Black – Recensione Black

Un FPS targato EA

Solitamente il genere FPS è sfruttato in maniera appropriata su PC, principalmente per la comodità del sistema di controllo “mouse e tastiera”, ma negli ultimi anni ci è capitato di constatare più volte,  che questa tipologia di giochi è in grado di trovare terreno fertile anche tra le home consoles; basti semplicemente pensare a titoli come Halo o Killzone per farsi un’idea chiara di giocabilità e gameplay da oscar, armati di un semplice pad.
Questa volta però a mettere i colpi nel caricatore è un prodotto della EA games ispirato al mondo delle operazioni militari sotto copertura: non propriamente alla “007”, ma una volta cominciato questo Black, preparatevi a vederne delle belle.

Per la patria o per vendetta ?

Le Black operations sono sempre state al centro dell’attenzione dei media statunitensi: si tratta di quelle operazioni militari coperte da segreto e molto spesso anche poco lecite, tutte ovviamente negate ed insabbiate dallo stesso governo, fatte passare talvolta per atti terroristici.
Il nostro protagonista sarà il sergente Kellar, uno dei tanti “assassini legali” partecipe di queste operazioni fantasma, arrestato per un motivo non ben precisato e condotto in manette ad un interrogatorio al cospetto di un agente federale.
L’agente offrirà a Kellar una via di fuga dall’ergastolo in cambio della sua versione dei fatti sull’operazione riguardante la “settima ondata”; un ricatto bello e buono, che però non lascia alternative al nostro “antieroe di turno” che, dopo aver acceso una sigaretta, comincerà a raccontare al suo interlocutore lo svolgersi della missione.

Racconti di guerra

L’idea di utilizzare degli attori per i filmati del gioco è sicuramente una cosa molto carina ed inusuale nei giochi odierni; tuttavia sembra molto azzeccata, soprattutto se associata al fatto che tutto il nostro giocare farà parte dei flashback raccontati dal nostro alter-ego durante l’interrogatorio con l’occhialuto agente.
Non appena cominceremo ad utilizzare il nostro giocatore, ci ritroveremo catapultati in una battaglia a campo aperto nella città di Veblensk (nome fittizio); una sorta di tutorial che durerà circa una decina di minuti, con il quale dovremo prendere dimestichezza con i comandi e con la velocità frenetica di tutto il gioco.
Sicuramente i giocatori più navigati col genere non avranno problemi di nessun tipo, mentre chi gioca occasionalmente con gli FPS potrebbe trovare qualche difficoltà nell’utilizzare il metodo “spara e riparati”; però, una volta presa confidenza con tutto, potremo goderci il titolo in totale relax (più o meno).
Nel corso delle missioni ci verranno dati anche degli aggiornamenti di programma, con varie sub-quest annesse, tra le quali Distruggi tale posto o Trova la determinata arma nascosta, ma la cosa che più colpisce è sicuramente l’alta distruttibilità delle varie aree: infatti muri, veicoli e costruzioni di ogni sorta, potranno essere completamente disintegrati dal lancio di granate o dalle numerose esplosioni che saremo in grado di causare anche con una semplice pistola, perfino le colonne portanti dei palazzi si sgretoleranno dinnanzi alla potenza delle svariate armi a disposizione, e c’è da aggiungere che, nonostante tutta questa azione possa fare invidia al più famoso Terminator, i nostri nemici sul campo saranno tanti e piuttosto rompiscatole, seppur non troppo brillanti per intelligenza. Prepariamoci, perché non sarà una passeggiata.

Un tocco di realismo

Uno dei tanti pregi di questo titolo che merita di essere menzionato, è certamente la ricerca del realismo; non solo per le conseguenze distruttive che le armi hanno sull’ambiente, ma anche per quanto riguarda la gestione e le reazioni psicofisiche del nostro “antieroe”. Per fare un esempio: nel momento in cui ricaricheremo, la nostra visuale sull’ambiente diverrà sfocata e lucida solo sull’arma, quasi a voler sottolineare la concentrazione richiesta per eseguire determinate azioni in battaglia; oppure, quando subiremo troppe ferite, sentiremo il respiro affannoso ed i battiti del nostro cuore, cosa che cagionerà l’andamento della mira e la vista stessa.
Sicuramente i ragazzi di EA meritano un plauso per il lavoro svolto e la cura dei dettagli: grafica, sonoro e giocabilità, godono di minuziosa maestria, ma andiamo ad analizzare meglio nel dettaglio.
Graficamente abbiamo per le mani uno dei migliori titoli concepiti per quest’epoca, oltre alla già accennata distruttività stile Caterpillar e le esplosioni Hollywoodiane, ci troviamo di fronte ad un bel connubio di textures e modelli poligonali, conditi da degli ottimi effetti grafici. Che dire?
Materiale di prima qualità ed il sonoro non è di certo da meno: a parte il fatto che sentiremo poche musiche e ci saranno molte sessioni quasi del tutto silenziose, avremo parecchie conversazioni da ascoltare e diversi effetti sonori molto realistici ad accompagnarci, dalla ricarica delle armi al crollo di palazzi ed il rompersi dei vetri.
Come se non bastasse, il sistema di controllo è uno dei più funzionali mai visti su console: semplice ed intuitivo.
Ovviamente, con tanto ben di Dio per le mani, non mancano i difetti e purtroppo in questo caso toccano la longevità. A parte il primo, i livelli sono piuttosto lunghi ed impegnativi, il problema è che sono solamente 8; troppo pochi per un gioco di questo calibro, un vero peccato.

Distruzione di livello “artistico”

Black è sicuramente un titolo che merita attenzione sia dagli amanti del genere che dai giocatori occasionali, specialmente per chi ama l’azione e la devastazione.
Non siamo lontani dal capolavoro, purtroppo però la scarsa longevità e la non eccessiva IA dei nemici, tarpano le ali ad un titolo con i fiocchi, che per un soffio non raggiunge la vetta dei giochi “da avere assolutamente”.

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