Anima: Gate of Memories – Recensione

La stragrande maggioranza di voi non avrà mai sentito nominare il team Anima Project Studio o il loro marchio Anima Beyond Fantasy. I nomi Ergo o The Bearer non solleticheranno alcuna memoria. Non spaventatevi, ero nella vostra stessa situazione fino a qualche settimana fa. Ma se vi dicessi che dietro a questi nomi sconosciuti si nascondono (e lo fanno letteralmente, l’umiltà di questi ragazzi è invidiabile in un panorama videoludico fatto troppo spesso di marketing stellare e presuntuoso a fronte poi di contenuti deludenti o sotto le aspettative insidiosamente create) tre ragazzi soltanto, che con un budget ridotto all’osso sono passati dall’universo dei giochi da tavolo, trading cards, miniature e libri licenziati di role playing allo sviluppo di videogame armati esclusivamente di passione e di una esperienza decennale nelle pubblicazioni fantasy? Sono certo che non tutti dareste loro il credito che meritano.

E invece Anima: Gate of Memories è un piccolo gioiello, una ventata di aria fresca nel panorama degli action RPG che vorrete respirare a pieni polmoni.

Anima: Gate of Memories è un action RPG disponibile per PC, PS4 e Xbox One nato dalla passione ed esperienza decennale di tre ragazzi nel mondo delle pubblicazioni fantasy. Dopo aver creato ad hoc lo studio spagnolo Anima Project per lo sviluppo di Gate of Memories nel 2013, avviato con successo una campagna Kickstarter e ricevuto l’approvazione della community su Steam Greenlight, il gioco rappresenta un ritorno alle origini per il genere e si appresta a conquistare i cuori di tutti gli appassionati.

Se siete fan di Devil May Cry, amate enigmi, storie drammatiche e ben orchestrate, il gameplay dinamico, nudo e crudo condito da una grafica non eccelsa ma da un design ispirato, potete continuare a leggere. In alternativa, proseguite comunque la lettura: ci sono buone possibilità che Gate of Memories diventi il vostro break preferito tra una avventura e l’altra nel mondo di Dark Souls 3.

Anima segue le vicende di Ergo e The Bearer, entità sovrumana dai poteri demoniaci e devastanti sigillata in un libro in un passato remoto la prima, spigliata ragazza che vi si ritrova legata da un legame oscuro di cui dovremo scoprire origini e significato la seconda. Entrambi sono agenti di un’antica organizzazione chiamata Nathaniel che per secoli ha combattuto le oscure forze del male e protetto l’umanità da dietro le quinte. La loro missione iniziale sarà quella di recuperare Byblos, potente artefatto rubato da un’adepta dell’organizzazione per tessera una trama i cui fili saranno rivelati col proseguire del gioco. Ben presto però la “caccia” porterà i co-protagonisti ad approdare in Arcana: struttura mistica a metà tra cattedrale e mausoleo, principio e fine di buona parte degli enigmi del gioco nonché campo base delle nostre avventure, in Arcana potremo salvare i progressi di gioco, completare nuovi acquisti e accedere alle aree del mondo di Gaia.

Nonostante non possa essere considerato a tutti gli effetti un sandbox, il mondo di Anima: Gate of Memories è vasto e open world. Ergo e The Bearer potranno liberamente muoversi attraverso decine di scenari, visitare località diverse e scoprirne i segreti secondo i ritmi di ogni giocatore, con la possibilità di tornare sui propri passi per sbloccare nuove aree, esplorarne di inesplorate, recuperare quei tasselli mancanti per il completamento di un determinato compito e affrontare nuovi nemici.

A esclusione di alcuni portali che fungono da shortcut tra il centro di Arcana e i mondi di cui offre accesso, non sono previste nel gioco modalità di viaggio rapido o movimento veloce tra le mappe. In un gioco vasto e che fa dell’esplorazione uno dei punti fondamentali dell’esperienza, impiegare preziosi minuti di gioco per ripercorrere i propri passi nell’intento di esaminare un singolo elemento scenico del background in cerca di informazioni, tornare all’Arcana per salvare e fare acquisti o accedere a un’area precedente farà storcere il naso ai più. Un semplice e classico sistema di back trace più rapido e indolore avrebbe reso meno macchinosa e più agevole l’esplorazione dei mondi di gioco.

Mondi che nonostante non godano di una grafica esaltante (anche se con il ridottissimo budget a disposizione del team di sviluppo non si poteva fare di meglio), più in linea con giochi di fine scorsa generazione rispetto a quelli correnti, il design e le architetture che caratterizzano fondali e strutture sono ispirati e originali. Con una manciata di poligoni a disposizione, i ragazzi di Anima Project hanno saputo creare mondi colorati, definiti e che esaltano perfettamente l’universo che rappresentano, sia esso mistico, dai toni lugubri o prettamente fantasy. Le musiche evocative e incalzanti al punto giusto rappresentano un punto a favore dell’esperienza globale di gioco, a partire dal gospel del menu iniziale del titolo.

Se il gameplay e scontri ricordano a tratti quelli di Devil May Cry, Gate of Memories è però un action RPG in terza persona dove potremo controllare a piacimento un protagonista alla volta, intercambiando i due eroi con la semplice pressione di un comando. Ergo e The Bearer avranno a disposizione uno skill tree personalizzato, dove potremo costruire le rispettive potenzialità e stili di gioco investendo punti abilità ottenuti grazie ai punti esperienza acquisiti dalle battaglie contro i nemici.

Anche a difficoltà normale il gioco risulterà ostico appena superate le primissime fasi: Gate of Memories è povero di tutorial e il processo di trial and error 
diventerà ben presto pratica comune tanto nella scelta delle abilità e combo da utilizzare quanto nelle impegnative sezioni platform disseminate lungo il corso di tutto il gioco. Vi troverete spesso a navigare tra i menu alla ricerca di come assegnare ogni abilità ai vostri personaggi nella maniera più corretta o funzionale, cercando di capire quali attacchi speciali potrete sfruttare attraverso lo switch dei due personaggi e come trarre vantaggio dal concatenamento di più abilità.

I nemici, la cui caratterizzazione risulta scarna e spesso ripetitiva, presentano una IA abbastanza evoluta e dovremo sfruttare a pieno l’esperienza acquisita da quelli sconfitti per escogitare strategie con cui affrontare le sfide dell’area successiva. Una disparità non trascurabile si verifica tra i nemici di una determinata area e il Messaggero di quel mondo, il boss finale che Ergo e The Bearer si troveranno ad affrontare in maniera sistematica: nettamente più potenti e dai pattern meno prevedibili, ci porteranno a dover modificare il nostro set di abilità alla ricerca dei loro punti deboli, vendendo in genere cara la pelle.

Fortunatamente le combinazioni di abilità di Ergo e The Bearer sono molteplici: per ogni stato della battaglia (lo spostamento, il combattimento a terra o quello aereo) si potranno assegnare ben quattro abilità per ognuno dei protagonisti, col risultato di un gameplay all’apparenza poco profondo nelle primissime fasi di gioco, nella pratica ben più strutturato in quelle avanzate. Ogni abilità consumerà la barra del Ki o quella della Magia a seconda della natura della stessa, che andranno a ripristinarsi automaticamente col tempo. Armi e artefatti acquistabili e recuperabili durante l’avventura andranno a migliorare le statistiche dei personaggi e faranno la differenza negli scontri più impegnativi.

Col proseguire della trama tra un enigma e una sessione platform cercheremo di recuperare tutti i tasselli dell’universo di Anima. Il mondo di gioco presenta storie ben orchestrate e suddivise in memorie e diari da recuperare nei vari mondi di gioco e sarà necessario spremere le meningi per venire a conoscenza della storia completa di un particolare personaggio, ma non temete:  gli sforzi saranno di volta in volta adeguatamente ricompensati. Spesso ci ritroveremo a leggere passaggi dei diari ritrovati o a tornare sui nostri passi per esaminare un quadro particolare o una porta il cui accesso rappresenta un enigma: questa sinergia di esplorazione, combattimento e platform fa di Anima: Gate of Memories un gioco completo e soddisfacente a trecentosessanta gradi. Le azioni e le scelte che intraprenderemo cambieranno il destino di protagonisti e personaggi secondari, fino al conseguimento di un finale personalizzato tra i molti disponibili. La maggior parte si ritroverà incuriosita e disposta a investire ulteriore tempo di gioco per sbrogliare la matassa di Anima e per scoprire ogni possibile destino alternativo di Ergo e The Bearer.

Il doppiaggio in lingua inglese è piuttosto generico e non riesce a infondere nei personaggi quel tocco di personalizzazione in più che un cast più accorto di voci avrebbero saputo dare. La sceneggiatura dei dialoghi è lineare e sfiora spesso il tragicomico quando la parola passa a Ergo, ma  la dicotomia del tono della creatura in contrapposizione con l’ambientazione di gioco vi saprà strappare qualche risata. Il gioco è al momento disponibile in lingua inglese e non presenta tra i sottotitoli quelli italiani, fattore che limiterà la fruizione di un prodotto che nonostante non sia una tripla A risulta comunque godibile e una piacevole sorpresa per gli amanti del genere.

Anima: Gate of Memories è un prodotto che giunge tanto inaspettato quanto gradito. Una trama dalle molteplici sfaccettature, un gameplay godibile e personalizzabile al punto giusto completano scenari evocativi e ambientazioni mistiche dal design accurato. Nonostante la grafica scarna e alcuni passi falsi quali l’assenza di spostamenti rapidi nel gioco, Gate of Memories vi regalerà ore di divertimento tra grattacapi, sessioni platform e di frenetico combattimento: l’opzione Nuovo Gioco + aumenta la già rispettabile longevità del titolo. Nella speranza dell’introduzione dei sottotitoli italiani in un futuro aggiornamento, segnaliamo l’ultima, ma non per importanza, “caratteristica” del gioco: Gate of Memories è in vendita al prezzo di 19.90 euro. Cosa state aspettando?

8

Pro

  • Design riuscito
  • Trama ben orchestrata
  • Gameplay dalle buone potenzialità
  • Sinergia riuscita di elementi puzzle, platform e di combattimento

Contro

  • Grafica scadente
  • Tutorial scarni e insufficienti
  • Spostamenti macchinosi dovuti alla mancanza di opzioni di viaggio rapido
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