Crash Bandicoot 3: Warped – Recensione Crash Bandicoot 3: Warped

Crash Bandicoot 3: Warped

Dopo il grande successo dei primi due Crash, nel 1998 la Naughty Dog lanciò il terzo gioco dedicato a una delle più famose mascotte PSX. Il buon vecchio topo antropomorfo, aiutato dalla furba sorella, è costretto a lanciarsi in un’altra avventura per sconfiggere di nuovo il malvagio Dottor NCortex, liberato dalla prigionia nello spazio grazie all’aiuto di Uka Uka, fratello e nemesi dello stregone Aku Aku, che già nei primi due episodi aveva offerto supporto a Crash.

 

    Attenti a quei due…

 

Vecchi e nuovi nemici

Dopo il fallimento del piano di Cortex nel 2° capitolo, alcuni pezzi della stazione spaziale da lui costruita ricadono sul pianeta Terra e, accidentalmente, liberano Uka Uka dalla prigione in cui era rinchiuso e riesce a salvare lo scienziato dalla morte certa nello spazio. I due convogliano la loro rabbia per i fallimenti passati in un’alleanza per la conquista del mondo, utilizzando ovviamente un nuovissimo metodo: lo stregone NTropy, maestro della magia temporale. Il suo "Tornado Temporale" può fare in modo che il malefico duo recuperi i potenti cristalli nelle epoche originali e ciò conferisca a chi li usa il massimo potere possibile. Dopo questa introduzione si entra nei panni di Crash che, mentre sonnecchia come al solito in compagnia della sorella Coco, viene informato da Aku Aku della situazione. Ovviamente il protagonista non si tira mai indietro di fronte a una situazione simile e così inizia l’avventura, in cui il nostro eroe e sua sorella dovranno confrontarsi anche con i potenti servitori di Cortex: NGin, Tiny Tiger e Dingodile.

Tornado Temporale

Sfruttando il potere di NTropy, Crash e Coco (disponibile in alcuni livelli) vengono trasportati in varie epoche storiche per ottenere i cristalli. Gli sviluppatori sono riusciti a dare una spiegazione sensata, anche se un po’ banale, alla presenza di tanti livelli di stampo diverso, dalla giungla più profonda alle gigantesche città ultratecnologiche passando per dei livelli in pieno stile 2° guerra mondiale. Le fatiche del topo sono in tutto 25 più altri 5 livelli speciali e 2 segreti, mai banali e sempre ben costruiti. Alcuni sono della stessa epoca, quindi risultano abbastanza simili, ma lo stratagemma di concepirli di giorno, al tramonto o di notte rende il tutto molto più eterogeneo rispetto ai capitoli precedenti. L’altra grande novità è la notevole presenza di livelli strutturati in modo più originale, dove è impegnata quasi sempre Coco: ad esempio recuperare un cristallo a bordo di un motoscafo o cavalcando una tigre sono assolute novità nel mondo di Crash. Graficamente eccelso e sonoramente buono come il resto della saga, con il suo stile cartoonesco che cattura un pubblico di una estesa fascia d’età. Il titolo riesce a rappresentare fedelmente le varie epoche in cui si viene catapultati, donando loro anche quel pizzico di guasconeria tipico dell’atmosfera di Crash Bandicoot.

 

    Crash alle prese con dei robot fastidiosi

 

A colpi di bazooka

Sul piano del gameplay si notano molte aggiunte interessanti, nonostante gli aspetti fondamentali rimangano gli stessi rispetto ai capitoli precedenti: gioco sviluppato in livelli, ovviamente in 3D, salto e giravolta come armi da offesa contro gli innumerevoli e vari nemici, casse di supporto o letali a seconda dei colori, raccolta delle mele dalle stesse casse (100 mele = + 1 vita), livello bonus a metà di quello principale, etc.
Prima di tutto la presenza di Coco, prima relegata a personaggio secondario, porta una ventata di novità non indifferente, anche se è riguardo le abilità di Crash che si mostrano i maggiori cambiamenti. Infatti, ogni boss battuto comporta una nuova mossa utilizzabile: in principio semplicemente il salto doppio. Poi se ne sbloccheranno altre, ad esempio il bazooka o la giravolta prolungata. Un aspetto positivo non indifferente è che la difficoltà di gioco viene davvero poco influenzata da questi poteri speciali, quindi anche dopo averli acquisiti tutti il compito che aspetta Crash non si semplifica, come spesso accade in questi casi.

Difficile staccarsi… ma anche progredire

Anche la longevità è stata aumentata in maniera considerevole, soprattutto con l’introduzione della missione secondaria dei livelli a tempo, molto frenetica e divertente, in grado di mettere alla prova riflessi e nervi, risultando quasi impossibile negli ultimi stage. A ciò si aggiungono le gemme segrete sbloccabili raggiungendo certi traguardi, come ad esempio arrivare fino ad un certo punto di un livello senza perdere vite o semplicemente rompere tutte le casse, che sembra semplice ma si rivela tutt’altro quando si deve fare i conti con le letali scatole di Nitro, oppure con livelli bonus partircolarmente ostici. Per comprendere la mole di questi segreti basta sapere che la percentuale di completamento non si ferma al 100%, ma al 110%.

The Best Crash

In definitiva, Crash Bandicoot 3 è il titolo della saga che risulta più completo, combinando una trama certamente scarsa, ma tutto sommato buona per un platform. Si può fare affidamente anche sui personaggi che risultano simpatici e graficamente ben fatti, un gameplay arricchito da innovazioni, una difficoltà moderata, delle ambientazioni ben costruite e una longevità estremamente elevata. Un gioco che tiene incollati allo schermo per ore e ore, sicuramente degno dell’Olimpo del genere, peccato che dopo questo titolo iniziò la discesa di una delle migliori saghe platform della Sony.

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