Call of Cthulhu – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Sulla scia del successo di critica e utenza riscosso recentemente da Vampyr, Focus Home Interactive tenta di consacrarsi a publisher di più alto prestigio dopo anni di tentativi fatti di buone premesse e ottime intenzioni, tuttavia mai concretizzatesi in un titolo dal successo massivo e riconosciuto. L’occasione della riconferma a breve distanza dall’ottimo operato sulle altrettanto lugubri atmosfere del vampiro Jonathan Reid si manifesta con le sembianze del polipone più amato di tutti i tempi: Call of Cthulhu ripropone in versione videoludica l’omonimo e celeberrimo gioco da tavola giunto nel 2014 alla sua settima edizione a ben trentatré anni dalla sua prima pubblicazione.

L’obiettivo della trasposizione? Quello di mixare elementi survival horror ad alto impatto psicologico caratterizzanti la bibliografia di H.P. Lovecraft (mente visionaria e autore della celeberrima cosmologia dell’orrore) con quegli elementi dal sapore RPG del gioco da tavola originario: impresa già di per sé non semplice, ripetutamente intrapresa da tanti in passato con risultati altalenanti. Quando si ha a che fare con gli Antichi, d’altra parte, la sorte tende a non sorridere e l’indice di fallimento sale alle stelle: per chi non lo conoscesse, il Dio dalle sembianze cefalopode Cthulhu non è di quelli benevoli e anche questa volta ha contribuito a rendere la strada verso il gone day ardua e impetuosa. Coincidenze?

Call of Cthulhu

Corre l’anno 2014 quando Focus Home Interactive annuncia a gran voce di aver investito il team di Frogwares dello sviluppo di un titolo basato sui racconti del Solitario di Providence, giusto in tempo per stendere per oltre due anni il velo del silenzio, che poi sollevato soltanto nel 2016 quando a sorpresa Focus torna a parlare di Call of Cthulhu: l’onere di dare conclusione all’ambizioso progetto, che nel frattempo ha indotto hype dilagante tra le migliaia di fan della tremenda cosmogonia lovecraftiana, ricade sullo studio di sviluppo francese Cyanide che ne promette l’uscita nel 2017: il passaggio di consegne più tumultuoso del previsto, complice sicuramente una sfavorevole coincidenza astrale e una riformulazione del progetto iniziale per trovare riscontro nella grande aspettativa generata, ci consegna così il titolo con un anno di ritardo.

Tutto è bene quel che finisce bene, e Call of Cthulhu giunge dunque sui nostri scaffali pronto per mettere a dura prova la nostra percezione della realtà e dei suoi piani dimensionali: riusciremo a sventare l’ascesa dell’Antico per eccellenza senza rinunciare del tutto alla nostra sanità mentale?

Call of Cthulhu

Investigatori dell’Incubo, a me occhi, joypad e orecchie! Ci troviamo a Boston, è il 1924. È Edward Pierce, veterano della Prima guerra mondiale ora investigatore privato, a subire le attenzioni di forze astrali più grandi di lui: depresso, in balia di uno stress post-traumatico che trova sollievo esclusivamente nell’alcol, Edward viene avvicinato da un rinominato trafficante d’arte la cui figlia Sarah Hawkins è rimasta vittima assieme a tutta la sua famiglia di un misterioso incendio che ha colpito la loro villa sita sull’isola di Darkwater, a poche miglia da Boston.

Raggiungiamo senza indugio la piccola e inospitale isola, circondata da profonde acque scure e minacciose dove potremo dare sfogo alla nostra abilità investigativa: in questa prima fase di gioco esploreremo una piccola porzione del molo di Darkwater prendendo confidenza con le meccaniche di gioco e mettendo subito alla prova le capacità investigative del nostro detective.

Call of Cthulhu

Come nel gioco cartaceo, in Call of Cthulhu la crescita del personaggio è legata alla distribuzione di punti abilità ottenuti proseguendo nel gioco e completando azioni precise su un totale di cinque categorie (Investigazione, Fiuto, Forza, Psicologia ed Eloquenza) a cui si aggiungono le conoscenze in medicina e occultismo, perfezionabili esclusivamente scovando e raccogliendo oggetti ingame pertinenti. Ognuna di queste abilità verrà in soccorso di Edward in precise situazioni: più alto sarà il loro valore, più probabile sarà la possibilità di sbloccarne l’impiego in un determinato dialogo con conseguente profitto.

Ad affiancare l’evoluzione dello skill tree ci sarà l’incalzate e inevitabile indice di follia frutto degli orrori a cui Edward sarà costantemente sottoposto. Nelle scelte che andremo a intraprendere un occhio di riguardo andrà sempre posto sul livello di Sanità mentale del nostro sventurato, pena la perdita sempre più incontrollabile della percezione della realtà, fatto in grado di condizionare pesantemente l’esito della nostra avventura.

Call of Cthulhu

In alcuni frangenti sarà poi possibile attivare una modalità di investigazione straordinaria definita Ricostruzione: Edward entrerà in una sorta di trance investigativa, i bordi dello schermo si sfocheranno e il vostro compito sarà quello di scoprire le cause-effetto ricostruendo i fantasmi del passato di un determinato luogo, interagendo con gli oggetti presenti e superando prove di abilità.

Il consiglio, prevedibile considerata la natura del titolo, è quello di spendere il giusto tempo per parlare con tutti i diffidenti e superstiziosi isolani che incontrerete durante l’esplorazione delle via via più terrificanti e insane aree dell’isola. Controllate ogni angolo, ogni stanza, ogni cassetto per raccogliere il maggior numero di informazioni necessarie a sbloccare nuove opzioni di dialogo, garantendovi così una panoramica più dettagliata della situazione: nota di merito alla semplice ma efficace impostazione dei menu di gioco, all’interno dei quali troverete ben organizzati e suddivisi capitolo per capitolo gli indizi recuperati su luoghi, persone e situazioni occulte, in aggiunta al dettaglio del vostro inventario e al prezioso diario di Edward, che verrà aggiornato automaticamente a ogni nuova scoperta.

Call of Cthulhu

Com’era d’altra parte intuibile Call of Cthulhu presenta un totale di quattro differenti finali, che condividono quel retrogusto agrodolce in perfetta sintonia con quella che è la produzione di H.P. Lovecraft: considerata tuttavia la moltitudine di opzioni e punti di svolta presenti in ognuno dei 14 capitoli che compongono il titolo, sarebbe stato auspicabile uno sforzo maggiore verso ulteriori finali aggiuntivi.

Originariamente intesi a spezzare la moltitudine di sequenze investigative, ambientate in un differente scenario semi aperto dell’Isola di Darkwater per ogni capitolo, i ragazzi di Cyanide hanno inserito passaggi di natura stealth e vagamente action, che risultano tuttavia di povera realizzazione tecnica e che falliscono nel portare una ventata di aria fresca in un gameplay altrimenti volutamente molto lineare ma di ottima fattura.

La diversa distribuzione dei punti abilità sulle caratteristiche di Edward permetterà inoltre di apprezzare al meglio la complessa ramificazione degli scenari di gioco, incidendo in maniera considerevole se non tanto nel risultato finale di una determinata azione almeno nei mezzi e nelle modalità di raggiungimento dell’effetto desiderato, spesso senza darci la percezione immediata della bontà o del livello di successo delle nostre scelte. Un fattore apprezzabile e che avrebbe dovuto garantire una sufficiente rigiocabilità del titolo. E invece il team di Cyanide ci vincola limitando l’avventura a una serie di autosalvataggi (peraltro sovrascriventi il salvataggio precedente) in punti di gioco predefiniti che rappresentano l’unica strada per memorizzare i nostri progressi: con un sistema di questo tipo ci si aspetterebbe la possibilità di rigiocare, se non durante il primo gameplay, almeno a conclusione della prima run, ogni singolo capitolo, riprendendo i progressi di un determinato momento ereditando le scelte dei precedenti.

Nulla di tutto ciò è tuttavia possibile: qualora voleste rivivere un determinato passaggio, o semplicemente provare diversi approcci di gioco, sarete costretti a creare un nuovo slot e ripartire inesorabilmente dall’incipit del primo capitolo.

Call of Cthulhu

Se da una parte la palette di colori utilizzata dove verde e nero miscelati in sapienti ed evocative opacità in aggiunta a buone musiche di ambiente e un doppiaggio di buona fattura esaltano l’immersività del titolo e trasmettono a meraviglia la crescente sensazione di follia e l’orrore incipiente, d’altro canto una realizzazione tecnica infelice ci farà storcere il naso sin dalle battute iniziali di gioco. Sin dai primi capitoli di gioco dovremo fare i conti con una insufficiente fluidità di movimento, costretti a convivere con quella che risulta essere più che una camminata/corsa del nostro paladino, una scattosa telecamera in prima persona.

Allo stesso modo non mancheremo di notare come i modelli facciali dei personaggi secondari e degli NPC risultino poveri, caratterizzati da un lip sync asincrono, da movenze macchinose e animazioni che li rendono in alcuni frangenti più simili a manichini che a umani. Buona la resa grafica degli ambienti interni, con un livello di dettaglio che ci permetterà di apprezzare la cura nella ricostruzione degli scenari nonostante la ripetitività di alcuni elementi poligonali, meno riuscito invece il colpo d’occhio sugli ambienti esterni o che fanno da sfondo alle costruzioni dell’isola, complici la mancanza dell’opzione HDR e gli spogli settaggi grafici.

Call of Cthulhu


Se siete amanti della letteratura di H.P. Lovecraft e in particolare del Ciclo di Cthulhu, Call of Cthulhu è senza dubbio un titolo che non potrete ignorare. Nel caso in cui non aveste mai sentito parlare del Culto degli Antichi, correte subito alla vostra libreria fisica o digitale di fiducia e fatevi un regalo: sarete così pronti a immergetevi nelle cupe e nefaste ambientazioni di Darkwater e apprezzare al meglio l’incalzante frenesia di una investigazione lineare ma altamente onirica e di ottima realizzazione. Saprete sventare l’ascesa di colui che attende sognando nella dimora di R’lyeh o soccomberete all’orrore nel corso della dozzina di ore passate sull’immonda isola del pacifico? In entrambi i casi, Call of Cthulhu vi intratterrà con una avventura dai toni cupi che metterà a dura prova la vostra Sanità mentale, costretti a vagare tra più piani dimensionali in un horror psicologico caratterizzato da una narrazione convincente e mai banale!

7.8

Pro

  • Ambientazione perfettamente riuscita che esalta la letteratura del Solitario di Providence
  • Un gameplay esplorativo a tratti lineare, che non aggiunge nulla di nuovo al genere ma di ottima fattura
  • Il Necronomicon attende solo voi! Sarete così folli da permettervi di leggerlo?

Contro

  • Il processo travagliato e i cambi di rotta subiti in fase di sviluppo restituiscono un titolo che avrebbe potuto essere tecnicamente più curato
  • L'impossibilità di rigiocare singoli capitoli e l'autosalvataggio minano la rigiocabilità del titolo
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