Batman: Arkham Origins – Batman: Arkham Origins (spin-off mobile)

È ormai la prassi veder comparire in App Store i fratelli minori dei titoli più blasonati: solitamente spin off o minigiochi che permettono l’integrazione con il titolo principale, GTA V insegna, si tratta per lo più di piccoli passatempo che svolgono la funzione di veicolo pubblicitario. Questo cappello introduttivo per dirvi come abbiamo approcciato la versione di Batman: Arkham Origins per smartphone e tablet: un misto di curiosità e paura innanzitutto, soprattutto la speranza di scoprire un titolo che ci permettesse di intrattenerci nell’attesa dell’uscita nei negozi del prodotto per console. Ci siamo ritrovati tra le mani un Free to Play che, nonostante non sia all’altezza del precedente Batman: Arkham City, ci ha comunque interessato abbastanza da farci ritornare in game di tanto in tanto per una partita veloce.

Come assassinare un Pipistrello

La trama di Batman: Arkham Origins è solamente accennata, dal momento che si tratta comunque di uno spin off della serie principale. Da questa prende solo gli spunti necessari a contestualizzare l’azione mostrata sullo schermo: un gruppo di acerrimi nemici di Batman si è riunito con l’intento di far fuori una volta per tutte l’Uomo Pipistrello. Questi, nel gioco definiti assassini, sono veri e propri pezzi grossi del calibro di Bane, Deadshot, Deathstroke e altri che i fan della serie a fumetti non stenteranno a riconoscere.

Naturalmente il protagonista non sarà da subito pronto ad affrontare questi pericolosi avversari: per questo la maggior parte delle missioni sarà composta da scazzottate contro teppisti di strada minori, che si faranno avanti con il solo scopo di prenderle di santa ragione dal Cavaliere Oscuro. Certo, prima di ogni missione un breve testo introduttivo cercherà di dare un senso all’azione seguente, ma si tratta veramente di un misero tentativo di rendere interessante quella che è un’azione ripetitiva. Che si tratti di sgominare un traffico di droga, sedare la rissa tra gang rivali o indagare su movimenti sospetti nei bassifondi, alla fine ci si ritrova sempre e comunque nei panni di Batman, molte volte nello stesso scenario della missione precedente, a prendere a pugni sul muso dei delinquenti.

La trama, insomma, non è certo il pezzo forte di questa versione di Arkham Origins. Non lo riteniamo però un lato negativo, dal momento che il ruolo di questo prodotto videoludico è, come già detto, attirare l’attenzione dell’utenza verso l’uscita del suo fratello maggiore per console. Passiamo quindi alla parte più interessante e controversa: il gameplay.

Un gioco “ingiusto”

Il titolo di questo paragrafo è per ritornare con la mente alla recente versione mobile di Injustice: Gods Among Us. Batman: Arkham Origins, infatti, attinge a piene mani dal succitato gioco targato DC Comics, soprattutto per quanto riguarda le colonne portanti del gameplay: il giocatore controlla l’Uomo Pipistrello con semplici tap e swipe sullo schermo, i quali corrispondono rispettivamente ai comandi di attacco, parata e mosse speciali. Durante i combattimenti si potranno utilizzare potenti mosse speciali attivabili una volta riempita la relativa barra, mentre nelle lotte più difficili, il gioco richiederà di compiere determinati movimenti a schermo per sfuggire al nemico e realizzare le combo più spettacolari.

Fin qui niente di nuovo, insomma. La parte forse più interessante di Batman: Arkham Origins mobile è, per assurdo, quella in cui non si combatte: il team di sviluppo ha infatti pensato ad una profonda, per quanto lo possa essere in una versione pocket, componente RPG che permette di sviluppare le capacità del protagonista a seconda dello stile di lotta che si intende adottare. Durante i combattimenti, con la pressione di un apposito tasto, si passerà dalla posizione di attacco a quella di difesa. Come suggerisce il nome, nella prima l’eroe infligge e subisce più danni, mentre nella seconda rinuncia a parte della potenza per parare meglio i colpi. Con il denaro e gli xp guadagnati è possibile sviluppare mosse speciali appartenenti alle due posture, rendendo gli scontri successivi più facili da affrontare. Si può parlare di componente RPG anche nelle tute a disposizione, acquistabili dopo i vari level-up, permettendo di aumentare attacco, difesa e bonus. Durante questi, la componente di gioco di ruolo, emerge con forza se il protagonista subisce un attacco speciale: danni da fuoco, avvelenamento o sanguinamento si protraggono nel tempo, costringendo il giocatore ad un approccio difensivo con mosse di auto guarigione. Dopo aver giocato qualche minuto è necessario fare delle pause: la resistenza si consuma in fretta e, a meno che non vogliate pagare denaro reale per ripristinarla, dovrete attendere il riempimento automatico della relativa barra di energia.

Riprendiamo però il titolo di questo paragrafo, perché oltre al riferimento ad Injustice, con l’aggettivo “ingiusto” abbiamo voluto riferirci anche a quello che a nostro parere è il difetto più grande di questo prodotto videoludico: la curva di difficoltà è decisamente in picchiata verticale, cosa che ci fa purtroppo sospettare che si tratti di una scelta voluta per incentivare i giocatori a spendere denaro reale per i vari power up presenti nel gioco, nonostante sarebbe Free to Play. Se vi appassionerete all’avventura del giovane Cavaliere Oscuro, preparatevi a ripetere più e più volte le missioni della prima mappa prima di passare alla successiva, in modo tale da accumulare abbastanza denaro virtuale ed esperienza, per potenziare il protagonista in vista delle sfide che lo attendono negli scenari successivi.

Caro buon vecchio Unreal Engine

Batman Arkham Origins è ai livelli di Injustice: Gods Among Us anche per quanto riguarda l’aspetto grafico: ottimi scenari (in piccola parte anche animati), fluidi i movimenti e spettacolari le tante tute disponibili per il Cavaliere Oscuro, che oltre a potenziarlo cambiano nettamente il suo look. I fan del fumetto apprezzeranno l’inserimento del Batman de “Il lungo halloween” o il costume del Red Son, così come i più giovani saranno contenti di poter sbloccare il Batman of the Future dei cartoni animati, tutti ottimamente realizzati e ricchi di particolari. Anche le mosse speciali sono, per quanto possibile, coreografiche e interessanti alla vista, grazie ad una regia virtuale che si sposta alle spalle del protagonista o del suo avversario per enfatizzare meglio l’azione.

Il rovescio nella medaglia, a nostro avviso, è da ricercarsi invece nella realizzazione degli assassini: incontrandoli nel gioco ci sono sembrati latenti di carisma, per colpa di un disegno dei personaggi discutibile. A parte Deathstroke, abbastanza fedele all’originale, altri cattivi d’eccellenza come Bane non sono stati curati come meritavano, divenendo qualcosa di più dei semplici nemici, ma non dei veri e propri boss, almeno sotto l’aspetto grafico. Va da sé che, se agli assassini è stato riservato questo trattamento, i loro tirapiedi risultano ancora più anonimi e senza caratterizzazione. Strano, dal momento che il motore grafico in uso, il sempreverde Unreal Engine, con Injustice aveva mostrato come fosse possibile un’interessante reinterpretazione dei personaggi DC in un picchiaduro.

Verdetto finale

Lo abbiamo detto in apertura e lo ribadiamo ora: considerando la sua gratuità grazie alla formula del Free to Play, se si è disposti ad attendere qualche minuto tra una battaglia e l’altra, e la sua forza intrinseca data dal carisma di Batman, la versione mobile di Arkham Origins è comunque da provare. Certamente il titolo per console sarà tutt’altra cosa, ma un passatempo su smartphone e tablet non può che essere ben accetto, almeno per una partita veloce ogni tanto. La nostra speranza, dal momento che in redazione appoggiamo queste iniziative e pensiamo che il Free to Play e gli spin off siano da abbinare ai grandi giochi per console. Soprattutto che gli sviluppatori imparino dai loro errori e sappiano, in futuro, realizzare un titolo per questo brand che corregga le piccole imperfezioni evidenziate in questa recensione, facendo felici anche noi, esigenti e un po’ nerd, fan del Cavaliere Oscuro.

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