Ace Combat 2 – Recensione Ace Combat 2

Volo in grande stile

In quel marasma di giochi e nuove uscite previste per il biennio 1996-1997, la Namco aveva in serbo qualcosa di inaspettato, che sarebbe riuscito ad appassionare molti giocatori in tutto il mondo. Di cosa parliamo? Ace Combat, la serie di simulatori di combattimento aereo che avrebbe compensato la mancanza, sulla console di casa Sony, di simulatori di volo blasonati e "realistici". Le virgolette sono d’obbligo, considerando che almeno i primi due capitoli sono discendenti diretti di Ace Combat 22, che fu lanciato come gioco arcade per le sale giochi sullo sbalorditivo (per l’epoca) hardware Namco, chiamato nome in codice System 22. Non per questo bisogna cestinarli come "giochi di volo arcade", soprattutto questo capitolo, che è stato più volte indicato come il migliore di tutta la serie.
 


"Ok gente! sono brutto, sporco e cattivo! State allerta!"

 


Briefing

1996: nell’area militare designata codice NA-P2700 (che per comodità nei prossimi episodi sarebbe stata chiamata semplicemente Usea), si è verificato un colpo di stato attuato dalle forze ribelli. Il loro successo è dovuto all’utilizzo di un potentissimo e letale arsenale, che conta anche micidiali missili cruise a lungo raggio. Dopo i fallimenti delle forze militari per neutralizzare la minaccia, l’Alto Comando ha deciso di rivolgersi allo Squadrone Speciale Tattico Strategico "Scarface", di cui noi facciamo parte. La trama è ben strutturata e in alcuni punti seguirà un andamento multi-path. Vale a dire che potremo scegliere fra due missioni a cui prendere parte per sbloccare dei bonus come medaglie e nuovi aerei. Ci troveremo catapultati in varie situazioni: dall’eliminazione di bombardieri nemici alla scorta di un gruppo di attacco, passando per incredibili dogfights in condizioni avverse come la pioggia e incredibili sequenze in cui voleremo col nostro caccia sopra le strutture nemiche per sabotarle. Sarà possibile anche rigiocare la modalità principale più volte, con aerei extra che otterremo dopo averla completata almeno una volta, magari a un livello più alto per ottenere più bonus. Purtroppo, la modalità principale è l’unica che ci catturerà per davvero, in quanto non sono presenti voli liberi et similia, ma è strutturata in modo da tenerci comunque incollati allo schermo per il tempo necessario a far saltare in aria un bel numero di nemici. In più, ad aggiungere pepe alla battaglia, ci sono i cosiddetti "Aces": questi sono aerei pilotati da assi fenomenali che si differenziano per colore e aerografie della carlinga e, ahimè, anche per la loro determinazione in battaglia. Sconfiggendoli, riceveremo delle medaglie al valore e potremo sbloccare degli aerei speciali. Forte, no?

Meglio delle Freccie Tricolori

Il sistema di controllo, come abbiamo già accennato, è il motivo principale per cui Ace Combat non può essere considerato un vero e proprio simulatore: non avremo a che fare con flaps, timone e regolazioni separate, ma dovremo solo decollare e buttarci nella mischia come dei forsennati giocatori di hockey. Il sistema di controllo  in questo secondo capitolo dà infatti il meglio di sé per l’immediatezza d’uso e per la curva d’apprendimento tutt’altro che ripida: avremo a disposizione due configurazioni, denominate rispettivamente Novice (riservata ai neofiti) ed Expert (destinata a chi vuol divertirsi a fare evoluzioni malate con il proprio aereo e magari ha già avuto a che fare con l’Ace Combat originale). Con la prima configurazione, sembrerà più che altro di guidare l’aereo come un’automobile, dato che ci sarà possibile solo andare a sinistra, destra e incrementare o decrementare l’altitudine: giri della morte o loop non saranno dunque praticabili. Quando avremo fatto abbastanza esperienza, però, potremo passare alla configurazione Expert e divertirci ad inanellare viti, loop o altre manovre da pazzoidi per tenere testa ai nemici da neutralizzare. E se per caso avete anche un NegCon, sappiate che il suo utilizzo con questo titolo è altamente consigliato, dato che la sua sensibilità ai comandi lo rende ideale allo scopo.
 


Oops! Forse questa non è la posizione più comoda per volare …!

 


Ah, però! Che vista!

Applausi al reparto grafico. La grafica di Ace combat 2 è decisamente ben fatta e ricca di particolari. Fenomeni come il pop-up e il bad clipping sono praticamente assenti e gli scenari sono dotati di un buon livello di dettaglio e di una notevole varietà, spaziando da montagne innevate a grandi città, passando per distese pianeggianti disseminate di nemici piantagrane che non esiteranno a farvi la pelle. Ottima anche la cura riservata ai vari modelli di aerei, riprodotti  nel modo più somigliante possibile anche grazie alla collaborazione della Namco con un ente militare, che ha messo i suoi dati a disposizione. Interessante la questione riguardante il motore grafico, dato che è lo stesso usato in Rage Racer (sempre della Namco), ulteriormente potenziato per lo scopo: bisogna riconoscere che fa un buon lavoro, dato che riesce a gestire scene dettagliate grazie al suo rivoluzionario algoritmo  di texture mapping. L’unico difetto della grafica potrebbe forse essere rappresentato dalla "nebbiolina" presente negli scenari, che nasconde  gli elementi del livello mentre vengono generati, ma è comunque trascurabile, dato che evita quel fastidio per gli occhi che è il pop-up improvviso degli oggetti su schermo.

Mitragliate e rock ‘n’ roll

Di ottima fattura sono anche le musiche, affidate a quello staff d’eccezione che è il Namco Sound Team, capitanato dal sound designer Hiroshi Okubo. Queste ben si intonano ad ogni battaglia e spaziano dallo zuccheroso rock strumentale stile Joe Satriani alla musica elettronica, passando per jungle e drum ‘n’ bass, vero marchio di fabbrica sonoro dei videogames della prima metà degli anni ’90. Anche gli effetti sonori ricoprono il loro ruolo in modo eccellente, con reattori ed esplosioni che ci ricordano che, oltre a muovere la testa a tempo, abbiamo una missione da compiere. E se per caso tutto questo non bastasse, sentiremo anche le voci dei nostri compagni incitarci, in aggiunta alla fastidiosissima voce sintetica proveniente dal nostro velivolo, che ci avveritrà in caso di missili in arrivo o di altitudine troppo bassa. Proprio i dialoghi rappresentano forse la parte più debole del comparto audio, poiché oltre ad essere soffocati dal rumore dei reattori, sono anche ripetitivi e a tratti fastidiosi. E poi, non avrebbe guastato sentire anche qualche nostro nemico inveire contro di noi…
 


L’utile schermata del briefing con tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno sulla missione.

 


Lassù, dove osano i caccia…

Cos’è dunque, Ace Combat 2? Un decollo rapido verso l’azione immediata, una battaglia aerea senza esclusione di colpi che vi lascerà senza fiato, ma che sarà facile da gestire, dato che imparerete in fretta dai vostri errori. A pieno titolo, la serie della casa di Pac-man può essere definita l’unico vero simulatore di volo per PSX, pur non essendo una simulazione a tutti gli effetti. Questo si deve al suo successo e all’elevata qualità dei suoi capitoli, data da grafica, sonoro, trama, giocabilità e longevità. E sono proprio questi due fattori che, a partire da questo titolo fino alla sesta uscita su Xbox 360, hanno fatto sì che la serie si avvicinasse sempre di più ad un’esperienza reale ed indimenticabile. Checchè se ne dica, questo è probabilmente il miglior capitolo della saga, almeno per quanto riguarda la PSX. Fatevi un volo di prova e poi mi direte…

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