Blackwind – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Teenager e mecha, si sa, sono un’accoppiata a dir poco “classica” nell’immaginario collettivo dei tanti appassionati a genere. Questo connubio o abbiamo già visto moltissime volte in anime, manga e, ovviamente, anche nei videogames. Blackwind, ultima fatica degli italianissimi Drakkar Dev, ci ripropone ancora una volta questa formula vincente, presentandosi come un titolo veramente interessante, con un vago sapore old school, che riuscirà a tenervi incollati al pad dall’inizio alla fine.

Blackwind

I ragazzi del team di sviluppo non sono nuovi alla realizzazione di giochi con protagonisti mecha di ispirazione smaccatamente giapponese: loro è infatti anche War Tech Fighters, un altro ottimo titolo a tema robotico uscito ormai un paio di anni fa. Con Blackwind, disponibile dal 20 gennaio su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC e Nintendo Switch, torniamo ancora una volta a vestire i panni del pilota di una macchina da guerra umanoide, nello specifico l’ultimo modello di una tuta da combattimento meccanizzata, pronto a blastare orde di alieni ostili e robot avversari.

Teenager & Mecha, un classico senza tempo

In Blackwind infatti, prenderemo il controllo di James Hawkins, il figlio adolescente del creatore del più avanzato prototipo di Battle Frame, così si chiamano questi esoscheletri potenziati, dotato anche di un sistema di Intelligenza Artificiale complessissimo, oltre che di un arsenale bellico di tutto rispetto. Il gioco inizia quando l’astronave sulla quale viaggiamo verso la colonia mineraria di Medusa-42 assieme a nostro padre, subisce un misterioso attacco, che la fa rovinosamente precipitare sulla superficie del pianeta. Il professore, appena prima del “naufragio” fa a tempo a metterci in salvo all’interno del nuovo Battle Frame, sparandoci poi fuori dalla nave in fiamme. Una volta giunti a terra, dovremo farci strada attraverso tutta una serie di livelli, combattendo le orde di alieni Raknos, gli artefici dell’attacco alla nave e alla colonia, alla ricerca del professore stesso che, come se non bastasse, è l’unico in grado di farci uscire dall’armatura, dato che il sistema di rilascio si attiva soltanto dietro diretto comando vocale di nostro padre. A grandi linee, questo è il plot narrativo di Blackwind, come potete vedere già infarcito di ispirazione e citazioni dei grandi classici a tema robottoni.

Una macchina perfetta?

Parlando del gioco più a livello tecnico, diciamo che Blackwind è un’amalgama, perfettamente riuscita, tra uno shooter e un hack & slash, con una discreta, ma tangibile, spruzzata di metroidvania. Durante le nostre peregrinazioni sulla superficie di Medusa-42 infatti, non saremo chiamati solo ed esclusivamente a combattere incessantemente le orde di ostili Raknos, ma dovremo anche risolvere tutta una lunga serie di enigmi ambientali molto ben studiati, spesso grazie alle nuove funzionalità del nostro Battle Frame, che andremo ad acquisire man mano che esploreremo i livelli. Anche i vari sistemi offensivi della nostra tuta potenziata, sia a lungo raggio che da corpo a corpo, possono e devono essere potenziati, il tutto grazie a delle apposite stazioni di manutenzione, che fungono anche da punto di salvataggio e di viaggio rapido tra le location.

In queste postazioni potremo anche cambiare la livrea al nostro Battle Frame, scegliendo tra quelle che saremo riusciti a sbloccare trovando determinati oggetti nascosti nei vari ambienti di gioco. La colorazione ha soltanto un valore estetico, ma è molto divertente vedere vere e proprie livree “easter egg“, come quella da “Droide Protocollare” o quella direttamente ispirata al precedente titolo degli sviluppatori, War Tech Fighters.

Blackwind
Non sembra anche a voi un APC dei Colonial Marines?

Ma i rimandi e le citazioni ai grandi classici della fantascienza non finiscono di certo qui. Infatti tutto Blackwind è letteralmente infarcito di citazioni vere e proprie, che rimandano direttamente a opere quali, un esempio su tutte, quelle riguardanti il franchise di Aliens. Con giocabilità e senso di progressione ai massimi livelli, accompagnati da una realizzazione tecnica pulita e davvero soddisfacente, Blackwind non sfigura assolutamente nei confronti di produzioni più “blasonate”. Non stiamo parlando ovviamente di un AAA, ma comunque di un gioco bello, ben realizzato, giocabile e divertentissimo. Purtroppo però, non sono tutte rose e fiori.

Malfunzionamenti minori…

Blackwind ha un solo difetto: alle volte, la gestione automatica della telecamera non è ottimizzata al meglio. Succede infatti che ci si possa trovare in situazioni spinose perché non è stato possibile vedere un gruppo di nemici arrivare per tempo, o incontrare qualche difficoltà nei salti durante una sezione più “platform”. Nulla di realmente grave, intendiamoci, ma è una piccola macchia che va a segnare un titolo altrimenti quasi perfetto e che forse, proprio per questo, la fa sembrare più fastidiosa di quanto in effetti non sia realmente.

Blackwind


Concludendo, Blackwind è il titolo action del quale gli appassionati di old school hanno bisogno. Azione frenetica e gameplay ben studiato, il tutto in un’amalgama praticamente perfetta di svariati generi. Peccato per i piccoli difetti della telecamera, che comunque ripetiamo non essere realmente penalizzanti. La dimostrazione che non serve essere per forza dei veri e propri big, per realizzare prodotti di alta qualità. Ottimo lavoro!

9.5

Pro

  • Grafica fluida e ben curata
  • Livelli e enigmi ben studiati
  • Grandissima giocabilità
  • Easter egg divertenti

Contro

  • Gestione telecamera a volte non ottimale
Vai alla scheda di Blackwind
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento