Ace Attorney Investigations: Miles Edgeworth – Recensione Ace Attorney Investigations: Miles Edgeworth

Nata per Game Boy Advance nell’ormai lontano 2001 dalla mente di Shu Takumi, la  saga di visual novel a sfondo poliziesco Gyakuten Saiban, cominciò a farsi conoscere in Occidente solo nel 2005, quando fu pubblicato su Nintendo DS il porting del primo episodio, col titolo Phoenix Wright : Ace Attorney, dal nome del protagonista, un avvocato difensore alle prime armi. Trame ben congeniate, personaggi dall’ottima caratterizzazione e grande senso dell’umorismo sono solo alcune delle tante carte vincenti della trilogia dedicata a PW e al successivo episodio con protagonista il giovane Apollo Justice. Nel giro di pochi anni infatti, con quattro titoli all’attivo,  la saga di  Ace Attorney  è passata dallo status di giochi di nicchia a quello di serie di culto, con un fandom di tutto rispetto che nulla ha di che invidiare agli altri franchise di mamma Capcom: non c’è da stupirsi allora dell’attesissima uscita di uno  spin-off, Ace Attorney investigations, nel quale si concretizza la possibilità di vestire gli eleganti panni del pubblico ministero Miles Edgeworth, già nemesi, e poi alleato, dell’avvocato dai capelli a punta.

Perfect Prosecutor

Dopo quattro giochi in cui si impersona un avvocato difensore, Capcom stavolta cambia  le carte in tavola facendoci prendere le parti di un rappresentante della pubblica accusa: niente più innocenti da far scagionare quindi, perchè stavolta il compito del giocatore sarà quello di trovare il reale colpevole indagando direttamente sulla scena del crimine; il cambio di punto di vista si riflette anche nella modalità di gioco, che presenta delle caratteristiche nuove di zecca a partire dalla visuale, non più in prima persona ma in terza, e con uno stile più prossimo ai classici punta e clicca che al visual novel. Vedremo infatti i dettagliatissimi sprite dei personaggi muoversi su fondali altrettanto curati alla ricerca degli elementi probatori utili alla risoluzione dei casi, ma sopratutto, non saranno presenti  le sessioni di gioco in tribunale  (o almeno, non come la serie ci ha sempre abituato) , debitamente sostituite da frequenti interrogatori e testimonianze dei personaggi coinvolti nella vicenda.

Non mancheranno invece i dialoghi pieni di ironia e un cast d’eccezione che hanno da sempre contraddistinto la saga: a partire dal protagonista, Miles Edgeworth, uno dei personaggi psicologicamente più complessi e interessanti della intera serie, al quale si affiancheranno vecchie conoscenze, come il goffo detective Gumshoe – fedele alleato, nonchè spalla comica dell’elegante procuratore – e new entries come la giovane ladra Kay Faraday, che ricopre il ruolo ormai classico della "sidekick" adolescente. Ci saranno anche  molti graditi ritorni, come quello della tedesca Franziska Von Karma, ex bambina prodigio col vizio di frustare (!) e manie di perfezionismo, e svariate citazioni, camei e riferimenti più o meno espliciti ai titoli precedenti: un piatto ben servito di fanservice insomma, tuttavia il gioco in sè costituisce uno "stand-alone", perchè godibile e per nulla disorientante anche per chi si avvicina per la prima volta a un capitolo degli Ace Attorney.

La parte del leone comunque la fanno la trama, che si dipana in cinque lunghi episodi tutti collegati tra loro,  facendosi man mano più intricata e intrigante, e uno script assolutamente irresistibile, fatto di dialoghi brillanti e ricercati, giochi di parole e battute caratterizzate dal tipico sense of humour della serie. Probabilmente, dato il carattere più distaccato e snob di Edgeworth, la storia risulterà meno ilare rispetto al passato, ma non tarderà ad appassionare e divertire sia i neofiti che i fan in astinenza dai Gyakuten Saiban.
 

Il fedele detective Gumshoe sarà uno dei tanti personaggi  che ci accompagneranno nell’investigazione della scena del crimine


La logica spiegazione

Data la sua natura di visual novel, il vero e proprio gameplay della serie ne ha sempre costituito il suo punto più debole. I primi quattro titoli si dividevano essenzialmente in due fasi distinte, l’ investigazione – durante la quale si dovevano raccogliere le prove da utilizzare nella sessione successiva – e il processo vero e proprio, che si ripetevano stancamente in ogni episodio. In  Ace Attorney Investigations queste due parti saranno comunque presenti, anche se con le dovute modifiche del caso; innanzitutto sia l’investigazione che il confronto, che costituisce l’alternativa ai celebri contro-interrogatori, saranno interpolate tra loro e non più nettamente divise; come si è già accennato in precedenza, la visuale in terza persona ci permetterà di seguire i personaggi muovendoli per i diversi scenari attraverso l’uso delle freccette direzionali o scorrendo il pennino su una piccola mappa che riproduce l’ambiente direttamente sul touch screen. Questo comporta maggiore libertà esplorativa rispetto al passato, pur restando tuttavia ancorati ai binari prestabiliti della trama.  Inoltre, ci si avvarrà di un nuovo e stimolante metodo investigativo; mentre Phoenix Wright utilizzava i poteri paranormali della sensitiva Maya, il razionale Edgeworth  userà il rigore della Logica: il procuratore di magenta vestito infatti, potrà raccogliere oltre alle solite prove tangibili,  da inserire nel suo "organizer" anche delle intuizioni, da ricostruire con l’uso del ragionamento per arrivare ad una spiegazione logica dell’accaduto.  E ancora, si potranno trovare delle contraddizioni nella stessa scena del crimine,  selezionandone la parte sospetta presentando delle controprove,  per dedurre la verità al grido di "Eureka!"

Ciò che invece lascia perplessi è l’eccessiva facilità del gioco: avremo ancora la "barra della verità" che rappresenta metaforicamente la "salute" del personaggio e dalla quale verranno detratte delle tacche ogniqualvolta si obietterà nel momento più inappropriato, o si presenterà la prova sbagliata: se già nei titoli precedenti era sufficiente salvare e ricaricare la partita per evitare il game over, in questo caso le penalità saranno persino meno severe, anzi la barra si ricaricherà pure abbastanza di frequente tra un’investigazione e l’altra. E’ chiaro e già ben ribadito che la forza del gioco non sta nel suo livello di sfida o nella complessità degli enigmi, ma un lieve aumento della difficoltà non potrebbe che scongiurare il rischio monotonia e rendere alcune fasi di gioco ancora più esaltanti, tenendo anche conto che la rigiocabilità è pressoché nulla.

La serie si è sempre distinta a livello grafico, e Ace attorney Investigations non è da meno rispetto ai suoi predecessori, anzi, è nettamente migliorata dove possibile: dall’ottimo character design in stile anime di Tatsuro Iwamoto, alla brillantezza dei colori, dall’accuratezza dei fondali disegnati al dettaglio degli sprites animati, da questo punto di vista il gioco ne esce con una bella promozione con tanto di lode.

Apprezzabile anche il comparto sonoro: la soundtrack scritta da Noriyuki Iwadare e Yasuko Yamada è composta da diversi arrangiamenti di vecchi brani (Great Revival su tutti) e da altri nuovi, sempre appropriati alle situazioni o caratteristici di un singolo personaggio. Avremo anche modo di ascoltare dei pezzi orchestrali che conferiscono maggiore atmosfera alle fasi più drammatiche della storia.

Lost in Translation

Per la prima volta dall’uscita  del primo capitolo nel vecchio continente, il gioco non sarà tradotto nelle principali lingue europee, inglese escluso ovviamente: dati gli scarsi dati di vendita degli ultimi due titoli del franchise in Europa, Capcom ha deciso di "penalizzare" i giocatori europei non garantendo la localizzazione del gioco, che sarà totalmente nella lingua di Albione, ad eccezion fatta per il libretto: per alcuni questo non è necessariamente un difetto, data l’ottima qualità della versione inglese, mentre per altri potrebbe essere un deterrente all’acquisto del gioco; pur non essendo un inglese di difficile comprensione infatti, si tratta di un titolo in cui il testo è la parte preponderante e non tutti i giocatori, specialmente i più giovani, sono disposti a giocare con dizionario alla mano per cogliere tutti i significati e le sfumature dei dialoghi. Sarebbe comunque un errore non prendere in considerazione il titolo solo per la mancanza della traduzione nella nostra lingua, tuttavia una tirata d’orecchie a Capcom ci sta tutta, dato il trattamento riservato al bistrattato fandom europeo, che ha già dovuto sopportare anni di attesa per le uscite di alcuni capitoli della saga nel nostro continente.


Kay Faraday sarà per Edgeworth ciò che fu Maya per Phoenix Wright

L’evoluzione della specie

 

Pur non presentando cambiamenti radicali dunque, le meccaniche di gioco di Ace Attorney Investigations ben si sposano con le caratteristiche di un titolo story-driven, e presentano una piacevole ventata di aria fresca per una serie che da questo punto di vista stava cominciando a diventare stantia. Non si può parlare di una rivoluzione, piuttosto di una naturale evoluzione della saga, che ancora una volta non delude le aspettative degli appassionati del genere e dei fan. Per questi ultimi è un acquisto obbligato: il pericolo che questo spin-off non potesse essere all’altezza dei predecessori è scongiurato, anzi per alcuni versi AAI: ME si pone anche  qualche gradino sopra il controverso Apollo Justice. Consigliatissimo per tutti gli altri, a patto che si accetti l’idea di un gioco pieno zeppo di dialoghi, personaggi "borderline" e comicità spesso ai limiti dell’assurdo.
 

 

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