Call of Duty 4: Modern Warfare – Recensione Call of Duty 4: Modern Warfare Reflex

Call of Duty Modern Warfare Reflex

Il genere degli FPS è di sicuro uno dei più amati e diffusi nel panorama videoludico moderno. Il maggior esponente è, ormai già da qualche anno, Call of Duty, con un successo di critica e pubblico davvero incredibile. La serie nacque nel 2003 con un ottimo gioco che aprì la strada al più grande fenomeno dell’intrattenimento elettronico. Due anni fa uscì per console HD il quarto episodio, che dopo un non eccelso terzo capitolo sviluppato da Treyarch, abbandona il setting della Seconda Guerra Mondiale per introdurre una storia completamente ambientata in un’era moderna. Il titolo fu capace di ricevere valutazioni altissime e vendere un numero spropositato di copie. E’ appena uscito nei negozi di tutto il mondo il seguito del capolavoro Infinity Ward, Modern Warfare 2, per console HD e PC; su Wii però gli utenti si dovranno accontentare del porting di Call of Duty 4, in questo caso denominato Reflex.
 

 

Guerra moderna

Il gioco, come detto, è ambientato in un’epoca moderna e racconta di un’ipotetica guerra che vede un’alleanza tra russi e islamici combattere contro gli americani e gli inglesi. Impersoneremo per la maggior parte dell’avventura, in alternanza, un soldato delle forze americane ed uno dell’armata inglese; non mancheranno alcune missioni dove controlleremo altri personaggi chiave della storia. Tali missioni avranno il compito di chiarire le vicende raccontate ed approfondirle. La nostra missione è sgominare il piano di Al-Asad e Imran Zakhaev  che, in possesso di cariche nucleari, cercheranno di bombardare gli Usa. Il giocatore verrà immerso nell’azione, e grazie ad un alto tasso di spettacolarità e colpi di scena alquanto inaspettati, la storia lo porterà a giocare l’intera campagna tutta d’un fiato. Nulla è cambiato rispetto a due anni fa: la storia è rimasta la medesima e lo stesso vale per le missioni proposte, una più spettacolare dell’altra.

Corri e spara

Call of Duty è sempre stato un FPS estremamente lineare, dove i livelli proposti per essere portati a termine presentavano un’unica via disegnata dagli sviluppatori; questo capitolo non cambia ciò su cui si basa da anni la serie. La linearità può essere vista come un difetto, ma in questo caso, miscelata a diversi eventi scriptati presenti durante le missioni, rende il gioco spettacolare. La campagna sigle player è breve ma mai ripetitiva e con una varietà di ambientazioni che alternano zone urbane dell’Arabia a sterminate praterie russe sino ad arrivare su di una nave mercantile e per le palazzine di una Chernobyl distrutta dal disastro atomico. Come le ambientazioni, anche i compiti da portare a termine sono estremamente vari, con missioni che vanno dal semplice andare da un punto A ad un punto B ad altre che ci vedranno protagonisti di operazioni di cecchinaggio; insomma, la noia non ci colpirà mai durante tutto l’arco dell’avventura e questo è di sicuro il maggior pregio di tutta la produzione. Al completamento dell’avventura verrà sbloccata una modalità arcade dove potremo rigiocare le missioni ma con l’aggiunta di un contatore che porta il punteggio ottenuto, un po’ come si è visto in alcuni sparatutto di qualche anno fa. Purtroppo l’intelligenza artificiale è in alcuni casi deficitaria, e nel complesso davvero poco curata, con l’aumentare della difficoltà aumenterà solo la quantità dei nemici ma non la qualità. In generale la difficoltà del titolo, settabile tra ben 4 livelli, è ben bilanciata tranne che per qualche raro caso in cui si muore qualche volta in più del necessario. Il sistema di controllo è la sostanziale novità presente in questa riedizione del capolavoro targato Activision. All’accoppiata Wiiremote – Nunchuk è affidato il controllo del personaggio, nello specifico: uno scossone del Nunchuk carica l’arma, la levetta analogica è deputata al movimento del nostro alterego digitale, la pressione del tasto Z ci consente una mira più precisa e C permette di accovacciare stendere o alzare il personaggio controllato. Il Wiimote, come di consueto in uno shooter in prima persona, sarà la nostra arma: con il tasto B apriremo il fuoco, A permette di correre ed effettuare azioni quali prendere un’arma o attivare un ordigno, e infine i due tasti – e + ci permettono di lanciare due diversi tipi di granate. I controlli risultano precisi e comodi, però una non eccelsa fluidità di gioco rovina in parte anche il sistema di puntamento. Avremo a nostra disposizione un vasto armamentario che va dalle mitragliette ai fucili a pompa, passando per lanciarazzi e lancia granate per finire con fucili di precisione e pistole varie; ovviamente non mancano le granate. Ogni ferro è stato riprodotto in maniera maniacale e caratterizzato da un suo personale rinculo. Durante l’avventura in singolo è possibile giocare anche in cooperativa con l’aggiunta di un secondo mirino su schermo, un po’ come si è visto negli ultimi sparatutto su binari; una piacevole introduzione che non mancherà di divertire chi ha la possibilità di giocare il titolo in compagnia.
 

  Sparare in compagnia

Giocare la sola campagna single player di Call of Duty Modern Warfare Reflex è, per quanto emozionante e spettacolare, alquanto riduttivo, dal momento che il fulcro dell’esperienza è rappresentato da una modalità multiplayer completamente ereditata dalla controparte HD. Una doverosa premessa deve essere fatta sul numero massimo di partecipanti: chi ha giocato il titolo originale potrebbe storcere il naso dinanzi a soli dieci giocatori per partita, ma si dovrà ricredere poiché anche se il numero è relativamente basso il divertimento di sicuro non ne risente. Le modalità di gioco in cui cimentarsi sono numerose, andiamo ad analizzarle una per una. Tutti contro tutti: classica modalità dove ogni giocatore deve pensare a se stesso e uccidere chiunque gli si presenti dinanzi; DeathMatch a squadre: due squadre, ognuna composta da 5 giocatori, dovranno darsi battaglia, e ogni singolo player di ogni team dovrà collaborare per raggiungere il maggior numero di uccisioni; Cerca e Distruggi: le squadre dovranno attaccare e difendere un punto della mappa dove chi attacca deve piazzare una bomba e chi difende deve ostacolare il nemico; Dominio: la classica modalità "cattura la bandiera",  e infine  abbiamo la modalità Quartier Generale, dove i giocatori dovranno conquistare un punto della mappa e difenderlo dalle ondate nemiche. Sono presenti altre modalità, ma sono tutte rielaborazioni di quelle sopra citate. Il sistema di livellamento dei giocatori è ottimo e porterà i più hardcore a cercare di arrivare al tanto ambito livello 55( il più alto raggiungibile). L’esperienza accumulata varia in base alle uccisioni effettuate, agli assist messi a segno e agli obbiettivi portati a termine. Questi consistono nel fare un determinato numero di uccisioni con un’arma o mansioni simili. Raggiunto un nuovo livello o sbloccato un obbiettivo verranno rese disponibili nuove armi o potenziamenti per queste, come mirini aggiuntivi o caricatori extra. Il comparto multiplayer di questo sparatutto è assolutamente eccezionale con un lag praticamente inesistente tranne che per qualche sporadico caso, unico rammarico è il mancato supporto del Wii Speak dato che in alcuni casi, soprattutto nelle modalità cooperative, si sente la mancanza di una qualsiasi comunicazione tra i giocatori.

Vastità e quantità

Dal punto di vista grafico il gioco si presenta davvero ben fatto, con degli ambienti praticamente identici alla controparte HD sia per vastità che per elementi presenti, ma ovviamente c’è stato un netto abbassamento del dettaglio globale e texture poco definite. I veri problemi però arrivano quando su schermo ci sono diversi nemici, perché in questi casi il frame rate si abbassa pesantemente rendendo quasi ingiocabili alcuni passaggi. Con una tale fluidità ne risente pesantemente anche il sistema di puntamento che risulta in alcuni casi addirittura scomodo, ma nel complesso queste situazioni sono davvero poche. Globalmente la grafica risulta comunque più che discreta, mentre il sonoro è senza dubbio di altissima qualità, caratterizzato da musiche epiche che immergono il giocatore nella frenesia dell’azione e che delineano i momenti più emozionanti e drammatici. Il doppiaggio, interamente in italiano, è di ottima fattura e il campionamento dei suoni è altrettanto buono. La longevità si attesta sulle circa 6 ore di gioco in singolo, mentre in multiplayer è potenzialmente infinito.
 

 

Commento

Il capolavoro Infinity Ward è arrivato, a due anni di distanza, anche su Wii, portando sulla console ammiraglia di casa Nintendo un titolo nel complesso buono che però non raggiunge l’eccellenza dell’originale a causa di alcuni difetti. La fluidità di gioco rende ingiocabili alcune sezioni, di conseguenza anche il sistema di puntamento ne risente; una IA in alcuni frangenti deficitaria ed una non perfetta calibrazione della difficoltà si aggiungono al mancato supporto del Wii Speak. I punti a favore del prodotto invece sono i seguenti: una storia ben raccontata, una varietà di ambientazioni e situazioni incredibili ed una modalità multiplayer devastante, il tutto accompagnato da un comparto audio più che buono. Ovviamente chi ha giocato il titolo originale può tranquillamente lasciar stare questo porting, che però saprà sorprendere chi non ha mai provato il capolavoro Infinity Ward.

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