Brasile, una sentenza innalza il videogioco a cultura

Da tempo si dibatte sull’utilità del videogioco in alcuni Paesi, soprattutto quelli disagiati e con diversi problemi socio-economici, aggravati, probabilmente, dalla presenza di numerosi intrattenimenti videoludici che inneggiano alla violenza e alla malavita. È proprio il Brasile uno di questi e fu proprio nel Paese sudamericano che tempo addietro si cercò di tranciare definitivamente la immissione in commercio di alcuni prodotti videoludici, ma oggi, finalmente, arriva una svolta importante per il mercato brasiliano.

Nei giorni scorsi è stata emessa una sentenza che stabilisce come il videogioco in Brasile ora sia a tutti gli effetti un mezzo di cultura, un tramite per fruire una realtà diversa. Precedentemente un’altra vittoria era stata annoverata nel mondo videoludico e riguardava la possibilità di riduzione delle tasse imposte sui videogiochi in Brasile. L’iniziativa era partita dalla ACIGAMES, la Brazilian Association for culture, trade and Industry of Games, che fa capo a Moacyr Avelino Alves Junior, ospite tral’altro della recente IVDC di Roma.

La nuova legge consentirà a privati e aziende di raccogliere fondi per lo sviluppo del videogioco in quanto materiale culturale. Una conquista importante non solo per il Brasile, ma per l’intero mercato videoludico.

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