Ubisoft coinvolta in accuse di molestie e insabbiamenti

Le accuse di molestie sessuali interne ad Ubisoft non accennano a fermarsi, e con un nuovo articolo di Jason Schreier abbiamo un punto della situazione

Ciò che sta succedendo dietro le quinte dell’industria videoludica è terribile. Riassumere in un titolo cosa sta fuoriuscendo da quegli uffici è difficile, ma parlarne è un obbligo. In questo caso, il noto giornalista Jason Schreier torna con un nuovo coverage che approfondisce le accuse di molestie rivolte verso degli esecutivi Ubisoft e del conseguente tentativo di insabbiamento degli ultimi.

Ubisoft molestie

Il giornalista ex-Kotaku è già celebre per il doloroso da leggere, quanto necessario da ricordare “How Anthem went wrong” nel quale spiega il travagliato e tragico sviluppo del gioco. Nel caso ve la cavaste con l’inglese, vi consigliamo di leggere l’articolo in toto, che potete trovare al seguente link.

Grazie a una quarantina di contatti, lo scenario interno del managment Ubisoft è sotto l’accusa di aver non solo permesso tali abusi, ma di aver persino mal gestito le situazioni quando questi son venuti a galla negli ultimi anni. Uno dei bersagli di tali accuse è riportato che venisse giustificato semplicemente perchè “è fatto così”, si può leggere in un seguente tweet di Jason. Da sottolineare anche alcune peculiari decisioni del team di marketing che Schreier ha portato a galla. Tra queste il fatto che Assassin’s Creed Odyssey dovesse avere solamente una protagonista femminile, Kassandra, ma il team di marketing ha imposto la presenza del protagonista maschile per una possibile perdita di vendite.

Ubisoft molestie

Di fronte a tali abusi, non si può semplicemente seguire con aspettativa il prossimo prodotto da consumare. L’industria deve cambiare per il meglio, e una rivoluzione interna ad Ubisoft può essere il primo passo per porre fine a questo sistema che permette molestie e esaurisce mentalmente i propri lavoratori. Nei mesi in cui il BlackLivesMatter sta cambiando il modo in cui tanti vedono la segregazione razziale, le storie del #MeToo stan scuotendo il mondo dei videogiochi sperando che ascoltando le voci delle vittime si possa auspicare a un futuro che non ne generi altre.

 

 

 

 

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