ArcRunner RECENSIONE | Un frenetico roguelite

Recensito su PlayStation 5

ArcRunner cover

Sviluppato da Trickjump Games e pubblicato da PQube, ArcRunner arriva finalmente su console, a circa un anno dall’uscita della versione PC.

Il titolo si inserisce nel vasto panorama dei roguelite, distinguendosi principalmente per il suo sistema di combattimento in terza persona e la sua ambientazione futuristica con elementi cyberpunk. Vediamo più nel dettaglio come si comporta nella nostra recensione di ArcRunner!

ArcRunner, un futuro distopico

La premessa di ArcRunner è molto semplice: ci troviamo in un lontano futuro all’interno di un enorme stazione spaziale chiamata “The Arc”, ora controllata quasi interamente da KORE, un’IA infettata da un virus che l’ha resa fuori controllo.

Il nostro personaggio avrà dunque il compito di attraversare le varie sezioni della stazione e raggiungere il nucleo centrale, per poi sconfiggere e resettare l’IA ribelle e porre fine alla minaccia.

Non si tratterà però di una tranquilla passeggiata, dal momento che la stazione brulica di robot ostili, pronti a tutto pur di proteggere il nucleo.

Fortunatamente il nostro eroe non sarà completamente solo nella sua missione, dal momento che un protocollo difensivo della stazione, non infettato dal virus, potrà ricrearne un clone in caso di prematura dipartita, permettendogli così di ricominciare da capo.

La sconfitta è un nuovo inizio

Questo espediente narrativo consente ad ArcRunner di lanciarsi nella formula roguelite, proponendo elementi diversi ad ogni run, a partire dalla classe del protagonista, che potrà cambiare la tipologia del proprio corpo e dei propri innesti cibernetici dopo ogni morte e acquisire quindi abilità e caratteristiche diverse.

Le classi in questione sono tre, il soldato, specializzato nella forza bruta e armato di uno scudo energetico in grado di bloccare e deviare i proiettili in arrivo, il ninja, capace di rendersi invisibile e colpire dalle ombre, e il pirata, in grado di hackerare i nemici causando una varietà di effetti, dal completo controllo al recupero di salute ed energia.

Il sistema delle classi è indubbiamente il più riuscito per garantire varietà al titolo. Ogni classe ha infatti un proprio stile di gioco che la rende unica e completamente diversa dalle altre, inclusi potenziamenti unici che potremo scegliere ed equipaggiare nel corso della run.

ArcRunner naniti
In ArcRunner anche una sconfitta rende più forti.

Una monotonia di fondo

Purtroppo lo stesso non si può dire di altri elementi di gameplay, che falliscono, o quantomeno non eccellono, nel garantire la varietà di gameplay e situazioni di cui un titolo di questo genere ha disperatamente bisogno.

La stazione è suddivisa in varie aree, in ciascuna delle quali dovremo sconfiggere tutti i nemici in un sistema di arene, prima di ottenere un potenziamento e poter passare alla successiva.

In ciascuna di queste situazioni avremo a disposizione un potenziamento a scelta tra quattro diverse categorie. Sulla carta questo dovrebbe permettere svariate sinergie nel corso della run, ma il sistema è fortemente appiattito dalla possibilità (che diventa spesso necessità) di migliorare il potenziamento stesso scegliendolo più volte, rendendo le run a difficoltà più elevate una combinazione di sole 2-3 abilità.

Il sistema di difficoltà stesso è molto limitato rispetto ad altri esponenti del genere, proponendo gli stessi nemici con statistiche via via più elevate. Anche le sfide che ArcRunner offre in determinate arene e che permettono di ottenere armi e risorse si riducono in fretta agli stessi 4-5 obiettivi ripetuti, e la promessa di ottenere sfide più ardue a difficoltà più elevate si limita ad aumentare leggermente gli stessi requisiti.

Sebbene le ambientazioni siano generalmente interessanti e piacevoli, ad eccezione di una in particolare resa eccessivamente confusionaria da luci e colori, l’impossibilità di compiere una scelta alla fine di ogni sezione che influisca su quella successiva elimina una possibile componente tattica, cardine di titoli quali Have a Nice Death (qui la recensione) e rende il giocatore in balia degli eventi.

Di per sé non sarebbe un grosso problema, se ArcRunner non avesse troppi elementi scriptati in ogni run. Ad esempio ogni giocatore imparerà molto presto a quali piani si trovino gli élite (semplici nemici normali con statistiche molto più alte e abilità leggermente diverse), e quali invece vengano usati per presentare nuove tipologie di nemici, a prescindere dal numero di run in cui essi siano già stati incontrati.

Dal momento che queste aree “scriptate” presentano layouts identici sia per quanto riguarda la mappa che i nemici, diventa sempre più facile, con l’aumentare delle ore di gioco, riconoscere immediatamente i pochi layouts possibili nelle zone casuali, provocando troppo spesso una sensazione di déjà-vu.

ArcRunner ambientazione
Le arene diventano ben presto troppo simili tra loro.

Un sistema di combattimento frenetico e divertente

Nonostante questi difetti, ArcRunner dà il suo meglio nei combattimenti, specialmente a piani e difficoltà più elevati. Le armi non sono moltissime, ma a parte un paio di eccezioni sono molto diverse tra loro e i miglioramenti casuali con cui possono essere ottenute contribuiscono a questo senso di novità.

A farla da padrone sono però le abilità specifiche delle varie classi, che permettono di approcciare i combattimenti in maniera completamente diversa. Ad esempio giocando con il ninja si tenderà ad attivare l’invisibilità per interrompere la visuale dei nemici e muoversi alle loro spalle; al contrario il soldato, con il suo scudo frontale, dovrà cercare di posizionarsi in modo da non dare mai loro le spalle.

I nemici che spawnano in tutte le direzioni contribuiscono a una sensazione di pericolo costante e alla necessità di tenere a mente il numero e la tipologia di avversari che quasi sempre si troveranno anche alle nostre spalle, rendendo i combattimenti rapidi e avvincenti, specialmente a difficoltà più alte dove ogni minimo errore di valutazione può costare caro.

ArcRunner sfide
Le sfide di ArcRunner ne interrompono la monotonia… per poco.

Conclusione

ArcRunner è un titolo indubbiamente divertente, ma che lascia l’amaro in bocca per una serie di scelte, apparentemente di poco conto, che lo spingono inesorabilmente verso una monotonia che non merita. Gli appassionati di TPS troveranno pane per i loro denti per l’eccellente sistema di combattimento, chi invece cerca un roguelite longevo e sempre nuovo potrebbe stancarsene in fretta.

ArcRunner è disponibile per PlayStation 4, Playstation 5, Xbox Series S|X, Xbox One, Nintendo Switch e PC. Già che ci sei, dai un’occhiata alla nostra pagina Steam!

6.5
Divertente ma imperfetto

Pro

  • Gameplay frenetico e divertente.
  • Buona varietà di nemici normali...

Contro

  • ...ma veramente pochi élite e boss.
  • Luci e colori spesso esagerati e confusionari.
  • Poco libertà di personalizzazione della build.
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