Battlestations: Pacific – Recensione Battlestations: Pacific
Ancora World War II?
Sin dai primi vagiti del videogioco, quando ancora erano i pixel a dominare la scena, la guerra era già diventata una protagonista d’eccezione in molti titoli. Con la comparsa delle prime oramai mitiche console, e con l’elaborazione sempre maggiore dello stile dei giochi, sempre più sviluppatori iniziarono a puntare sull’ambientazione storica per stupire i giocatori. La seconda guerra mondiale era sicuramente lo scenario adatto, capace di fondere ambientazione storica con scontri a fuoco sia a terra che in cielo. Ad oggi, infatti, i titoli che fanno della Second World War il loro scenario non si contano più. Solo di recente il mercato videoludico ha visto spuntare sugli scaffali gran bei titoli come Call of Duty: World at War e, nel 2007, Battlestations: Midway, titolo sviluppato da Eidos che fa del cielo e degli aerei la sua arma vincente.
Ora, a due anni di distanza, ecco uscire sul mercato il suo seguito, ossia Battlestations: Pacific, sempre ambientato nei cieli della seconda guerra mondiale e del Pacifico. Il titolo, presente su Xbox 360 e PC e sviluppato dai ragazzi della Eidos Hungary, potrebbe bissare il discreto successo del predecessore? Per saperlo non basta che continuare a leggere.
America e Giappone sui mari del Pacifico
Il 7 Dicembre 1941 il Giappone attacca a sorpresa il porto di Pearl Harbor, ammaccando pesantemente la marina statunitense con uno degli attacchi kamikaze più tristemente noti della storia. Per risposta, gli Stati Uniti d’America entrano ufficialmente in guerra contro l’Impero del Sol Levante che, con una serie di schiaccianti vittorie, stava sottomettendo gran parte delle isole del Pacifico in un escalation senza freni. Inizia così una guerra aeronavale pesante e senza esclusione di colpi, combattuta sui cieli e sulle acque dell’oceano Pacifico (l’oceano, nonostante il nome, meno pacifico di tutti), che finirà solo nel 1945 con lo sgancio, da parte degli americani, di due bombe nucleari sulle città di Hiroshima e Nagasaki.
Battlestations: Pacific ci getta nel bel mezzo delle battaglie aeronavali del Pacifico, in una serie di missioni, una trentina, che ci vedranno impegnati a sganciare piombo sugli aerei e le navi nipponiche. Oltre alla marina americana, per la prima volta, avremo l’opportunità di vestire i panni della controparte giapponese, cosa che ci permetterà di utilizzare varie manovre Kamikaze.
Da questo punto di vista, dunque, Battlestations: Pacific riesce ad apportare qualche innovazione rispetto al predecessore, inserendo anche una buona dose di ore di gioco, per una longevità che, nonostante non faccia gridare al miracolo, si attesta su livelli accettabili.
Aces High
Entrando nel merito dell’azione, ecco che si capisce sin da subito che, al pari del suo predecessore, Battlestation: Pacific offre una simulazione di guerra diretta, immediata ed adrenalinica. Gettati nel bel mezzo degli scontri, infatti, verremo ragguagliati sui vari obbiettivi della missione corrente e, nei panni di un asso dell’aria, ma non solo, potremo scorrazzare per i cieli del Pacifico tentando di abbattere qua e là qualche aereo, di affondare navi, di distruggere postazioni, di difendere porta aerei e così via. Il tutto, miscelato con mappe abbastanza ampie e con comandi fluidi e sin da subito maneggevoli, renderanno la fase simulativa, se non ampia e accuratissima, almeno elegante e molto semplice, quasi semplicistica. Dimenticatevi accuratezze simulative degne del più blasonato Flight Simulator, perché in questo Battlestations non ne troverete. Certo, non siamo nemmeno a livelli irrealistici, assolutamente, ma gli sviluppatori hanno puntato sulla semplicità più che sull’accuratezza. La scelta rende gli scontri frenetici e adrenalici, nonché divertenti ed entusiasmanti.
Oltre alla componente puramente action, ecco fare la sua comparsa, in maniera simile al predecessore, anche una buona dose di strategia. Potremo infatti, in maniera totalmente indiretta, scegliere la migliore strategia e i movimenti delle nostre truppe, il tutto grazie a dei semplici e veloci comandi, tra i quali annoveriamo la scelta di un attacco diretto, la scelta di essere molto aggressivi, di raggruppare le unità e di farle atterrare. In questo modo, nonostante le opzioni molto limitate, potremo scegliere la linea d’azione migliore per la missione corrente. Con questo metodo, inoltre, potremo monitorare anche le minoritarie truppe a terra.
Oltre agli aerei, comunque, potremo pilotare anche altri mezzi più prettamente marini. Oltre alle navi, pesanti e corazzatissime, che si riveleranno decisamente noiose da comandare, potremo anche immergerci sotto le acque del Pacifico a bordo di qualche sommergibile. Nonostante l’eccessiva difficoltà insita nel comandare tale veicolo, c’è da dire che le missioni subacquee si dimostreranno davvero divertenti.
Nel bel mezzo della battaglia
Negativa, tutto sommato, l’idea dei vari checkpoint durante la missione. Portato a termine un obbiettivo, infatti, com’è consuetudine in questa tipologia di giochi, sbloccheremo un punto di salvataggio che ci permetterà, nel caso dovessimo perire, di ricominciare da quell’esatto punto. Peccato però che il checkpoint diventi vano se dovessimo malauguratamente dover uscire dalla missione o spegnere la console. In quel caso, infatti, dovremo ricominciare tutta la missione da capo, con buona pace dei nostri nervi. Inutile dire che la cosa potrebbe risultare davvero frustrante.
In linea di massima, dunque, il gameplay delle campagne principali si rivela divertente anche se inficiato da qualche scelta infelice e da una profondità simulativa non proprio eccelsa. La difficoltà molto elevata del titolo, inoltre, lo rende un prodotto sconsigliato ai meno smaliziati e, inutile negarlo, incapace di incollare i meno esperti per un tempo veramente lungo. Fastidioso, infatti, può apparire il modo in cui proiettili e missili colpiscono i bersagli. A volte sembrerà di star sprecando munizioni colpendo il vuoto, per poi veder cadere come mosche gli aeroplani avversari.
Infine, per completare la nostra carrellata sul gameplay, non poteva mancare la descrizione della noiosissima mappa tattica. Presa quasi pari pari dal primo episodio, sulla quale si potranno dirigere le varie manovre navali e cambiare l’aereo selezionato, la mappa tattica sarà un elemento importantissimo di tutto il gioco, nonché uno dei più noiosi.
Sugli oceani del multiplayer
In un gioco di questo genere non poteva mancare l’oramai irrinunciabile modalità multiplayer. I passi avanti rispetto al primo episodio non sono molti, visto che avremo sempre a disposizione un determinato numero di mappe con delle isole. Continuando il discorso, ecco che i giocatori potranno scegliere tra diverse tipologie e modalità di gioco; la modalità Scorta, dove una squadra tenterà di difendere una nave mentre l’altra farà di tutto per affondarla; la modalità Duello, che vedrà due squadre impegnate in una lotta all’ultimo missile in una battaglia molto simile ad un Free-for-all; la modalità Competizione, dove tutti saranno della stessa squadra e vincerà chi otterrà più punti abbattendo gli aerei avversari; la modalità Siege, dove una squadra dovrà difendere un isola, mentre l’altra dovrà espugnarla; ed infine una delle più interessanti di tutte, ossia la cattura dell’Isola. In questa modalità si dovranno spendere i vari punti nel mettere in campo navi da guerra, portaerei e altri mezzi adatti ad una battaglia aeronavale, dopo di che si dovrà tentare di conquistare l’isola nemica. Per farlo si dovranno abbattere e fare proprie le varie postazioni di difesa dell’isola, il tutto in mappe decisamente vaste. Impelagarsi in una simile battaglia multiplayer con un massimo di otto giocatori in aria può diventare un esperienza davvero epica, da provare, almeno.
Concludendo il discorso sul gameplay, comunque, non si può non ammettere che il tutto è sin troppo riduttivo, con poche modalità veramente divertenti e poche scelte. Tante belle idee realizzate solo a metà, dove la parte del leone la svolge la modalità della cattura dell’isola, l’unica veramente capace di attirare su di se una longevità ed una profondità uniche.
Isole sul mare
Il punto debole della maggior parte delle simulazioni di volo, siano esse di azioni militari o civili, sta sicuramente nel loro comparto grafico. Anche Battlestations: Pacific non può certo annoverare tra i suoi pregi una grafica da urlo, ma nemmeno una di bassa leva. Anche in questo frangente, infatti, il titolo non eccelle ma nemmeno repelle, rimanendo a metà strada tra un ottima prestazione ed una scadente esibizione.
Battlestations eccelle, infatti, nella visione d’insieme. Osservare dalla carlinga del proprio aereo, in alta quota, le isolette del Pacifico che sfrecciano sotto di noi, è sicuramente appagante e bello per gli occhi. Se invece si prendono i vari elementi in solitaria, ecco che le texture iniziano ad apparire di qualità medio/bassa, i modelli poligonali a volte abbastanza grezzi, e gli effetti speciali e particellari di qualità altalenante. Anche le animazioni si attestano su discreti livelli, con qualche picco di alta qualità qua e là.
Davvero bello l’effetto dell’acqua, con la luce che risplende sulle onde, o qualche lama di luce che penetra sotto il mare quando siamo nelle missioni subacquee. Proprio gli effetti di illuminazione, infatti, sono forse la parte più riuscita di tutto il comparto grafico che, nonostante palesi pecche, si dimostra comunque gradevole, come già accennato, nel suo insieme.
Spostando il discorso sul sonoro del titolo, ci troviamo davanti a niente di eccezionale. I vari sottofondi musicali sapranno certo sottolineare in maniera mai noiosa i vari momenti di gioco, e sapranno anche farsi apprezzare, ma non brilleranno certo per originalità o composizione. Belli, infine, i vari rumori ambientali, e più che discreto il doppiaggio italiano, superiore alla norma.
Le bellezze dell’oceano!
In conclusione
Discreto, incapace di eccellere in quasi tutti gli ambiti, Battlestations: Pacific si attesta in una media che non scivola né troppo in basso, né sale troppo in alto. Si rivela, in linea di massima, un titolo dalle emozioni forti e dalla noia infinita, dal comparto tecnico incantevole nell’insieme ma allo stesso tempo sotto tono se preso nelle singole parti. In pratica, un titolo incoerente con se stesso in molti punti, ma capace nonostante tutto di divertire e intrattenere.
Si consiglia questo Battlestations: Pacific solo agli amanti del genere, che prediligono però l’azione alla simulazione più pura, o a chi volesse approcciarsi per la prima volta a questa tipologia videoludica. Per tutti gli altri, sarebbe meglio provarlo prima di pensare ad un successivo acquisto.