Command & Conquer: Red Alert 3 – Recensione Command & Conquer: Red Alert 3

La guerra è una cosa seria. Questo vale per quella vera e solitamente anche per quella virtuale che siamo abituati a giocare nei giochi strategici in tempo reale. Dopotutto si parla sempre di uomini che combattono altri uomini per uccidere, distruggere e conquistare altre nazioni, anche se al posto del metallo e del sangue ci sono solo ammassi di poligoni elaborati. Ma cosa succede se ai suddetti uomini sostituiamo orsi corazzati, ragazzine dai poteri psichici e soldati con spade laser? Gli sviluppatori della EA Los Angeles ci hanno provato realizzando il nuovo capitolo della blasonata serie di Command & Conquer ed il risultato è stato l’accattivante Red Alert 3, un RTS brillante, originale e dotato di uno spiccato senso dello humor semi-demenziale che riuscirà senza dubbio a strapparvi più di una risata e, forse, farvi chiudere un occhio su alcune carenze qua e là.

Send those commies back to their mommies

L’intrigante "overture" di Red Alert 3 preannuncia senza mezze misure il clima di surreale e parodistica comicità che si respirerà per tutto il gioco, e lo fa con la solita classe a cui la serie di Command & Conquer ci ha abituato. Il filmato introduttivo ci mostra il premier russo Cherdenko (interpretato dall’azzeccatissimo Tim Curry) che, per far fronte all’imminente disfatta del regime sovietico per mano degli Alleati, ricorre ad una rudimentale macchina del tempo custodita nei sotterranei del Cremlino per tornare nel passato ed uccidere Albert Einstein, annullando in questo modo la superiorità tecnologica degli avversari e salvando la Russia dalla sconfitta. La missione riesce, ma il modificato corso della storia ha portato alla nascita una nuova super potenza, contro cui i Russi tanto quanto gli Alleati dovranno scontrarsi: l’Impero del Sol Levante. Come l’introduzione, tutto lo sviluppo degli eventi nel gioco sarà accompagnato da numerosi spezzoni live-action messi in scena da quello che probabilmente è il più blasonato cast mai riunito per un videogames. Attori del calibro di Tim Curry, George Takei, Peter Stormare e JK Simmons danno vita a dei personaggi memorabili degni di un B-Movie di culto, con interpretazioni volutamente caricaturali ed "eccessive" che rispecchiano in pieno lo stile di Red Alert 3.
 

L’irresistibile presidente Ackerman vi spronerà senza mezzi termini a prendere
a calci nel sedere i russi comunisti. Alla faccia del politically correct.

 

Non so a cosa serve, ma mi piace!

E’ una frase che potrebbe balenarvi in testa diverse volte quando inizierete ad aver a che fare con le numerose unità di RA3. Ognuna di esse sarà ben caratterizzata e diversificata da fazione a fazione, ma tutte avranno un punto in comune: un design fuori da ogni logica bellica e ingegneristica condito con un tocco di velato squilibrio mentale. Questo ovviamente non le rende meno divertenti da giocare, anzi! Una volta intuita l’utilità tattica ed il corretto uso in battaglia, inizieremo a chiederci come abbia fatto il mondo ad andare avanti fino ad ora senza mezzi di trasporto dotati di cannoni da circo che sparano soldati ed orsi paracadutisti in giro per la mappa (i Bullfrog russi), caccia in grado di tuffarsi in acqua e viaggiare come sommergibili (gli Sky-Wings giapponesi), ed elicotteri armati di raggi criogenici rimpicciolenti (i Cryocopter alleati). Le diversità tra le varie fazioni non riguardano solo l’aspetto esteriore, ma anche quello pratico. Le unità di ogni compagine avranno a disposizione peculiari abilità secondarie che saranno orientate verso diversi scopi: i sovietici potranno contare su un elevato potenziale offensivo, mentre gli alleati saranno in grado di fermare o rendere inoffensivi gli avversari ed i giapponesi potranno contare su una maggiore versatilità delle proprie truppe. Le differenze si notano anche nella gestione degli edifici e del territorio: gli alleati costruiranno i propri edifici alla "vecchia maniera", ovvero inserendoli nella lista delle costruzioni e rilasciandoli quando pronti, i russi realizzeranno i loro per mezzo di cantieri sul campo mentre i giapponesi avranno a disposizione dei "Cores", unità di costruzione mobili che potranno girovagare liberamente sul territorio e trasformarsi in edificio nel luogo desiderato, aumentando così le possibilità di controllo territoriale dell’impero, ma accrescendo allo stesso tempo anche la complessità della microgestione. In comune sarà invece il nuovo sistema economico, che non vedrà più la presenza di "campi" di oro e gemme da mietere, sostituiti con delle più convenzionali miniere.
 

Lo sfondo delle lotte senza quartiere tra le "inusuali" unità di RA3 saranno scenari
sempre molto colorati, piacevolmente in linea con l’atmosfera del gioco.

 

In gradita compagnia

Oltre che inserendo una nuova fazione al completo ed un grande numero di unità e abilità speciali perfettamente bilanciate, gli sviluppatori losangelini della EA hanno molto aumentato la godibilità e la profondità tattica di Red Alert 3 con due abili mosse. La prima è stata senz’altro rivalutare un elemento snobbato dalla maggior parte degli altri RTS: l’acqua. Nel gioco sarà possibile costruire quasi tutti gli edifici produttivi e difensivi anche nell’oceano, creando delle vere e proprie basi marine supportate da unità anfibie di vario tipo e rendendo finalmente giustizia all’importanza logistica del mare. La seconda invece riguarda le modalità multiplayer, decisamente il punto forte di questo titolo. Insieme ai tradizionali "skirmish", Red Alert 3 offre la possibilità di giocare tutte e 28 le missioni della campagna principale in modalità cooperativa, assistiti da un compagno in carne ed ossa connesso via internet o, in mancanza, da un comandante gestito dall’IA che potremo guidare attraverso una semplice interfaccia. I comandanti svolgeranno un lavoro più che discreto nell’assistervi e nell’impegnare il nemico al posto vostro mentre sarete occupati ad ammassare eserciti. Ovviamente, se questo aspetto può essere positivo per facilitare le cose ai più inesperti, potrebbe esserlo di meno per i giocatori più hardcore, che si scontrerebbero con una sensibile riduzione del livello di sfida. Per questo e per ovvi motivi, il consiglio è quello di giocare la campagna insieme ad un altro giocatore da cercare nella "insidiosa" lobby online, a cui conviene prestare particolare attenzione poichè non sempre affidabile nella comunicazione con gli altri player e nella gestione degli inviti.
 

  Gli "effetti speciali" come laser e imponenti esplosioni vi daranno parecchia soddisfazione.

 

L’ostile lobby room

La macchinosa gestione dei pre-partita in multiplayer non è l’unico difetto tecnico di RA3, che sotto questo aspetto fa un piccolo passo indietro rispetto ai precedenti capitoli della serie Command & Conquer. Il territorio molto variegato degli scenari, se da un lato aumenta la godibilità del gioco, dall’altro mette spesso in crisi le unità, soprattutto quelle anfibie, che potrebbero avere dei problemi a muoversi e seguire i percorsi, dimostrandosi incerte nel passaggio acqua-terra o "incastrandosi" negli ostacoli come muri e scogliere. Per fortuna simili inconvenienti non minano la giocabilità e la qualità tecnica d’insieme del prodotto, che rimane comunque ad altissimi livelli offrendo un design curato e coloratissimo, affiancato da splendidi effetti grafici ed animazioni che ci strapperanno un sorriso di soddisfazione ogni volta che uno dei nostri giganteschi King Oni farà scoppiare un tank avversario "friggendolo" con i suoi laser oculari. La qualità grafica è supportata da un ottimo comparto audio, del quale abbiamo particolarmente gradito gli ironici e divertenti "commenti" delle unità che selezioneremo. Esempio lampante i coscritti, l’unità di fanteria di base dei sovietici, che con i loro comici interventi non mancheranno di farci spesso notare (con spiccato accento russo, ovviamente) il loro scarsissimo addestramento.

Pur dimostrando qualche imperfezione, nel complesso Red Alert 3 è un ottimo RTS che eredita dai suoi predecessori un gameplay bilanciato ed una realizzazione tecnica di grande qualità, uniti a delle innovazioni che, a nostro parere, potrebbero diventare lo standard per ogni RTS del futuro, soprattutto per ciò che riguarda il multiplayer. Il clima generale che si vive non è esattamente quello che ci si aspetterebbe da una terza guerra mondiale, ma l’autoironia e la divertente comicità offerta dal magnifico "cast" di Red Alert 3 (unità e coscritti compresi) lo rende un gioco veramente unico nel suo genere, consigliabile a qualunque giocatore di RTS. 

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