpretata da Gemma Chan (nota per Eternals).

Viene reclutato per una missione di caccia e uccisione, con l’obiettivo di trovare il Creatore, l’elusivo architetto di un’IA avanzata, e recuperare l’arma misteriosa destinata a porre fine alla guerra. NOMAD però presume soltanto che le intelligenze artificiali abbiano intenzione di annientare l’umanità.

Joshua e il team d’élite si avventurano oltre le linee nemiche, nel cuore del territorio controllato dall’IA, ma scoprono che l’arma che dovrebbero distruggere ha le fattezze di una bambina, interpretata da Madeleine Yuna Voyles. Il legame emotivo tra Joshua e Alfie diventa il nucleo centrale del film, mettendo in discussione la natura stessa dell’umanità.

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Madeleine Yuna Voyles intepreta Alfie nel film The Creator

L’AI ci ucciderà tutti?

The Creator segna l’inizio di una nuova ondata di film di fantascienza incentrati su robot e intelligenza artificiale?

Senza dover necessariamente menzionare il monumentale Matrix, è innegabile che sia trascorso un po’ di tempo dall’ultima volta che il grande schermo ci ha offerto un film davvero sorprendente sul tema delle AI distopiche in grado di conquistare il mondo o che, in qualche modo, identificano gli esseri umani come nemici da eliminare.

Dopo Ex Machina di Alex Garland nel 2014, Westworld nel 2016 e I Am Mother di Grant Sputore nel 2019, The Creator di Gareth Edwards solleva questioni altrettanto tangibili sulla reale capacità (e volontà) dell’intelligenza artificiale di mettere in pericolo l’umanità. Tuttavia, il film va ben oltre, offrendo una riflessione su più livelli.

Musica e ambientazione

Sulle note di Flight Of The Rat dei Deep Purple, Everything In Its Right Place dei Radiohead e Fly Me To The Moon passando per un delicatissimo Clair de Lune, con la colonna sonora di Hans Zimmer e la splendida fotografia di Greig Fraser (premiato per Dune) e Oren Soffer (Fixation), The Creator sembra avere tutti gli ingredienti necessari per diventare il blockbuster di fantascienza più interessante del 2023.

Inoltre, il world building è impeccabile e la mano di Edwards in The Creator è saldissima nel girare le scene d’azione.

La critica nei confronti delle forze militari

Il regista Gareth Edwards sfida un canone tipico dei film di fantascienza, mettendo in scena una rappresentazione cruda e spietata delle forze militari, che si abbattono su popolazioni indifese con un comportamento insensato.

La distruzione di villaggi, gli stermini e gli annientamenti richiamano inevitabilmente alla mente alcune delle pagine più oscure della storia, come il conflitto in Vietnam. The Creator non si tira indietro nell’affrontare una critica radicale nei confronti degli Stati Uniti e delle loro politiche.

La violenza militare disumana contrasta con l’umanità – quell’insieme di empatia, gentilezza, rispetto, sacrificio, fiducia – che invece viene ampiamente manifestata dagli organismi robotici dotati di intelligenza artificiale.

Se Joshua, all’inizio del film, si trova a ripetere: “non sono umani, sono solo programmazione”, in una bella parabola completa del suo personale viaggio dell’eroe, cambia del tutto opinione.

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John David Washington interpreta Joshua nel film The Creator

Le fonti di ispirazione e gli omaggi di Edwards

Gareth Edwards, parlando con Deadline, ha ammesso di aver preso ispirazione da Francis Ford Coppola e Ridley Scott, aggiungendo che The Creator è “un mix tra Blade Runner e Apocalypse Now“. Edwards, noto per aver diretto Rogue One, film atipico dell’universo Star Wars, ha sempre dichiarato la sua ammirazione per l’opera di George Lucas.

In The Creator, infatti, si notano numerosi riferimenti estetici e narrativi all’universo di Star Wars. Questi spaziano dal chiaro parallelismo tra la Morte Nera e il NOMAD, alla presenza di droidi e macchinari futuristici, fino a una sorta di rielaborazione della Forza strettamente connessa al buddismo.

Inoltre, l’elemento centrale del film, in cui un soldato in missione non riesce a eliminare una bambina robot a causa della sua innocenza, ricorda inevitabilmente la lotta interiore di Din Djarin in The Mandalorian.

Allo stesso tempo, la pellicola di Edwards si distingue per il contrasto tra aspetti arcaici e tecnologie iper avanzate, nell’estetica delle metropoli della Nuova Asia e nell’approfondimento del tema riguardante l’umanità dei robot e degli androidi. Questi elementi richiamano fortemente l’universo cyberpunk, dagli anni ottanta in poi.

Inoltre, l’odissea di Joshua e Alfie, la “bambina-arma” destinata a porre fine alla guerra, evoca le tematiche de I figli degli uomini; tra le scene, si possono individuare influenze da Simon Stalenhag, il designer di Tales From The Loop, e dal regista Neill Blomkamp, con riferimenti a scelta da opere come District 9, Elysium e Humandroid.

A prima vista, potrebbe sembrare che Edwards abbia raccolto tutti i cliché preferiti del genere per andare sul sicuro. Eppure, il suo vero talento sta nell’abilità di trasformare queste influenze in omaggi sinceri, lavorando con passione per rendere The Creator un’opera originale.

Il film non si limita a essere derivativo, ma fonde le diverse influenze in un tessuto che valorizza sia la spettacolarità che la profondità emotiva della storia.

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Uno dei robot dotati di intelligenza artificiale in The Creator

The Creator RECENSIONE | Vale la pena guardarlo?

The Creator offre una profonda esplorazione di temi legati alla moralità, all’eutanasia e alla complessa relazione tra l’umanità e l’intelligenza artificiale, il tutto in un contesto ricco di azione.

La regia magistrale di Gareth Edwards e le suggestive immagini rendono questo film un’opzione imperdibile per gli appassionati di fantascienza e per coloro che cercano uno spettacolo coinvolgente.

Mentre seguiamo Joshua nel suo percorso durante la missione e nel suo dilemma morale legato ad Alfie, non possiamo fare a meno di riflettere sulla natura stessa della creazione e sul potere che essa esercita su tutti noi.

The Creator offre non solo intrattenimento, ma anche un’opportunità di esplorare temi profondi e attuali.

7.5
L'intelligenza artificiale, Apocalypse Now, Blade Runner, Star Wars, l'imperialismo americano, le diversità. Dubbi, domande e tanti sentimenti: Edwards ne ha fatto un bellissimo mosaico Sci-Fi.

Pro

  • ricchezza di temi cruciali e profondi
  • omaggia con passione le influenze
  • non ha paura di affrontare questioni morali

Contro

  • qualche risvolto di trama pretestuoso
  • cade occasionalmente nella prevedibilità
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