Batman: Arkham Origins – Batman: Arkham Origins

Il Cavaliere Oscuro è tornato: forte del successo crescente dei primi due capitoli della serie Arkham – rispettivamente Arkham Asylum e Arkham City – e portandosi dietro un alone di dubbio dato dal cambio di sviluppatori, Batman ritorna sul finire dell’attuale generazione di console per chiudere la trilogia con Arkham Origins, che, come suggerisce il titolo, narra di vicende antecedenti ai due titoli precedenti. Ci siamo trovati davanti ad un prodotto videoludico valido ma non esente da difetti, tanto simile quanto diverso dagli altri episodi della saga. Vediamo insieme quali sono i pro e i contro di questo titolo che, volente o nolente, deve scontare il fardello di un altissimo hype maturato nel corso degli ultimi mesi.



Arkham Origins, dopo l’ottimo Arkham City, ha scatenato l’hype di tutti i fans di Batman.


Chi vuole 50 milioni di dollari?

Se avete alzato la mano, sappiate che guadagnarvi il gruzzolo non sarà affatto semplice: per vedere il pagamento accreditato sul vostro conto corrente, infatti, dovrete assassinare Batman per conto di Maschera Nera, criminale internazionale e Boss mafioso il quale, pur di non farsi intralciare dal neonato Uomo Pipistrello, è disposto a ridursi sul lastrico. Il tutto nella notte di Natale, elemento che riporta alla nostra mente di giocatori di vecchia data l’atmosfera natalizia del glorioso Batman returns per Super Nintendo, probabilmente uno dei migliori giochi di sempre sull’Uomo Pipistrello. Ci limitiamo a questo incipit per non rovinarvi la sorpresa della storia di Arkham Origins: nonostante inizialmente sembri povera di personaggi importanti all’inizio dell’avventura, con il proseguo della trama i villain minori (o comunque meno conosciuti dai non amanti dei fumetti) serviranno solo da apripista agli antagonisti più conosciuti dell’universo di Batman, compreso un certo arcinemico di spicco che tutti sarete ben felici di rivedere…

La trama principale comunque, la quale per essere completata non richiederà più di 5-6 ore di gioco, vi farà scontrare con personaggi del calibro di Bane, Copperhead, Killer Croc,  Deathstroke, Electrocutioner, Shiva e Firefly. Come accaduto per il precedente Arkham City, però, nel mondo di gioco è possibile incontrare ben altri personaggi famosi dell’universo di Batman, come il Pinguino, l’Enigmista, Deadshot e tanti altri: il nostro spassionato consiglio è di non restare saldamente ancorati all’avventura principale, quanto piuttosto di investire un po’ di tempo nell’esplorazione. Solo così potrete immergervi realmente nel mondo di Arkham Origins, aumentando notevolmente la longevità dell’esperienza nei panni di Batman e portando a termine una serie di side quest che non sanno assolutamente di riempitivo.

Relativamente alla trama, infine, da segnalare l’importanza e lo spazio che gli scrittori hanno riservato all’approfondimento del rapporto tra Bruce Wayne e il suo maggiordomo Alfred: se nei precedenti capitoli la maggior parte dei dialoghi via radio erano con Oracle, essendo Arkham Origins ambientato in un periodo in cui Barbara Gordon è ancora viva e vegeta (e ribelle, come scoprirete nel corso del gioco), la maggior parte delle informazioni tattiche di Batman gli saranno date dal fido Alfred che lo seguirà in remoto dalla Bat-Caverna. Questo permetterà ai due di approfondire il loro rapporto, che, come ben sanno i fan, va ben oltre quello tra servitù e datore di lavoro. Anche in questo caso non diciamo altro per non rovinarvi la sorpresa e lasciarvi godere della bellezza di questi momenti, a nostro parere vero fiore all’occhiello della narrazione di Arkham Origins. Ci limitiamo a chiudere questo paragrafo dichiarandoci sollevati dal fatto che a dispetto di quell'”Origins” contenuto nel titolo, questo capitolo della serie Arkham non narrerà per l’ennesima volta le origini dell’Uomo Pipistrello, ma sarà solamente ambientato nel passato rispetto ai videogame precedenti: ciò permette di evitare noiosi preamboli e di gettare subito il giocatore a capofitto nell’azione, caratteristica di Arkham Origins che abbiamo davvero apprezzato.
 


Maschera Nera sembra il villain principale della trama… ma sarà davvero così?


Io sono la notte

Il gameplay, per quanto reso più fluido e intuitivo, non è sostanzialmente cambiato rispetto ai precedenti capitoli della serie: si combatte per lo più ricorrendo solamente a due tasti, rispettivamente adibiti all’attacco e al contrattacco, mentre solo alcuni nemici necessitano di combo leggermente più complesse per essere abbattuti. Decisamente più interessanti e variegati i momenti stealth, in cui Batman può contare sulla paura che infonde nei criminali comuni, comparendo dal buio ed eliminandoli uno ad uno. In questi divertenti frangenti torneranno molto utili i vari gadget a disposizione dell’Uomo Pipistrello – già visti in precedenza ad eccezione di qualche gustosa new entry – e la modalità detective.
Questa modalità, in passato utilizzata solamente per identificare i bersagli dietro le pareti e per evidenziare eventuali passaggi nascosti, è stata rivista e corretta per variare il gameplay, rendendo Batman più simile al detective che è anche nei fumetti. In alcuni particolari e circoscritti momenti durante l’avventura, vi verrà richiesto infatti di utilizzare la modalità detective per esaminare la scena di un crimine ed estrapolarne gli elementi necessari in modo da capire la vostra prossima mossa. Batman si interfaccerà con il computer della Bat-caverna e, una volta esaminate le prove più evidenti, gli sarà permesso di vedere veri e propri ologrammi che ricostruiranno quanto accaduto, permettendogli di mandare avanti e indietro la scena rappresentata per scovare ulteriori indizi e completare così le indagini scoprendo ben di più di quanto sia in grado di fare la polizia.

Tornano anche la componente RPG – che permette al giocatore di scegliere quali caratteristiche del personaggio migliorare in base alle sue preferenze e al suo stile di gioco – e la possibilità di spostarsi velocemente tra i grattacieli di Gotham, tanto con il Batwing quanto con l’utilissimo rampino, il gadget che utilizzerete più di tutti durante l’avventura. Il sistema di spostamenti è praticamente lo stesso di Arkham City e garantisce il raggiungimento di ogni angolo della mappa di gioco in pochi minuti e senza fatica, combattendo la noia anche grazie ad accadimenti casuali, come l’intercettazione di richieste di aiuto da parte della polizia, durante il tragitto.

Sull’altro lato rispetto a queste interessanti novità di gameplay troviamo quelli che per noi sono i maggiori difetti di Arkham Origins, in parte già presenti nei precedenti capitoli e in parte nuovi di zecca. In primis, segnaliamo l’impossibilità per Batman di nuotare: appena l’Uomo Pipistrello tocca una pozza d’acqua è costretto a risalire automaticamente o a ricominciare dall’ultimo checkpoint salvato. L’unico modo per superare le sezioni sotterranee nelle fognature è di costruire zattere di fortuna con le granate alla colla, oppure di saltare da una piattaforma all’altra: data l’immensità del gioco, ci sembra questa una limitazione imbarazzante, vista anche la maggiore varietà che le sezioni subacquee avrebbero potuto donare al gameplay. In secondo luogo, altrettanto importanti e imbarazzanti, i bug del gioco: gli sviluppatori hanno promesso il rilascio di patch correttive che dovrebbero essere rese disponibili proprio mentre pubblichiamo questa recensione, ma il non essersi accorti in precedenza di tali errori presenti nel loro prodotto non gli fa di certo onore. Durante le nostre partite, ci è a volte capitato di assistere a brutti esempi di compenetrazione tra Batman e l’ambiente circostante, glitch che in un paio di occasioni ci hanno anche impedito di proseguire costringendoci a ricaricare l’ultimo salvataggio. Lo stesso è accaduto ad uno dei nostri nemici: abbiamo dovuto arpionarlo con il rampino ed estirparlo letteralmente dal muro nel quale era rimasto incastrato, mentre noi non potevamo colpirlo e lui riusciva beatamente a spararci contro. Cercando in rete troverete anche altri esempi, noi ci siamo limitati ai più eclatanti. Ci sarà una patch, lo abbiamo già detto, ma purtroppo non possiamo evitare di abbassare il voto della nostra recensione di qualche punto percentuale, sostenendo la tesi che non è accettabile che un titolo così importante e atteso venga trascurato nei particolari che più di tutti rischiano di rendere frustrante un’esperienza di gioco che in realtà sulla carta era molto appagante e ben realizzata.



Combattimenti e sezioni stealth sono ben bilanciati tra loro. Peccato solo per i bug…


Neve e… nebbia?

Dal punto di vista tecnico Batman: Arkham Origins non si discosta poi molto dal precedente Arkham City: ottima la realizzazione tecnica della tuta di Batman – sempre più simile ad un soldato SWAT, ma che finalmente abbandona gli avambracci giganti del modello di Arkham Asylum – che si rovina e porta con sé i segni dei vari combattimenti a mano a mano che prosegue l’avventura. Ottimi anche i dettagli degli interni, molto curati e interessanti nel loro stile anni ’50 che, più di una volta, riportano alla mente la maestosa e decadente Rapture di Bioshock. Lo stesso non possiamo dire della città all’esterno, per i nostri gusti un po’ troppo spoglia: ambientare la narrazione nella notte di Natale – ottimo espediente per rendere più interessante la storia con poco sforzo – ha portato come ovvia conseguenza il dover riempire le ambientazioni esterne di vento, neve e nebbia notturna. Non possiamo però esimerci dall’obiettare che, a nostro parere, quella della nebbia è una scelta di comodo degli sviluppatori, che certo avrebbero potuto impegnarsi maggiormente per realizzare una Gotham City più profonda e viva. Non gioca certo a favore di questo prodotto videoludico la recente uscita di GTA V, che ci ha mostrato senza colpo ferire cosa è possibile realizzare in termini di ambientazioni aperte sugli attuali hardware: dal canto nostro non ci aspettavamo certo una produzione milionaria come quella di Rockstar, ma certamente qualcosa di più per rendere più interessante e bella da vedere Gotham City lo si poteva fare.

Niente da eccepire, invece, per quanto riguarda le animazioni e la caratterizzazione dei personaggi principali e secondari: i combattimenti contro questi ultimi sono sempre divertenti e, anche se alla lunga ripetitivi, non stancano mai grazie alla varietà di mosse che il Cavaliere Oscuro può inanellare in spettacolari combo della lunghezza di svariati secondi. Un plauso anche alla regia virtuale che, nei (rari) momenti scriptati presenti nell’avventura principale, riesce a cogliere il punto focale dell’azione in modo interessante e mai banale: la battaglia contro Firefly, giusto per citare un momento del gioco che resterà nella nostra memoria, è uno dei punti più esemplari di quanto abbiamo appena scritto.

Chiudiamo questo paragrafo con due righe sul sonoro del gioco: oltre alle musiche, come sempre orchestrali e angoscianti al punto giusto come da copione, segnaliamo un ottimo doppiaggio italiano. E’ la triste verità: la lingua italiana non sempre (per non dire quasi mai) è trattata come meriterebbe nei videogiochi, e poter godere di un doppiaggio di così alto livello in Arkham Origins ci ha fatto certamente piacere. Naturalmente, lo diciamo per i più curiosi, la voce di Batman è quella a cui i fan dei videogiochi e della serie animata sono abituati ad ascoltare da anni, altro elemento che fa ben comprendere come la localizzazione per il nostro Bel Paese sia stata seguita in modo attento e con completa cognizione di causa.



Graficamente, gli ambienti esterni sono un po’ troppo nebbiosi e sfocati rispetto agli interni.


Verdetto finale

La terza incarnazione della serie Arkham porta con sé varie sorprese, alcune delle quali meno piacevoli delle altre. Da un lato troviamo l’innegabile carisma del personaggio di Batman, della città di Gotham e degli storici villain appartenenti all’angosciante universo narrativo del Cavaliere Oscuro; dall’altro lato non capiamo la decisione di inserire storyline con nemici importanti come il Pinguino o Deadshot solamente come quest secondarie, così come (soprattutto) non capiamo come il team di sviluppo abbia potuto farsi scappare una manciata di bug che sono andati a minare l’esperienza di gioco degli acquirenti al Day One. Ci ritroviamo quindi di fronte ad un capolavoro mancato, anche se solo per un soffio: Batman: Arkham Origins è un buon prodotto videoludico, dalle grandi potenzialità e dall’immenso appeal. Noi di Gamesource lo riteniamo però inferiore al precedente Arkham City, a nostro parere attualmente ancora il miglior titolo della serie.

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